Eventi - 05 settembre 2020, 15:49

Al Carignano la "Cleopatràs" di Malosti, per riscoprire Testori nelle lacrime delle sue eroine

Il "Progetto Testori" di TPE, inserito nel Festival delle Colline Torinesi, chiude la rassegna "Summer Plays". Il 12 e 13 settembre, alle 18.30, va in scena "Maddalene (da Giotto a Bacon)". L'11 Piero Nuti legge "Conversazione con la morte"

Sarà il "Progetto Testori" ideato da Valter Malosti a chiudere il cartellone "Summer Plays" di TPE e Teatro Stabile di Torino. Un lavoro finalizzato a riscoprire la potenza drammaturgica del grande scrittore e storico dell'arte milanese attraverso alcuni dei suoi testi meno noti al grande pubblico, tutti risalenti all'ultima fase della sua produzione. 

Dall'8 al 13 settembre andrà in scena al Teatro Carignano, in prima nazionale, Cleopatràs, nuova produzione diretta dello stesso Malosti con l’interpretazione di Anna Della Rosa, il progetto sonoro di Gup Alcaro, le luci e le scene di Nicolas Bovey, la cura del movimento di Marco Angelilli. Lo spettacolo è coprodotto con il Festival delle Colline Torinesi, di cui rientra nel cartellone "diffuso" per la sua venticinquesima edizione.

Inserito nella trilogia dei Tre Lai (assieme a Erodiàs e Mater Strangosciàs), l'opera fa parte del testamento ultimo di Testori, considerato il vertice della sua straordinaria stagione creativa. Tre eroine tra loro contemporanee eppure lontanissime, che riemergono dall'oblio della morte per raccontarsi e piangere sul corpo dell’amato. Per Cleopatràs e Antonio, il suo Tugnàs, Testori reinventa l’Egitto romano di Shakespeare inserendolo nella topografia della sua amata Valassina, "in un fuoco di fila di invenzioni di lingua, sorvegliate da una grande poesia memore della Commedia di Dante e della sua Cleopatràs lussurïosa - spiega Malosti -, consegnandoci una figura che acquista una dimensione terrena e sensuale, sempre sull’orlo di una straziante e perturbante ironia".

Il pubblico assisterà così all’ultima ora di vita di una grande regina, ma anche manager, imprenditrice di se stessa, star decaduta eppure ancora splendente, come le migliori dive, al tramonto di una vita grandiosa. 

Il progetto proseguirà il 12 e 13 settembre, alle 18.30, sempre al Carignano, con Maddalene (da Giotto a Bacon), dalla singolare raccolta poetica («schede-poematiche» o «schede-versicoli» come Testori le chiamò) che accompagnava uno dei preziosi libri d’arte di Franco Maria Ricci, diretto e interpretato da Malosti con Lamberto Curtoni al violoncello e le musiche originali di Carlo Boccadoro.

Accanto agli spettacoli, due incontri extra: mercoledì 9, alle 18.30, la lezione Testori vs Shakespeare sulle riscritture testoriane del Bardo, che vedrà Malosti dialogare Gilberto Santini, Giuseppe Frangi presidente dell’Associazione Giovanni Testori.

Venerdì 11 la Conversazione con la morte, dedicata da Testori alla madre defunta, sarà affidata alla lettura di Piero Nuti, suo storico interprete. Un testo scritto nel 1977 per l'attore Renzo Ricci, anch'egli deceduto prima di andare in scena. Sarà quindi lo stesso autore a portarla sul palcoscenico. "E adesso la leggerò io - aveva scritto in quel frangente -, che non sono un attore, non so recitare. Ma non so chi altro potrebbe farlo, chi la potrebbe leggere senza farla ricadere in quello che non è e non vuole essere. Non è che una piccola «albetta», una sorta di preghiera, più che di teatro, un mormorio, una confessione. E non può stare in quella forma di teatro chiuso, da cui vuole uscire». E lo fece, al Pier Lombardo, ora Teatro Franco Parenti, seduto davanti a un microfono, con estrema concentrazione ed emozione davanti a una folla impressionante, composta soprattutto di giovani, immersi in un silenzio assordante. 

Infine, l’annunciata proiezione del video, attraverso materiali inediti ritrovati, dello spettacolo di Malosti Vado a veder come diventa notte nei boschi… - dal testo di critica d’arte G. Martino Spanzotti: gli affreschi di Ivrea, che è anche un omaggio all’arte attoriale di Giovanni Moretti - è invece rimandata all’autunno a Casa Testori di Novate Milanese, e, contestualmente, verrà presentata anche a Torino.

"Mi ha sempre affascinato il Testori parallelo, sublime, avventuroso ed emozionale critico e mercante d’arte - racconta Malosti -, e il primo incontro con il grande scrittore milanese è avvenuto quando realizzai nel 2002 l’installazione nella chiesa di San Bernardino a Ivrea, dove si trova il meraviglioso tramezzo affrescato da Martino Spanzotti, sul quale Testori ha scritto uno struggente capolavoro letterario di critica d’arte. Quell’esperienza è stata un passo decisivo nella mia ricerca di radici espressive e umane".

Tra i tanti incontri teatrali del regista con l'opera testoriana, Passio Laetitiae et Felicitatis (2008), tratto dal romanzo omonimo, con in scena Laura Marinoni; L’Arialda, realizzato con i talentuosi allievi della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino (2015), e la recentissima La Monaca di Monza (2019), con un’altra grande interprete quale Federica Fracassi. 

 

Manuela Marascio