Economia e lavoro - 14 ottobre 2020, 11:21

Il mattone si muove: la crisi non è passata, ma Torino lancia qualche segnale di vita

Dopo lo stop per il Covid ripartono gli investimenti pubblici (+10%), l'interesse per il bene-casa e le ore lavorate. Si confida nell'effetto Ecobonus e sui fondi europei del Recovery

Qualcosa si muove, tra i mattoni delle costruzioni torinesi. Lo dice l'ultima indagine di Ance Torino, che pur non scongiurando la crisi (le cui origini sono decisamente precedenti al Covid), lascia intravvedere qualche spiraglio.

Nel mese di aprile, in pieno lockdown, sono rimasti aperti un quinto dei cantieri privati e il 38% di quelli pubblici. A maggio, invece, l'edilizia è stata una delle prime realtà a ripartire.

Ma le compravendite nel primo semestre dell'anno si sono ridotte del 27,5%, pagando anche le limitazioni nelle contrattazioni. Da giugno, invece, l'interesse verso l'investimento casa si è rialzato. Lo stesso si può dire per gli investimenti di opere pubbliche: dopo un crollo del -50% al 31 luglio, nei mesi più recenti la tendenza è positiva per il 10%.

"Siamo però in mezzo a una bulimia normativa legata a continui dpcm e maggioranze politiche litigiose", confida il presidente di Ance Torino, Antonio Mattio. "E ad aggravare il calo degli investimenti spesso è la burocrazia eccessiva e i tempi biblici delle gare: ci sono oltre 100 milioni di euro in stallo destinati al Piemonte, di cui 45 solo per Torino e provincia". A cui si aggiungono "i quasi 54 milioni che stanno arrivando in Piemonte per l'edilizia scolastica, di cui quasi metà per Torino".

"Serve poi un grande piano di manutenzioni e ristrutturazioni: siamo in un Paese che sta cadendo a pezzi, ma i fondi stanziati non arrivano mai. E il Piemonte di recente sta pagando il conto di questo dissesto. Mentre un euro in manutenzione ne fa risparmiare 4 nel ripristino, ma la natura ha tempi diversi rispetto alla nostra burocrazia e al continuo rimpallo di responsabilità".

"Ma sul bene-casa, in questi mesi così difficili, si è riflessa una certa differenziazione tra ciò che è superfluo e ciò che non lo è - aggiunge Mattio -. E quindi c'è stato un riscontro di maggiore interesse che dovrà però trovare concretizzazioni in futuro, anche alla luce dell'incertezza, come quando si parla di lockdown mirati o dal blocco dei licenziamenti o delle moratorie dei debiti verso il sistema bancario".

A dare qualche conferma sul fronte della ripresa ci sono le ore della cassa edile, in rialzo del 3% rispetto al trimestre giugno-agosto 2019 e proprio con un agosto che ha visto dimezzare la cassa integrazione rispetto a luglio.

Lo Smart working però preoccupa e rallenta. "Speriamo che si allenti un po' sulla pubblica amministrazione, perché questo ci sta causando enormi rallentamenti. Si rischia di navigare a vista", dice ancora Mattio.

E sul fronte del Recovery fund "è possibile che nei prossimi 6 anni arrivino in Piemonte tra gli 8 e i 9 miliardi di euro, che potrebbero diventare oltre 13 con un buon uso del Mes e dei fondi strutturali. Occorre fare impulso alle opere pubbliche, sia ordinarie che quelle come la metropolitana verso Rivoli o la Torino-Lione".

L'Ecobonus "può dare un impulso, anche se noi nasciamo come costruttori, ma anche in questo caso sono i tempi a essere decisivi, con il rischio di una domanda che non è possibile soddisfare con l'offerta. Bisognerebbe spostare il termine temporale almeno fino al 2023, se non renderlo perpetuo".

Massimiliano Sciullo