Il servizio di assistenza alle famiglie dei malati di Alzheimer ha una nuova base a Torino, nel cuore di San Salvario. Pandan, locale a conduzione sociale dove inclusione e collaborazione vengono prima di tutto,sabato 19 settembre a partire dalle 18:00 ospiterà il primo incontro dell’Alzheimer Café, un ciclo di appuntamenti che proseguirà per tutto il 2020 che vuole essere un sostegno concreto per le famiglie delle persone affette da Alzheimer.
Sabato 19, in occasione della settimana della mobilità, ci sarà il primo incontro con la psicologa Valentina Ferrua eMolly Tyler-Childs, educatrice professionale che da anni lavora al Rifugio Carlo Alberto di Torre Pellice, centro specializzato nella gestione dell’Alzheimer.Insieme a Paolo Vallinotti e Roberto Vendrame, che gestiscono Pandan e coordinano tutti iprogetti solidali sviluppati all’interno del locale,verrà raccontatal’essenza dell’Alzheimer Café, un percorso che prende in cura il nucleo familiare dei malati di Alzheimer per agire sugli equilibri, sulla comunicazione e sui punti di riferimento che sono stati modificati con l’insorgere della malattia. L’iniziativa infatti ha l’obiettivo di mettere in relazione fra loro chi quotidianamente si prende cura dei pazienti colpiti da questa patologia, non in un contesto medico-sanitario ma in un ambiente accogliente e conviviale,per favorire così il confronto delle esperienze e la condivisione di difficoltà e traguardi.
Il locale di via San Pio Vda quest’anno sarà quindi la nuova sede del progetto,diventando ancora di più un luogo dove ci si prende cura in maniera attiva e costante dellefasce più deboli della popolazione. “Pandan ha attivato differenti progetti solidali, dall’inserimento lavorativo di persone con disabilità allo sportello finanziario, fino alla filiera sostenibile Ceste di Rapa. La nostra priorità è promuovere un modello di rete lavorativa inclusiva, cooperativa e attenta all’ecosistema – racconta Roberto Vendrame, pedagogista – Per questo abbiamo deciso di dare avvioall’Alzheimer Café, punto di partenza di un percorso di aiuto ai malati e alle loro famiglie più ampio. Nei prossimi mesi, infatti, attiveremo un progetto di formazione rivoltoa negozianti, ristoratori, referenti delle comunità religiose e associative della zona,per far capire come relazionarsi in maniera corretta e consapevole con questa particolare categoria di pazienti, così da permettere loro di vivere la città con maggiore autonomia”.