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Sanità | 10 ottobre 2020, 16:41

La disbiosi ci regala... rabbia, insoddisfazione e apatia

I consigli di nutrigenomica di Simona Oberto

La disbiosi ci regala... rabbia, insoddisfazione e apatia

Vi sentite apatici, indifferenti, immotivati, incapaci di prendere una decisione che potrebbe apportare un cambiamento significativo nella vostra vita. Non vedete vie d’uscita e tutto vi sembra un grande ostacolo da superare. Vi mancano gli stimoli per andare avanti e vivete la routine della giornata nel grigiore della passività. Oppure siete iper reattivi, correte dal mattino alla sera, accumulando ritardi e cose non portate a termine, insoddisfatti e sempre più intolleranti nei confronti di tutto ciò che non appaga le vostre aspettative. Siete nervosi e nevrotici, tanto che vi basta una parola di troppo per sbottare, per offendervi. Perdete facilmente la calma e la lucidità mentale e reagite a volte in maniera esagerata. Magari vivete in uno stato ansiogeno continuo, tanta ansia che, come un fuoco, si riversa sulla bocca dello stomaco e come una morsa vi impedisce di mangiare o al contrario vi costringe a una ricerca famelica del cibo spazzatura.

Il livello di tensione è così alto che vi basta un suono improvviso, che sia una telefonata, una porta che sbatte, una sirena in strada, per scattare come una molla. Oppure siete così sensibili che vi viene da piangere ogni qualvolta qualcuno fa riferimento a qualche aspetto delicato della vostra vita o involontariamente tocca quell’argomento che voi puntualmente cercate di evitare. O forse non riuscite a concentrarvi, la memoria scarseggia, il livello di attenzione cala e avete l’impressione di non riuscire ad avere una giusta lucidità mentale. Di cosa sto parlando? Di emozioni mal gestite, di problemi di natura relazionale, sociale, comportamentale e psicologica. Viviamo in una società dove sta diventando sempre più difficile vivere una vita serena ed equilibrata, soprattutto sotto il punto di vista psicoemotivo. Molte persone vivono in un continuo clima di insofferenza, paura, scetticismo e squilibrio.

Oramai lo sapete: l’ambiente, inteso come terreno, acqua, aria, è sempre più inquinato, lo stesso dicasi del cibo che finisce sulle nostre tavole. Migliaia di input stressogeni, come veleni, tossine e radiazioni ogni giorno, entrando nel nostro organismo, vanno ad attivare una risposta immunogena. Così il nostro sistema immunitario viene chiamato a svolgere un iper lavoro che non è sempre in grado di svolgere al meglio. Lui dovrebbe proteggerci da tutto ciò che è un “no self”, ovvero un corpo estraneo. La distinzione tra self e non-self è alla base della corretta funzionalità del sistema immunitario che, infatti, deve riuscire a riconoscere i propri componenti e preservarli, reagendo, in modo consono, solo alla presenza di agenti estranei e patogeni. Purtroppo non è più così e i nostri sistemi immunitari, sempre più sotto pressione, stanno iniziando a scompensare fino ad attaccare addirittura le stesse cellule dell’organismo (malattie autoimmuni) o al contrario non riescono a contrastare l’attacco di agenti patogeni come virus, batteri, miceti e parassiti che tutti i giorni possono entrare nel nostro organismo attraverso ciò che mangiamo, beviamo, tocchiamo e respiriamo. La presenza eccessiva di questi microrganismi nel tempo ci porta alla disbiosi intestinale, che è una condizione patologica, in cui i batteri patogeni e opportunisti proliferano nell’intestino, rilasciando metaboliti tossici, che si riversano nel sangue e da qui vanno ad alterare la funzionalità organica e metabolica del nostro organismo, compreso quella del nostro sistema nervoso. Ogni superficie del nostro corpo, ogni mucosa, dalla pelle alle pareti interne di tutto il tratto gastrointestinale, urogenitale e apparato respiratorio, è ricoperto da microbi.

