Attualità - 03 novembre 2020, 12:45

Museo Egizio, Christillin: "Chiusura è imminente, ma andremo avanti". Greco: "La politica non si dimentichi della cultura"

Cirio: "Come regione faremo sacrifici, ma solo se il governo ci darà la prospettiva di una ripartenza certa, senza fermarci più"

“Aspettiamo da un giorno all’altro di venire chiusi, ma non ci fermeremo”. Così ha esordito la presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie Evelina Christillin nel corso della presentazione online del nuovo progetto “Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri”, in collaborazione col Centro Studi Piemontesi e patrocinato dalla Regione Piemonte.

“Questa mattina ho fatto un giro per le sale, e c’era una coppia di Genova, hanno il figlio che studia qui e sono venuti a trovarlo. Mi hanno detto: non credevamo foste aperti, siamo troppo contenti, ci regalate due ore di serenità. Ecco, questo è il nostro scopo e continueremo così, sempre rispettando l’emergenza e senza chiedere alcun tipo di trattamento privilegiato. Ma ci fa piacere che, ancora oggi, con le imminenti restrizioni del nuovo Dpcm, ci sia qualcuno che abbia voluto varcare il nostro portone”.

“Il Museo Egizio non si ferma - ha ribadito -, anche se, per noi, dall’inizio dell’anno, è la terza chiusura. Siamo stati chiusi la prima volta il 24 febbraio, all’inizio della pandemia, e abbiamo riaperto il 29, per poi chiudere ancora l’8 marzo e ripartire il 2 di giugno. Ma stiamo sempre attenti a non dimenticare il nostro pubblico e chiunque abbia voglia di ascoltarci”.

Alla presentazione stampa è intervenuto anche il governatore Alberto Cirio: “Tutto il Piemonte non si ferma - ha affermato -: anche se, come regione, saremo costretti a fermare alcune delle nostre attività, perché la tutela della vita viene prima di ogni altra cosa, sarà una sospensione che vogliamo vedere breve, per essere pronti a ripartire quanto prima e senza doverci più fermare”.

“I meccanismi dello stop and go - ha aggiunto - sono terribili, difficili, complicati, specie in un contesto di delicata salute economica come quello attuale. Ma proprio per questo voglio ribadire che un’istituzione come il Muse Egizio ci sarà anche dopo, riconfermandosi una delle grandi leve d’attrazione della regione. Questo è lo spirito giusto con cui dobbiamo approcciarci a queste settimane, che saranno certamente dolorose, ma avranno una fine”.

“Noi - ha concluso - possiamo fare un sacrificio, ma solo chiedendo al governo la prospettiva certa di ripartire, questa volta per sempre. Credo che tutti insieme possiamo dare un bel messaggio e arrivare alle persone che in questo momento devono muoversi di meno, restando il più possibile a casa per il contenimento del virus. La cultura e l’arte non devono essere per pochi e non solo per quelli che le capiscono, abbiamo il dovere di farle conoscere ai più. Sono felice dunque che il Museo Egizio sia un’eccellenza mondiale, ma soprattutto un posto popolare”.

Ed è alla politica che si è poi direttamente rivolto il direttore Christian Greco, invitando la Regione Piemonte a farsi tramite, con il governo, di un messaggio: "La pandemia finirà, e questo ce lo insegna la prospettiva diacronica con cui osserviamo le vicende storiche, ma che le istituzioni non si dimentichino dell'arte e della cultura, al centro della nostra società. Vorrei che il Museo Egizio fosse davvero la casa di tutti e che l'Italia, da grande magazzino di opere d'arte, diventasse un serbatoio di insegnamenti, per il mondo intero, su come si fanno ricerca e cultura". 

Manuela Marascio