Attualità - 25 agosto 2020, 10:40

Rifugi in montagna: diminuiscono i pernottamenti, salgono i take away

Per Giacomo Benedetti, presidente Commissione Centrale Rifugi e Opere alpine del CAI: "La stagione sta andando meno peggio di quanto temessimo: le regole anti-Covid vengono rispettate. Da segnalare un problema di stress per il territorio, visto l'altissimo afflusso di persone in montagna"

Vacanze anomale, quelle di quest'anno, a causa dello spettro del Coronavirus. Con la possibile seconda ondata alle porte, in attesa di comprendere come meglio affrontare un possibile ritorno dell'emergenza con imposizioni più restrittive, buona parte degli italiani non ha comunque rinunciato alle ferie. Con una novità, rispetto al passato: come ampiamente previsto, infatti, a seguito della pandemia di Covid-19, molti vacanzieri hanno preferito la montagna al mare, in virtù degli spazi più ampi e delle maggiori possibilità di distanziamento sociale.

"La stagione sta andando meno peggio di quanto temessimo - afferma Giacomo Benedetti, presidente della Commissione Centrale Rifugi e Opere alpine del CAI -. I rifugi sono decisamente frequentati, e anche se a livello di pernottamenti i numeri sono scesi mediamente del 50%, dal punto di vista economico si riesce comunque a compensare abbastanza grazie alla ristorazione take away".

Per un bilancio definitivo è presto, visto che la stagione è ancora in corso, ma i dati disponibili consentono già le prime riflessioni.

"L'afflusso di persone in montagna è stato davvero notevole. Possiamo quasi parlare di 'assalto', che in alcune circostanze ha avuto come conseguenza problemi di stress del territorio: non sono isolate le notizie che parlano di comitive sui sentieri e di code sulle strade per raggiungere la montagna. Ma la situazione, mediamente, viene gestita in maniera egregia. Parlando nello specifico dei rifugi, le regole vengono generalmente rispettate. I rifugi CAI sono sanificati, e il distanziamento si riesce quasi sempre a mantenere", conclude Benedetti.

Pietro Ramunno