Eventi - 19 settembre 2020, 14:00

“Un pianeta, molti mondi”: a Torino torna Biennale Democrazia, la settima edizione guarda oltre l’emergenza sanitaria

L’obiettivo è un evento a metà tra lo streaming e il ritrovo in presenza: appuntamento dal 24 al 28 marzo 2021, per una riflessione dedicata a un mondo sempre più connesso quanto frammentato

“Un pianeta, molti mondi”: è questo il titolo della settima edizione di Biennale Democrazia, manifestazione culturale e internazionale in programma a Torino dal 24 al 28 marzo 2021. 

La recente pandemia non ha fatto altro che accelerare le riflessioni sul tema dell’evento dedicato in maniera speciale ai giovani delle scuole e dell’Università. “Apparteniamo a mondi diversi, ma viviamo nella stessa terra”: ecco perché, al centro dell’edizione vi sarà la condizione dell’uomo inteso come abitante di un unico pianeta, oggi sempre più connesso e frammentato.  Ad animare il dibattito culturale al centro di Biennale Democrazia, il presidente Gustavo Zagrebelsky: “Nell’edizione 2019 discutemmo dei coni d’ombra della società della visibilità e della trasparenza: nel 2021, invece, rifletteremo sul rapporto tra i problemi globali e la pluralità delle realtà sociali che caratterizza le nostre società”. 

Problemi di portate globali, fratture. Problemi ambientali e guerre batteriologiche, sfide scientifiche e innovazione. Questi gli argomenti trattati da Biennale Democrazia, che anche quest’anno si pone l’ambizioso obiettivo di confermarsi quale luogo di incontro fisico e di dibattito culturale, soprattutto dopo mesi caratterizzati dal distanziamento. Ne va da sé che la settima edizione va considerata un’edizione straordinaria, con un’ampia offerta di dirette streaming che permetta a tutti i cittadini di partecipare agli incontri in programma nelle varie giornate.  In attesa di capire quale sarà la situazione sanitaria in primavera, si procederà dunque con un’organizzazione mista di eventi in presenza e online.

Tra i luoghi scelti per ospitare incontri e dibattiti, alcune sedi di prestigio come il Teatro Regio, il Teatro Carignano, il Circolo dei Lettori, l’auditorium Intesa Sanpaolo, le Ogr e il Polo del ‘900, oltre alle biblioteche cittadine, all’aula magna della Cavallerizza Reale e il nuovo complesso Aldo Moro.

Quattro i percorsi offerti: “pianeta mondo”, “mondi contro”, “la politica e le altre sfere” e “nuovi mondi”. Quattro invece i percorsi formativi a sostegno degli studenti: “città”, “changes”, “contare nel mondo, il diritto di essere contati” e “work in progress? Passato, presente e futuro del lavoro”.

“Il contributo del mondo accademico su questi temi è fondamentale” afferma Stefano Geuna. Il rettore dell’Università di Torino, poi, si sofferma sull’orgoglio di partecipare attivamente non solo ai dibattiti, ma anche nell’organizzazione logistica dell’evento: “Siamo contenti di mettere a disposizione spazi come il complesso Aldo Moro, che potrà essere scoperto dall’intera città e a cui vorremmo dare il ruolo di porta aperta su Torino”. Un pensiero al ruolo della tecnologia all’interno della società lo rivolge invece Guido Saracco, rettore del Politecnico: “Le tecnologie sconvolgono le dinamiche sociali, è indubbio. Dobbiamo collaborare per uno sviluppo che sia sì legato alle tecnologie, ma controllato. Che sia inclusivo e non alimenti le disuguaglianze”.

Per Giovanni Quaglia, presidente di Fondazione CRT “il successo di Biennale Democrazia non è in dubbio, perché consiste nella centralità delle tematiche affrontate e nella sinergia tra istituzioni presenti sul territorio, oltre che sul coinvolgimento dei giovani”. Matteo Bagnasco (Compagnia di San Paolo), invece, sottolinea che “l’iniziativa ha visto la Fondazione collaborare sin dall’inizio, in una collaborazione sempre più stretta, nel doppio ruolo di scambio e confronto”.

Soddisfatta di poter ospitare di nuovo Biennale Democrazia anche Chiara Appendino, sindaca di Torino: “E’ un momento della città, del paese. Biennale sta diventando un punto di riferimento nazionale rispetto alle sfide del domani”. “La scelta del tema era già coerente prima, ora con la pandemia è ancora più attuale: Biennale è un luogo di confronto, non sempre ci sono le risposte e questo aiuta a sviluppare la consapevolezza e il senso civico. Il passo che è stato fatto in avanti, quello sulla call, aiuta a favorire un luogo di dibattito pubblico“ conclude poi la prima cittadina.

Appuntamento quindi al 24 marzo 2021: per Torino cinque giorni di riflessioni sul mondo e sulla società d’oggi, tanto connessa quanto frammentata. E chissà che nel nuovo mondo contraddistinto da grandi difficoltà non possano sorgere nuove possibilità.

Andrea Parisotto