Si sono ritrovati chiusi (un club peraltro particolarmente ristretto) e non hanno ricevuto né sostegno, né spiegazioni. Ecco perché, anche se all'orizzonte si profila un allentamento delle misure di prevenzione, questa mattina in piazza Castello il settore delle cure estetiche ha voluto fare sentire la propria voce.
"Nessuno ha mai spiegato perché i centri estetici siano rimasti chiusi, con la zona rossa - dice Vito Gioia, esponente di Federvie - anche se alcuni di questi centri hanno protocolli paragonabili a quelli adottati presso gli ambulatori. E poi questo blocco non ha fatto altro che alimentare il lavoro nero, che è su tutto l'aspetto più grave".
"Da un punto di vista pratico, poi, a molti i ristori non sono ancora arrivati e comunque non sono sufficienti a compensare la chiusura di un'attività".
E se a livello nazionale la categoria si basta organizzando, la pazienza è già esaurita. "Siamo stanchi di essere presi in giro - dice Maria Mediati, rappresentante della futura sigla nazionale di categoria di Unione estetiste - e senza mai aver avuto spiegazione o motivazione, pur adottando tutti i massimi parametri di sicurezza, anche al di sopra di quelli che sono gli obblighi di legge. Io non ci sto più. Non chiudo più". "E se per le estetiste abusive serve il mandato di perquisizione - aggiunge - allora lo pretendo anche per verificare da me e nel frattempo resto aperta. E voglio vedere se ci vengono anche a chiedere le tasse".