A sette anni dalla scomparsa del maestro Giacomo Soffiantino l’Associazione Piemontese Arte, presieduta da Riccardo Cordero, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Città di Carmagnola gli dedica un'importante retrospettiva negli spazi di Palazzo Lomellini.
"Questa mostra è il primo omaggio pubblico ad uno degli artisti che hanno fortemente segnato, nella seconda metà del novecento, la vita artistica italiana - scrive l’assessore Alessandro Cammarata nella presentazione in catalogo -. E’ una visione completa del suo ciclo pittorico, dai primi anni ’60 fino all’ultimo quadro rimasto incompiuto ed a cui aveva ancora lavorato pochi giorni prima della morte. Il tutto documentato nel bel catalogo con grafica di Claudio Ruffino, edito per l’occasione, che contiene tutte le immagini delle opere esposte e un approfondito testo del Professor Francesco De Bartolomeis, legato con l’artista da profonda amicizia e stima".
"Fino agli inizi degli anni Sessanta la sua ricerca è come se trattenesse pensieri complessi, emozioni profonde, miscelamenti di eventi - scrive proprio De Bartolomeis all'interno del catalogo -. È con il ciclo I musulmani: Olocausto del 1960-1962 che forze latenti vengono alla luce e sfidano la complessità. Il ciclo è destinato a un lungo periodo di clandestinità, anche se alcune opere furono presenti in mostre come dipinti accanto ad altri dipinti. Non se ne vide il valore particolare".
"Il Trittico è una sorta di summa del mondo dell’artista. Gremita di fatti di natura in diverso stato, l’opera richiede che si passi dalla ricognizione di simboli all’esplorazione della loro realtà pittorica. Nella vita entra l’angoscia, il senso della morte e dell’assenza. Si sprofonda e si emerge. I segni-fili, fitti o radi, sono legami inestricabili ma anche sostegni precari.
I simboli. La terra = sostanza fecondata, materia generatrice; Il bosco=coesistenza di mondo sotterraneo, di terra e di tendenza verso il cielo; La sorgente=generazione di vita, purificazione. Nel processo metamorfico ciclico ciò che è vivo e crea senza sosta si confronta con ciò che è morto e si dissolve per generare nuova vita. Un angoscioso tentativo di trovare un ordine nel mutamento e nell’irregolarità".
Appuntamento dal 23 ottobre al 20 dicembre.