Economia e lavoro - 20 novembre 2020, 10:37

Lo sviluppo a Torino parla (anche) straniero: nell'anno del Covid le aziende non italiane sono aumentate del 3,5%

Nel capoluogo e in provincia operano già più di 27mila imprese guidate da persone provenienti da altri Paesi, con tassi di crescita costantemente positivi e in controtendenza. Le prime nazionalità sono quella romena e marocchina, poi Cina e Albania

Tra tutti i dati e i bilanci che in questo periodo rappresentano lo stato di salute dell'economia locale, ce n'è solo uno che - ostinatamente - si pone in controtendenza: l'imprenditoria guidata da stranieri, che attualmente a Torino e provincia conta oltre 27mila attività e che mostra tassi di crescita costantemente positivi, a differenza della media complessiva.   

Numeri alla mano, il capoluogo piemontese si colloca terzo fra le province italiane per numero di imprese straniere dopo Roma e Milano. A fine settembre 2020 erano il 4,4% di quelle presenti sul territorio nazionale. Per la quasi totalità sono nate nel nuovo millennio (il 96%) e sono a partecipazione straniera esclusiva (il 96%). Quasi il 20% è costituito da imprese giovanili.

In crescita di oltre il 25% nell’ultimo decennio, le imprese straniere torinesi nei primi 9 mesi di quest’anno hanno registrato un aumento del +3,48% (mentre le altre imprese sono in calo, con un -0,4% in pieno periodo Covid). Nonostante il periodo di grande difficoltà, le imprese straniere crescono in tutti i settori, in particolare nei servizi alla persona (+8,9%) e alle imprese (+5,3%) oltre alle costruzioni (+4,4%), il primo settore per presenza di imprese straniere.

Attualmente, presso il registro imprese della Camera di commercio di Torino sono registrate 37.431 posizioni imprenditoriali (cariche rivestite da persone nate all’estero), una testimonianza significativa della presenza straniera nel tessuto economico torinese. Anch’esse risultano in crescita, del +2,9% negli ultimi nove mesi e del +19,8% nell’ultimo decennio.

Si tratta nuovamente di un’imprenditoria mediamente giovane: il 6,7% degli imprenditori ha fra i 18 e i 29 anni e il 58,4% ha fra i 30 e i 49 anni (contro il 3,7% e il 32,8% degli italiani); la presenza femminile è cresciuta negli anni ma sempre con un peso analogo a quello della componente italiana (il 28% rispetto al 31% italiano).

Le prime due nazionalità – romena (il 23,3% del totale) e marocchina (il 15,1%) – insieme a Cina e Albania, rappresentano oltre il 50% della presenza imprenditoriale di origine immigrata. Nei nove mesi del 2020 la presenza romena e marocchina sono cresciute rispettivamente del +2,2% e +1,2%.

“Per un immigrato l’avvio di impresa è uno strumento doppiamente vantaggioso: da un lato rappresenta una modalità per contribuire alla crescita economica del paese ospitante, dall’altro è l’occasione per integrarsi nella società sfruttando e valorizzando le proprie competenze e capacità professionali - ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina – L’imprenditoria straniera in provincia di Torino è cresciuta negli ultimi 10 anni del 25% e, anche in questo periodo non facile, continua a registrare tassi di crescita positivi".

Ecco perché, proprio dall'ambiente camerale, prende il via il progetto Futurae, che vuole valorizzare e far crescere questa ricchezza, anche facendo rete con tutti gli attori interessati al tema dell’integrazione economica dei migranti, tra cui enti territoriali, associazioni datoriali e di categoria, sindacati, terzo settore.

Finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie 2018 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Futurae è promosso da Unioncamere e realizzato da 18 Camere di commercio, tra cui quella di Torino. Si propone, attraverso un percorso di sostegno e accompagnamento finalizzato all’avvio di impresa, di realizzare le condizioni favorevoli alla creazione e allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali costituite da migranti, contribuendo alla crescita occupazionale e supportando l’integrazione dei cittadini di paesi terzi regolarmente già presenti in Italia.

Possono partecipare al progetto persone con background migratorio, comprese le seconde generazioni, senza limiti di età, anche occupate, regolarmente presenti in Italia e motivate ad avviare un’attività imprenditoriale. I partecipanti selezionati riceveranno gratuitamente servizi qualificati di orientamento, formazione, assistenza e mentoring per acquisire le competenze tecniche necessarie per avviare con successo la propria impresa.

Il prossimo 24 novembre è previsto un seminario webinar di orientamento per illustrare finalità e fasi del progetto e per proporre una riflessione guidata sul significato dell’essere imprenditore. Tutte le info su www.to.camcom.it/futurae

Massimiliano Sciullo