Cultura e spettacoli - 21 novembre 2020, 17:44

L'audiovisivo resiste in Piemonte: 85 i progetti sostenuti da Film Commission dall'inizio della pandemia

L'Osservatorio Culturale del Piemonte ha registrato una perdita degli incassi nelle sale cinema pari al 65%. Boggio (Agis): "Ora si sopravvive, ma dobbiamo tornare in sala"

Nel corpo ferito e acciaccato della cultura piemontese, il cinema costituisce un organo ancora ben funzionante. E' quanto si evince dall’ultima indagine svolta dall’Osservatorio Culturale del Piemonte, e finanziata dalla Camera di Commercio di Torino, sul settore dell’audiovisivo nella regione. La ricerca, avviata nel 2019 e completata all'inizio dell'anno, prima dello scoppio della pandemia, è stata presentata questa mattina dal direttore di Film Commission Torino Piemonte Paolo Manera all'interno di Torino Film Industry

Lampante la vivacità interna al settore. Nel solo comparto relativo a produzione, post produzione e distribuzione operano 370 imprese (pari al 5,8% del totale nazionale), che danno lavoro a un migliaio di addetti e generano un valore aggiunto di 17,3 milioni di euro. Numeri significativi anche in ambito televisivo, con 41 aziende, 1150 operatori e 19,4 milioni di euro di valore aggiunto.

"I dati - ha commentato il presidente della Camera di Commercio Dario Gallina - mostrano con chiarezza il valore di questo comparto e la necessità di continuare a sostenerlo, soprattutto dopo un anno così problematico. E' un settore che rappresenta un indotto di competenze e know-how da mettere in evidenza, orientando le scelte di investimenti futuri verso quelle filiere che possano dare un contributo diverso e innovativo al territorio". 

Guardando all'industria, prevalgono, in Piemonte, forme organizzative agili: il 55,4% è rappresentato da imprenditori individuali o liberi professionisti, il 26,5% da srl. Tra i principali settori della produzione audiovisiva, il 77% è coperto da documentari, il 52% da cortometraggi. 

"Durante l'emergenza Covid - ha commentato il direttore dell'Osservatorio Luca Dal Polzzolo - la produzione cinematografica sembra aver tenuto bene, e si vedono adesso segnali importanti di recupero. Interessante anche rilevare che la chiusura di musei teatri ha comportato lo spostamento sul web e sui canali digitali di format che richiedono tutte quelle competenze proprie delle filiera dell’audiovisivo. Si sta aprendo quindi un nuovo spazio d'azione". 

Resta drammatico, tuttavia, lo scenario delle sale cinematografiche, che stavano vivendo un recupero, nel 2019, di una pericolosa inflessione iniziata nel 2017. Nel 2018 se ne contavano 246 in tutto il Piemonte, cui vanno aggiunti numerosi locali parrocchiali. L’offerta, misurata in numero di schermi e non di sale, è cresciuta del 7% fra 2014 e 2018, ma in modo estremamente concentrato, se pensiamo che il 50% si trova nell’area metropolitana di Torino. 

Ora, otre al lockdown e agli ingressi contingentati, il settore sconta una minore propensione del pubblico a frequentare luoghi di aggregazione e l’impoverimento dell’offerta (l’uscita in sala delle principali produzioni italiane e internazionale è stata posticipata al 2021). Nel periodo di riapertura dal 15 giugno al 26 ottobre, oltre il 20% delle sale presenti sul territorio nazionale non ha riaperto. Si è passati da 272.025 ingressi a gennaio a 58.964 nel mese ottobre (-78%); per gli incassi, un crollo da 13.595.810 a 4.801.559 euro (-65%).

"A oggi possiamo dire che il cinema, malgrado le sale chiuse, sopravvive grazie alle produzioni sul territorio - ha chiarito Luigi Boggio, presidente di Agis Piemonte -. Ma è ben diverso dal dire che questo gli basti per vivere. Il cinema è vivo solo se le sale sono aperte. E' insostituibile l'azione del ritrovarsi come comunità a vedere un film proiettato, e poi commentarlo all’uscita". 

In definitiva, nell'anno del suo ventesimo anniversario, Film Commission può vantare oltre di 1300 progetti sostenuti attraverso un ampio ventaglio di strumenti di supporto (di cui 208 nel 2019 e 85, finora, nel 2020). I “moduli ospiti”, spazi di lavoro a disposizione delle produzioni, che occupano oltre il 50% della superficie della sede, rappresentano un sostegno essenziale alla realizzazione dei progetti in loco - caso quasi unico a livello nazionale. Il catalogo di oltre 700 location per le riprese e il servizio di assistenza personalizzata alla ricerca dei luoghi, con un location manager dedicato, sono un’altra importante iniziativa per promuovere il Piemonte come set di ripresa. 

Dal 2014 a oggi, FCTP ha inoltre sostenuto 262 produzioni di imprese piemontesi attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto per un totale di 2,6 milioni di euro, tra cui spicca il Piemonte Doc Film Fund, bando dedicato ai documentari. Il 2020 avrebbe dovuto essere un anno di sviluppo e potenziamento delle attività ma la pandemia ha ridisegnato le prospettive. Sperimentando nuove modalità di intervento, il Piemonte Doc Film Fund ha raggiunto quota 450 mila euro e la dotazione del Piemonte Film TV Development Film Fund è cresciuta del 20%.

Infine, la Regione Piemonte ha istituito il Piemonte Film TV Fund, con una dotazione di 4,5 milioni di euro per il triennio 2018-2020, finalizzato ad attrarre sul territorio nuove imprese e favorire gli investimenti, così da generare esternalità positive sull’occupazione e sull’indotto.

"Uno dei motivi di trasformazione di Torino dalla città industriale che era un tempo è da ricercarsi anche nel lavoro sapiente compiuto da Film Commission - ha ricordato il suo presidente, Paolo Damilano -. Torino ha ospitato negli anni una serie di produzioni cinematografiche di grande qualità, contribuendo alla formazione e alla crescita di maestranze locali. E tutto il comparto piemontese è ormai riconosciuto come industria capace di produrre ricchezza e alimentare il mercato del lavoro. I dati raccolti dallo studio mostrano la produttività dell'audiovisivo: elementi portanti, ai quali vorrei aggiungere la dinamicità e la capacità di reinventarsi che anche in questi mesi difficili hanno permesso al cinema piemontese di non arrestarsi mai. Sarà fondamentale, per i prossimi anni, impiegare contributi nazionali ed europei nei settori che potranno far ripartire il territorio".  

Manuela Marascio