Attualità - 13 novembre 2020, 18:52

“Un tavolo di progettazione per le realtà coreutiche”: Torino sulle punte a sostegno della danza

L'assessora Leon si impegna a trovare soluzioni per le falle economiche: "Le compagnie facciano rete. Teatro Nuovo e Cavallerizza poli essenziali". E la Lavanderia a Vapore diventa un atelier di respiro europeo

La Compagnia EgriBianco Danza

Un tavolo di progettazione condiviso con tutte le principali compagnie di danza torinesi. È quanto promesso dall’assessora alla cultura Francesca Leon per sostenere un settore che vanta eccellenze riconosciute a livello nazione e internazionale, ma che ora è messo nuovamente a dura prova dalle restrizioni anti-Covid.

Proprio questa mattina, per via telematica, Palazzo Civico ha accolto testimonianze e richieste da parte dei maggiori enti coreutici attivi sul territorio, alcuni dei quali, come il festival Torinodanza, diretto da Anna Cremonini, si sono ritrovati a stravolgere da un giorno all’altro le iniziative in programma negli ultimi mesi, trasferendo spettacoli online, sperimentando forme di performance “diffuse” o sostituendo gli artisti internazionali impossibilitati a valicare i confini. 

Uno degli ultimi strumenti messi in campo dall’amministrazione, come forma di finanziamento al mondo culturale, è stato il bando Torino Arti Performative, i cui esiti (per la terza annualità 2018-20 e per il solo anno 2020) sono stati comunicati a fine luglio. 

Siamo consapevoli che non basti - ha chiarito Leon -. Vogliamo intervenire laddove questa modalità di contributo non è stata efficace. Per questo mi attiverò immediatamente per organizzare un incontro specifico e definire l’entità reale del problema economico. Nemmeno in ambito governativo si è mai parlato della danza in particolare, ma sempre dello spettacolo in generale. Ora dobbiamo capire quali buchi persistano a fronte dei ristori elargiti”. 

C’è poi la questione degli spazi e della loro piena frazione. “Non ce ne sono abbastanza -, ha confermato Leon -. Bisogna trovare soluzioni per condividerli tra tutte le compagnie e crearne di nuovi. Un punto fermo dovrà essere il riutilizzo del Teatro Nuovo, ottimo centro per la crescita del settore, così come la Cavallerizza Reale [oggetto di un Piano unitario di riqualificazione, di prossima approvazione, ndr]. L'obiettivo dev'essere riconnettere tutti gli elementi della filiera. Torino ha una posizione importante in Italia per lo sviluppo della danza, ed è anche apprezzata fuori confine”. 

Nel bilancio di previsione - ha concluso Leon - cercheremo di riequilibrare le risorse, avendo necessità di ampliare gli ambiti di intervento. Vorremmo anche aiutare le compagnie a reperire fondi non pubblici, contando sull’impegno di Fondazione per la Cultura per tutto il 2021”.

Un processo già auspicato dal presidente della commissione cultura Massimo Giovara, firmatario di una mozione, poche settimane fa, in cui si richiedeva alla Città di attivarsi per istituire, proprio mediante la Fondazione, un fondo permanente cui potessero afferire anche donazioni di enti e cittadini privati, per poi ridistribuirli “a sostegno degli enti piccoli e medi che seguano i principi di imparzialità ed efficacia e massima diffusione territoriale di eventi”, soprattutto nelle zone più carenti. 

Ma il rilancio coreutico non dovrà esaurirsi entro i confini del capoluogo. Lo dimostra il peso specifico dell’unico centro di residenza per la danza in Piemonte, la Lavanderia a Vapore di Collegno. Un caposaldo che continua a dialogare con l’intero tessuto metropolitano e non solo, ponendosi come punto di riferimento tanto per la formazione quanto per la ricerca e la rappresentazione on stage. “Sarebbe interessante - ha proposto Matteo Negrin, direttore di Fondazione Piemonte dal Vivo, - accogliere in quella struttura gli ultimi progetti di tutte le realtà sostenute dal bando Tap, contando sull’allestimento molto funzionale di due sale di posa. Nella prossima primavere ci sarà anche la possibilità di organizzarvi un vero e proprio atelier, accogliendo tutte le altre Case della Danza europee, membri di EDN – European Dancehouse Network, per un momento di relazione e scambio”.  

Manuela Marascio