Cultura e spettacoli - 18 agosto 2020, 07:53

Evergreen Fest si chiude tra speranze e incognite, l'appello di Tedacà: “Facciamo squadra”

Il festival della Tesoriera, terminato domenica, ha registrato più di 22mila presenze. Il presidente Simone Schinocca sulle incertezze future: “Dobbiamo ripensare le nostre modalità di lavoro”

Foto credits: Emanuele Basile

“Non è più il tempo della concorrenza, è arrivato quello della solidarietà e dell'alleanza”: con queste parole, all'indomani della conclusione dell'Evergreen Fest, il presidente di associazione Tedacà Simone Schinocca indica la sua ricetta per il futuro del comparto culturale: “Abbiamo fatto il pieno – ammette – praticamente tutte le sere, anche se la crisi economica si è fatta sentire: a parità di presenze abbiamo avuto incassi inferiori, chiudendo in pareggio”.

La kermesse, andata in scena al Parco della Tesoriera, ha fatto registrare più di 22mila presenze confermandosi come una delle realtà estive più apprezzate dai torinesi, non senza qualche difficoltà legata alla pandemia e al meteo: “Siamo comunque soddisfatti – prosegue Schinocca - di aver fatto lavorare 241 artisti, 52 membri dello staff e moltissimi altri, partendo dai fornitori del punto ristoro fino ad arrivare ai tassisti. Il pubblico si è sentito molto rassicurato dalle misure di sicurezza, anche se non sono mancati alcuni screzi con i pochi negazionisti di turno”.

Sono proprio gli spunti di questa estate Evergreen a fornire a Schinocca utili elementi per valutare il futuro di Tedacà e dell'intero comparto culturale: “Nelle persone - aggiunge – ho visto la voglia di tornare a vivere in sicurezza la dimensione della socialità, cosa non scontata alla vigilia. Per questo occorre ripensare la nostra attività in modalità diverse rispetto al passato: a proposito, dal 24 al 27 settembre riapriremo il teatro BellArte con un altro evento all'aperto in grado di dare un segnale a chi ci sta intorno e annunciare la nostra ripresa”.

Gli stessi ragionamenti valgono anche per la nuova stagione: “Il programma - conclude – prevede spettacoli fino a dicembre, organizzati puntando su artisti del territorio e progetti locali. A loro chiederemo un paio di repliche in più, a parità di cachet, per sopperire alla capienza ridotta a non più di 35/40 posti. Inoltre, proporremo la realizzazione di contenuti extra da poter condividere via web con chi non se la sente di vedere lo spettacolo dal vivo o in caso di nuovi lockdown. L'obiettivo è quello di mantenere la soglia minima di sopravvivenza cercando di non restare immobili ma costruendo occasioni di lavoro e progettualità”.

Marco Berton