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Sanità | 28 novembre 2020, 07:00

Comportamenti equilibrati sono sintomo di salute. I consigli di nutrigenomica a cura di Simona Oberto

Quanta energia “sprecata” e buttata via per realizzare questa “interiorizzazione forzata” e questa “gabbia emozionale”!

Comportamenti equilibrati sono sintomo di salute. I consigli di nutrigenomica a cura di Simona Oberto

Non esiste un modello unitario di salute, nè protocolli o “ricette magiche”, perché la salute è un insieme di sane abitudini che ogni individuo dovrebbe imparare a seguire, seguendo la logica e il buon senso, la coerenza e l'equilibrio, armandosi di volontà, apertura mentale, disposizione al cambiamento e soprattutto di “consapevolezza”. La salute è equilibrio, un equilibrio che nel nostro organismo si chiama omeostasi. Più volte, ho sottolineato quanto sia importante prendersi cura del nostro corpo. Del resto, il corpo è un contenitore (atanor) e come tale deve essere preservato. In che modo? Seguendo un'alimentazione sana ed equilibrata, ricca di bio-nutrienti; favorendo e stimolando l'eliminazione quotidiana delle “scorie”, attraverso gli organi emuntori; rafforzando il sistema immunitario; assicurandosi una buona digestione; migliorando la respirazione; praticando un'attività fisica regolare; cercando di curare anche la nostra vita sessuale, rendendola il più possibile appagante.

Certo! Nutrire, proteggere, rafforzare e migliorare il funzionamento e le prestazioni del nostro corpo, sono tutti comportamenti salutari molto importanti. Al contrario, ignorare i suoi bisogni, vuol dire condannarlo ad un più veloce e inevitabile deterioramento. Del resto, un “terreno” intossicato si indebolisce facilmente, diventando più propenso a contrarre infezioni e, nel tempo, può andare incontro a degenerazioni gravi, come quelle cancerogene! Prenderci cura del nostro corpo, però non basta, per garantirci la salute. Non possiamo limitarci a considerare l'uomo come un mero “involucro di carne”, perchè l’essere umano è caratterizzato anche da un’altra importantissima dimensione che è quella psico-emozionale. Esprimere le nostre emozioni, sotto il controllo di una mente lucida ed equilibrata, è fondamentale per la nostra salute; così come eliminare lo stress e le tensioni quotidiane, generate dalla paura, dalla rabbia e dalle frustrazioni della vita. Più volte, ho parlato dello stretto legame esistente tra il corpo e la nostra mente. Le emozioni e i nostri pensieri sono trasmessi dalla mente al nostro organismo tramite il sistema nervoso, ovvero l’insieme di organi e strutture che trasmettono segnali alle diverse parti del corpo, per coordinare le funzioni fisiche e psicologiche. Solo una mente equilibrata potrà guidare e mantenere un corpo, altrettanto, equilibrato. Diventa quindi fondamentale imparare ad eliminare lo stress quotidiano attraverso l'espressione emozionale, sfruttando al massimo le immense risorse della nostra mente. Le emozioni sono delle risposte psicofisiologiche attraverso le quali l’organismo risponde a ciò che accade attorno a lui, soprattutto quando viene stimolato da cambiamenti ed eventi soggettivamente significativi.

Si ritiene che le emozioni abbiano sede in una specifica area del cervello, chiamata “Sistema Limbico”. Il primo esperto che ha parlato di area cerebrale, dandogli il nome di “grande lobo limbico”, fu Paul Broca, antropologo e neurologo vissuto nel XIX secolo. Il Sistema Limbico o “cervello emotivo”, è costituito da molteplici e interconnesse “strutture cerebrali” che coordinano i compiti di percepire, controllare ed esprimere le emozioni. Quando parliamo di emozioni, la più importante struttura cerebrale che dobbiamo nominare è l’amigdala che è il principale centro in cui vengono gestite le emozioni e dove ha origine la paura. Ma le emozioni sono anche connesse con un’altra importante parte del sistema Nervoso: il Sistema Nervoso Autonomo, così definito perché riguarda tutte quelle reazioni fisiologiche che si svolgono “autonomamente” come: l’accelerazione del battito cardiaco; la sudorazione; l’attività gastrointestinale; la contrazione muscolare. Vi sarà sicuramente capitato, provando una determinata emozione, di incorrere in un improvviso aumento della sudorazione, un tremore muscolare o un’accelerazione del battito cardiaco, oppure di arrossire o impallidire, in modo involontario. Certo, non possiamo pretendere di essere in grado di gestire le reazioni fisiologiche involontarie, su cui non abbiamo alcun controllo, ma possiamo imparare a gestire ciò che è responsabile delle suddette reazioni, vale a dire: le emozioni. Nella storia del pensiero umano le emozioni, molto spesso, hanno ricoperto un ruolo secondario.

