Il 5 e il 6 ottobre sono state due giornate di presidio del Nidil Cgil contro l’ennesimo atto di arroganza delle Piattaforme del Food Delivery.
L'appuntamento era in due punti importanti di Torino, Piazza Statuto e Via Livorno, da dove i Rider partono per le consegne a domicilio, per volantinare contro quello che il Nidil considera un accordo truffa.
Nonostante le sentenze e contro le rivendicazioni sindacali a favore del riconoscimento per i Rider delle tutele e dei diritti pari a quelli dei lavoratori subordinati, l’accordo sottoscritto da Assodelivery (l’Associazione che mette insieme Glovo, Just Eat, Deliveroo, Social Food, Uber Eats) e UGL, conferma il lavoro esclusivamente a cottimo, dice di assicurare 10€ all’ora ma in realtà quei 10€ sono calcolati su tempi di consegna stimati dalla piattaforma stessa, non riconosce nessun diritto alla malattia, alla maternità, alle ferie, dice di elargire premi e bonus, come quello per il lavoro notturno o per i festivi, ma a guardare le condizioni poste per ottenerli si capisce che in realtà sono inesigibili…
L’accordo è stato firmato dalle Piattaforme con un sindacato di comodo che non si è fatto scrupoli a sottoscrivere condizioni peggiorative del lavoro, pretendendo di essere l’unica organizzazione sindacale a poter rappresentare i Rider a livello nazionale.
Da anni le Piattaforme non solo si dimostrano sorde a ogni rivendicazione di miglioramento delle condizioni di lavoro da parte dei lavoratori, dimostrandosi attente eslusivamente all’aumento dei propri profitti, ma sono sorde e cieche anche di fronte alle libertà sindacali e di rappresentanza dei lavoratori (non ultimo il non riconoscimento da parte di Just Eat dell’elezione del Rappresentante della sicurezza dei lavoratori Rider a Firenze).
Le giornate di volantinaggio del 5 e del 6 ottobre sono state importanti non solo per discutere con i lavoratori i punti più disastrosi del contratto UGL e quelle che sono invece le rivendicazioni da continuare a portare avanti per migliorare la proprie condizioni di lavoro, ma anche per ribadire che il conflitto è contro il Padrone/Piattaforme e non contro gli altri lavoratori, che se il padrone divide è perchè sa che, soprattutto in un momento di crisi e di forte disoccupazione, sono tanti a lavorare accettando anche condizioni peggiorative, le azioni da portare avanti sono quelle necessarie a mantenere l’unità dei lavoratori.
E per questo si rivendica fortemente il ruolo fondamentale dei Rappresentanti Sindacali Rider del Nidil di Torino.
Al Nidil non appartengono nè le scelte di comodo dell’Ugl e neanche le azioni di intimidazioni, provocazioni e violenza verbale gratuita che sfiora il grottesco, da parte di alcuni gruppi in Città che non riconoscono la libertà Costituzionale di organizzazarsi e su cui, ad ascoltarne i contenuti, viene il dubbio che siano i maggiori supporter di azioni legali, come unico strumento di tutela e che la loro priorità non sia l’interesse di chi lavora.
La libertà di organizzarsi deve essere tutelata e garantita.
Il volantinaggio, come ogni pratica sindacale che il Nidil continuerà a portare avanti per rivendicare un salario minimo orario adeguato alla prestazione lavorativa come da normativa, un monte ore settimanale garantito a tutti i lavoratori, le tutele fondamentali come maternità e malattia.. e le libertà sindacali, saranno portate avanti sostenendo attivamente il Coordinamento Nazionale dei Rider Nidil CGIL che si sta radicando nelle città, dove le consegne a domicilio rappresentano il lavoro duro di ormai migliaia di lavoratori, realtà destinata a crescere e per cui il sindacato continuerà a lottare.
"In queste ore migliaia di rider di Deliveroo stanno ricevendo una mail che contiene un vero e proprio ricatto: o firmi il contratto pirata sottoscritto da Assodelivery con l’Ugl, oppure dal 3 novembre perdi il lavoro. Peccato che quel contratto - commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione - sia considerato illegittimo dagli altri sindacati e, soprattutto, dal Ministero del Lavoro, perché peggiora le attuali condizioni di lavoro, istituzionalizzando di fatto il pagamento a cottimo".
"Anche in Piemonte questa forma di pagamento è la preferita dai colossi del food delivery, e ciò avviene nonostante dal novembre del 2018 la nostra Regione si è dotata di una legislazione che vieta la retribuzione a cottimo per ‘le prestazioni dei lavoratori che svolgono, anche attraverso piattaforme digitali, il servizio di consegna a domicilio' - ricorda Grimaldi -, proprio per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori".
"La verità è che in questi due anni, e nonostante le rassicurazioni del Presidente Cirio e dell'Assessora Chiorino, i controlli sono stati pressoché inesistenti e la legge è lettera morta: così - conclude Grimaldi - mentre i contratti pirata (della strada) e il cottimo continuano a viaggiare impuniti per le nostre città, le autorità competenti non fanno il necessario per garantire il rispetto della legge, e la dignità e la sicurezza dei lavoratori".