Sanità - 21 luglio 2020, 12:17

Diabete, il Piemonte punta sull’innovazione tecnologica

Obiettivo: favorire la gestione del paziente anche da remoto avviando i percorsi di telemedicina. In Piemonte si stimano circa 220mila persone con diabete e verosimilmente 100mila che ancora non sanno di averlo

Buone notizie per i pazienti diabetici residenti in Piemonte: la Regione aumenta l’accesso gratuito alle nuove tecnologie per il monitoraggio del diabete e avvia i percorsi di telemedicina.

Con la disposizione n°185 del 22/05/2020, il Piemonte rende ora prescrivibile e rimborsabile per un potenziale di 25mila persone con diabete che necessitano di frequenti misurazioni glicemiche l’utilizzo delle nuove tecnologie di monitoraggio FLASH del glucosio. Si amplia quindi la platea di diabetici che potranno accedere gratuitamente alla nuova tecnologia, dai circa 5mila della precedente delibera del 2018 agli attuali 25mila.

“Per i team di diabetologia della Regione è un’arma in più per controllare il diabete” dichiara Carlo Bruno Giorda, Responsabile SC Diabetologia ASL TO5 e Coordinatore Rete Diabetologica Piemonte “Negli ultimi anni le innovazioni tecnologiche hanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione della malattia, restituendo alle persone con diabete una qualità di vita decisamente superiore. Questi dispositivi, permettendo un controllo molto frequente dei valori, anche con un semplice smartphone, aiutano il medico e le persone con diabete ad interpretare meglio l'andamento delle glicemie con un impatto positivo sulla qualità di vita e sugli esiti clinici oltre a una riduzione delle assenze dal lavoro e dei ricoveri ospedalieri per diabete”.

Con la tecnologia di monitoraggio FLASH della glicemia è possibile leggere i livelli di glucosio ogni singolo minuto grazie ad un piccolo sensore che si applica sulla parte posteriore del braccio eliminando la necessità di dover pungere il dito.

La Regione inoltre, con una delibera quadro di recentissima pubblicazione, norma e valorizza le prestazioni di telemedicina a favore di una gestione clinica a distanza delle malattie croniche fra cui il diabete.

“Con la nuova delibera, che pone il Piemonte all’avanguardia in Italia, il sistema delle visite a distanza e del telemonitoraggio viene valorizzato e messo a sistema per diventare un’alternativa credibile alle modalità tradizionali” spiega il dott. Giorda “Grazie a una serie di strumenti digitali, il sistema consentirà ai pazienti di caricare le informazioni sul glucosio su una piattaforma informatica che permetterà la condivisione 24/7 con il proprio medico favorendo consulti senza la necessità di visita ambulatoriale”.

Gli operatori sanitari potranno quindi utilizzare questa piattaforma per esaminare a distanza i progressi del paziente nel tempo e intervenire in qualunque momento.

“La sanità piemontese sta cambiando anche grazie all’impegno della Rete Endocrino-Diabetologica regionale che include anche la componente pediatrica”. Dichiara la prof.ssa Ivana Rabbone, Direttore SCDU di Pediatria dell’AOU Maggiore della Carità di Novara e referente della Rete Diabetologica Pediatrica del Piemonte. “Le prestazioni di telemedicina erano svolte in autonomia dai professionisti, senza un riconoscimento e una valorizzazione, ma con evidenti vantaggi per i nostri bambini e adolescenti con diabete, cosa che abbiamo potuto effettivamente constatare nel periodo di lockdown. Un ‘esperimento’ sul campo che ha dato risultati molto importanti in termini di buon compenso metabolico. Questi nuovi modelli di assistenza, che adottano dispositivi per il monitoraggio Flash della glicemia e piattaforme per il teleconsulto, sono facilmente realizzabili nei pazienti pediatrici con diabete, dove la quasi totalità utilizza già da tempo sistemi ad elevata tecnologia”.

“La Rete Endocrino-Diabetologica piemontese è un esempio unico in Italia di coordinamento a livello regionale di tutti i servizi di diabetologia” afferma Carlo Bruno Giorda “Inoltre la gestione integrata come standard di assistenza in tutta la Regione ha l’obiettivo concreto di spostare la gestione delle cronicità dal versante ospedaliero a quello territoriale, per fornire servizi migliori e più avanzati a tutti i pazienti e permettere agli operatori di lavorare meglio. Le evidenze scientifiche dimostrano come lo sviluppo di complicanze, e persino la mortalità, siano migliori nei soggetti seguiti con forme di collaborazione di questo tipo”.

comunicato stampa