Sono sempre più numerose le ricerche scientifiche che dimostrano come un’alterazione della flora batterica intestinale (disbiosi) può nel tempo causare carenze nutrizionali e ritenzione di tossine anche neurotossiche. I batteri “buoni” svolgono infatti un ruolo protettivo nei confronti della mucosa intestinale, la cui integrità è indispensabile per il giusto assorbimento dei nutrienti e l'eliminazione di ciò che non è utile all’organismo e, come tale, deve essere eliminato. In presenza di disbiosi diminuisce la capacità protettiva dei batteri benefici, la mucosa intestinale rimane più esposta e suscettibile all’aggressione delle sostanze tossiche e dei patogeni intestinali. La mucosa diventa porosa, si creano cioè dei varchi tra le cellule, che permettono alle macromolecole alimentari indigerite, alle sostanze di scarto, alle tossine endogene ed esogene, ai virus e ai batteri di entrare nel torrente ematico. A questo punto il sistema immunitario si attiva per rispondere a questa “invasione” di sostanze "no self", mettendo in campo una risposta infiammatoria generalizzata che, giorno dopo giorno, porta allo sviluppo di disfunzioni e patologie che riguardano anche la sfera psicologica. Quando il carico tossinico supera la capacità di depurazione epatica, polmonare, renale e intestinale, la concentrazione di tossine nel sangue rimane elevata e si instaura un terreno disbiotico. Il problema è che lo scompenso disbiotico può influenzare le funzioni cognitive e comportamentali, molto di più di quello che posiamo pensare, attraverso una diretta riprogrammazione dell’asse ipotalamo-ipofisi e ghiandole surrenali. Sto parlando di malattie extra-intestinali correlate all’asse intestino-cervello, malattie che possono colpire il sistema nervoso centrale.

Ad esempio pensate che alcuni batteri possono causare cambiamenti cerebrali attraverso alterazioni del recettore centrale del GABA (il principale neurotrasmettitore inibitore del sistema nervoso centrale), coinvolto nel processo di regolazione dei processi fisiologici e psicologici. Sono sempre più numerosi gli studi scientifici che dimostrano quanto la prima colonizzazione dell’intestino da parte di microbi influenzi il futuro sviluppo del sistema nervoso enterico ma anche quelli che dimostrano che il Microbiota intestinale può influire sullo sviluppo e funzionamento del sistema nervoso centrale. Del resto la disbiosi causa alterazione nell’assorbimento e nella sintesi di nutrienti molto importanti per il nostro cervello, come le vitamine del gruppo B, nello specifico la niacina ovvero vit. B3, l’acido folico, le vit. B6, B12, B1, la vit. C e la vitamina A, ma anche di minerali come il magnesio, lo zinco, il manganese, lo iodio, il ferro e lo zolfo. Ad esempio la carenza di zolfo può contribuire non solo alla genesi di problemi cardiaci ma anche ad alterazioni della sfera psichica come la depressione. Una carenza di ferro viene associata come concausa alla “sindrome da deficit dell’attenzione”. Tutte queste carenze non sono causate solo da un’alimentazione squilibrata ma anche dal fatto che esistono molti batteri patogeni che sottraggono al nostro organismo questi importanti elementi (ferro e zolfo). Attenzione a non sottovalutare le infestazioni parassitarie (vermi), perché vengono sempre più indicate come concause di molti problemi mentali e comportamentali come la rabbia, l’aggressività o le fobie. Altri fattori intestinali che possono causare disturbi mentali come ansia, depressione e deficit cognitivi sono le endotossine lipopolisaccaridi (LPS). Tali molecole fanno parte della membrane esterna dei batteri gram-negativi, microrganismi che sono presenti in minima quantità nel nostro intestino, se la barriera intestinale è sana e funzionante, solo una minuscola quantità di endotossine LPS può passare nel sangue, mentre in presenza di disbiosi se ne riversano alti livelli. Le tossine LPS inducono anche produzione di citochine proinfiammatorie che a loro volta sovra-eccitano il sistema limbico e portano ad una diminuzione di triptofano, il precursore della serotonina, un neurotrasmettitore essenziale per il normale funzionamento del cervello e la cui carenza induce ansia e depressione.

Certo che, affinché le tossine LPS (ed anche altre) possano giungere in circolo nel sangue in dosi sufficienti a creare dei disturbi mentali, occorre un aumento della permeabilità intestinale e della disbiosi, due condizioni favorite da uno squilibrato stile di vita. Ricordatevi che la malattia non dipende mai da una singola causa ma da un insieme di concause. Infatti ogni individuo è il risultato finale di un complesso gioco di interazioni e modificazioni, che cominciano nelle primissime fasi dello sviluppo fetale e proseguono nell’arco della vita”. In conclusione, confermando ciò che da millenni le medicine orientali sostengono, esiste un asse intestino-cervello. I problemi psicologici molto spesso sono la manifestazione di uno squilibrio a livello intestinale (disbiosi/parassitosi).

Quindi ricordatevi che non è più possibile scindere le due cose: intestino e cervello lavorano in feedback e uno può influenzare l’altro a tal punto che dietro a uno scompenso psicoemotivo, più o meno grave, si può nascondere una condizione disbiotica trascurata o sottovalutata. Vi sorprendereste nello scoprire quanta serenità e lucidità mentale può regalarvi un equilibrato Microbiota intestinale. Provare per credere!

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