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Attualità | 18 novembre 2020, 18:07

I sindaci della Val Pellice irremovibili sulle deroghe per gli abbruciamenti

La risposta a Legambiente: «Per noi significa scongiurare il rischio incendio»

I sindaci della Val Pellice irremovibili sulle deroghe per gli abbruciamenti

«Ben venga l’intervento di Legambiente che richiama l’attenzione dei sindaci sui temi ambientali, ma non credo che la deroga di quatto settimane per gli abbruciamenti a Villar Pellice influisca in maniera rilevante sui limiti di pm10, rispetto, ad esempio, ai problemi che provoca l’inquinamento cittadino» così Lilia Garnier, sindaco di Villar Pellice, risponde all’allarme lanciato da Legambiente Valpellice dopo che molti dei Comuni della valle hanno aderito alla possibilità di derogare al termine del periodo consentito per l’accensione dei fuochi.

Legambiente punta l’attenzione sul contributo di tale pratica nell’incrementare il livello di pm10 nell’aria. Le soglie di concentrazione dell’inquinante infatti sono state superate da diverse aree italiane, compresa la Pianura Padana, tanto che recentemente la Corte di giustizia europea ha accolto il ricorso della Commissione europea nei confronti dell’Italia, per il superamento sistematico e continuato di tali soglie.

«Per noi poter bruciare i residui vegetali significa e mantenere puliti i boschi, condizione fondamentale per scongiurare il rischio incendio – argomenta Garnier –. Le zone, anche vicino a noi, colpite da grandi incendi, solitamente sono quelle dove per anni nessuno ha fatto pulizia di foglie e ricci».

In merito all’osservazione di Legambiente in base alla quale le deroghe mettono a rischio la salute pubblica, Garnier fa notare come «C’è scritto nelle ordinanze stesse con cui viene ammessa la deroga: in caso di superamento dei livelli di polveri sottili i Comuni revocano l’atto. Stesso provvedimento viene preso in caso di condizioni meteorologiche, climatiche e ambientali sfavorevoli».

È il sindaco di Luserna San Giovanni e presidente dell’Unione montana, Duilio Canale, invece, a rispondere all’accusa dell’associazione di favorire il ricorso agli bruciamenti anche per i proprietari delle seconde case, autorizzando le deroghe nel fine settimana: «Sottolineo che chi semplicemente deve pulire il giardino di casa deve buttare i residui nei cassonetti dedicati o in eco isola. Del resto la deroga stabilisce che vengano rispettate le distanze dagli edifici di terzi». Riguardo inoltre all’allarme sul fatto che le ordinanze dei Comuni favoriscano l’accensione dei fuochi in orario serale, momento della giornata in cui gli inquinanti si stratificherebbero ad un’altezza più rischiosa par la salute, Canale commenta: «Nelle ordinanze non abbiamo specificato orari ma la possibilità di bruciare dall’alba al tramonto».

Sul rischio che le sanzioni europee per lo sforamento del pm10 si ribaltino sui Comuni, i due sindaci sono concordi: «Non mi risulta che i Comuni che hanno derogato corrono un rischio specifico per il pagamento di tali sanzioni» dichiara Canale. 

Elisa Rollino

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