I filosofi infatti hanno sempre distinto tra ragione ed emozioni, relegando la “sfera emotiva” a una dimensione inferiore, rispetto alla ragione, considerata l’unica in grado di elevare l’uomo a un livello superiore. Platone, ad esempio, dava alle emozioni un valore negativo, perché incontrollabili e di ostacolo alla ragione. Secondo gli stoici e gli epicurei, solo eliminando le emozioni, era possibile vivere serenamente. Non parliamo poi della filosofia orientale, in particolare quella buddhista, per cui, l’elevazione del sé passa attraverso il completo e definitivo annullamento dei desideri e delle passioni. Aristotele, invece, attribuiva alle emozioni un ruolo diverso, sostenendo che, pur restando vero che esse ci accomunano agli animali, solo attraverso la loro gestione razionale, cioè attraverso il controllo da parte della mente, l’uomo può elevarsi. A partire dall’Ottocento le emozioni hanno cominciato ad essere studiate e analizzate scientificamente, ma solo alla fine del secolo scorso è stato riconosciuto loro un ruolo importante all’interno delle discipline umane. A mio parere, le emozioni hanno un ruolo fondamentale nel mantenimento del nostro stato di salute psicofisica, perché le nostre cellule si nutrono anche di emozioni e una loro cattiva gestione può farle ammalare. La stessa Nutrigenomica sottolinea il fatto che esiste anche un altro tipo di cibo: quello emozionale, il cui sapore è intimamente legato al nostro vissuto personale. L’apparato gastrointestinale dunque è chiamato a digerire non solo gli alimenti, ma anche le emozioni, legate ai nostri pensieri. Pensate a queste frasi: “Quante ne ho dovute mandar giù”. “Questa situazione proprio non la digerisco”. “Quel tipo mi sta sullo stomaco”. “Ho dovuto inghiottire un boccone amaro”. “E’ inutile che insisti…proprio non me la bevo”.

Ecco sono tutte frasi comuni in cui l’avversione emotiva, verso persone e situazioni, è vissuta anche a livello gastrico. Possiamo dire che i sentimenti, i pensieri, le emozioni e il cibo vengono inconsapevolmente trattati proprio come se fossero la stessa cosa. Il "bruciore allo stomaco" parla della presenza di un fuoco che brucia all'interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione. La difficoltà digestiva ci racconta una difficoltà a “digerire” ciò che la vita ci offre. La collera, nei confronti di un evento che abbiamo trovato ingiusto e davanti al quale ci siamo sentiti impotenti, ci rode all'interno, fino a determinare un rancore e un astio che, nel tempo, potranno causarci acidosi, reflussi e ulcere. Insomma le emozioni possono “bucare” le nostre mucose gastrointestinali. Il gusto amaro in bocca o la nausea, molto legati al fegato e al suo cattivo funzionamento, ci raccontano di un difficile rapporto con il mondo esterno che ci delude, ci demoralizza e ci lascia proprio “l’amaro in bocca”. A mio parere, le emozioni vanno riconosciute e gestite, altrimenti il rischio è che prendano il sopravvento. Emozioni come la rabbia e la paura non mettono a rischio solo la salute organica, ma possono offuscare la nostra mente e dare luogo a reazioni immediate e istintive, spesso fuori controllo, perché la mente smette di ragionare con lucidità. Ecco perché la salute necessita di una mente lucida in grado di gestire le emozioni. Dobbiamo imparare a controllarle, a distinguerle e a utilizzarle, per guidare le nostre azioni in modo equilibrato. Gestire e controllare però non significa reprimere o nascondere, perché questo atteggiamento ci porta inevitabilmente a subire situazioni e persone, alimentando così la nostra frustrazione. Trattenere la collera, il disappunto, il rancore, o al contrario, farli esplodere in modo incontrollabile, sono tutti atteggiamenti che ci fanno ammalare. Si alza l’asticella dello stress e iniziamo a produrre quantità enormi di ormoni pro-infiammatori, che, se non vengono eliminati prontamente, iniziano ad avvelenare il nostro terreno, come “rifiuti chimici radioattivi”, sotterrati abusivamente, minando le difese immunitarie e aprendo le porte a infezioni e malattie di ogni genere.

Quanta energia “sprecata” e buttata via per realizzare questa “interiorizzazione forzata” e questa “gabbia emozionale”! Così, a forza di gestire male le nostre emozioni, alimenteremo la paura, scivolando, impotenti, nel “mal di vivere”. Guardiamoci attorno! E’ pieno di persone negative, sospettose, incapaci di reagire alle difficoltà e agli ostacoli della vita quotidiana, o al contrario di persone nevrotiche, iperattive, iper-stressate che divorano la vita, con la stessa voracità con cui divorano un panino, in fretta, nella pausa pranzo! La salute però è un’altra cosa: è equilibrio nei comportamenti e nelle reazioni…a questo obbiettivo punto ogni giorno della mia vita!


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