"Gestione inefficiente e delinquenziale della seconda ondata". Pesano come un macigno i giudizi che diversi consiglieri comunali torinesi hanno espresso sulla Regione Piemonte, in merito alla gestione della pandemia.
Dalle code per i tamponi alla tracciabilità dei contatti, passando per i centralini Asl irraggiungibili e l’attivazione delle Usca, è una condanna unanime quella che si leva dal Consiglio comunale di Torino verso la Regione Piemonte, organismo di grado superiore chiamato a gestire la pandemia. Al netto di opinioni differenti tra i consiglieri, il comune denominatore in grado di riunire tutte le voci sotto un unico cappello sembra essere uno: la mancata programmazione tra la prima e la seconda ondata.
Se gli eventi di marzo vengono considerati difficili da affrontare a causa di una situazione imprevedibile, l’annunciato boom dei contagi autunnale ha spinto i consiglieri comunali di Torino a puntare il dito contro i colleghi della Giunta Cirio, rei di "non aver dato risposte efficaci ai cittadini".
La posizione più dura è quella di Andrea Russi (M5s), nella doppia veste di consigliere comunale e di operatore sanitario: "La situazione è disastrosa, ho vissuto le carenze della Giunta regionale. Alcuni miei colleghi sono morti a causa della mancanza di dispositivi di protezione individuale negli ospedali. Vediamo ogni giorno code per un tampone, aumento dei contagi, maggior numero di decessi in rapporto con il numero di abitanti e posti letto carenti".
"La gestione è delinquenziale, era noto a tutti che la seconda ondata sarebbe arrivata in autunno e ci sarebbe stato il tempo per correggere gli errori commessi durante la prima ondata” ha concluso Russi.
Chi ha vissuto sulla propria pelle la disorganizzazione sono i consiglieri Marco Chessa (M5s) e Maria Grazia Grippo (Pd). Attualmente positiva al Covid, la consigliera Grippo ha raccontato la sua esperienza, rivelando tutte le carenze di un sistema in affanno: "Sto ancora aspettando di essere contattata dall’Asl. Il fatto che io abbia la capacità di avere informazioni e strumenti per poter creare una rete di protezione nei confronti delle persone con cui sono venuta in contatto non significa che questa condizione sia condivisa dagli altri cittadini. Non è stato fatto alcun lavoro di programmazione".
Guarito dopo 25 giorni di isolamento, il consigliere Chessa ha sottolineato le falle del sistema di tracciamento: "Dopo aver fornito la lista dei contatti, alcune persone sono state rintracciate dopo più di 10 giorni: le risposte delle aziende sanitarie locali sono state totalmente inefficaci. E’ ora di potenziare la struttura per fronteggiare l’emergenza, ma forse è già tardi. Paghiamo una scarsa programmazione di chi avrebbe dovuto occuparsene".
Duro contro la Regione anche il consigliere Federico Mensio (M5s): "Il pesce puzza dalla testa, c’è una totale incapacità degli organi competenti di dare informazioni chiare, precise e tempestive".