- 10 dicembre 2020, 14:25

E' sempre l'ora del tè, ma se lo coltivassimo a casa nostra?

La pianta del tè, o Camellia sinensis, può essere coltivata in terra o in vaso. Ma prima facciamo un po' di storia di questo infuso, che si dice sia stato scoperto per caso circa 2800 anni prima di Cristo

E' sempre l'ora del tè, ma se lo coltivassimo a casa nostra?

Buongiorno e bentornati in questa rubrica. Potete trovarci e interagire più facilmente con quesiti e nostre risposte sul nostro gruppo Facebook "Blossom Suite - Orchidee: cura e vendita". Ci occuperemo di dare semplici consigli per gestire le piante che teniamo in casa, sul balcone o in giardino.

Una vecchia leggenda cinese racconta che nell'anno 2737 A.C. l'imperatore ShenNong aveva ordinato alla servitù di bollire all'aperto dell'acqua che voleva bere. Mentre aspettava che fosse pronta, l'imperatore sedeva sotto un albero. Un'improvvisa folata di vento staccò alcune foglie dall'albero che finirono nel recipiente con l'acqua calda. L'imperatore bevve la bevanda e la apprezzò particolarmente trovandola gustosa ed inebriante. Da quel giorno, per volere dell'imperatore, il fu coltivato nei giardini imperiali.

In effetti, la pianta del tè o Camellia sinensis, è originaria degli altipiani del Tibet e della Cina. In questa ultima venne coltivato in maniera intensiva dal VI secolo dopo Cristo. In Giappone venne importato nell'XI secolo. In India venne introdotto soltanto nell'Ottocento e in Ceylon (l'attuale Sri Lanka) la sua coltura ebbe inizio a fine secolo, perché le caratteristiche climatiche dell'isola potevano garantire un tipo di tè molto aromatico. In Europa arrivò più tardi, verso la fine del XVI secolo quando la Compagnia delle Indie importò le prime casse di tè in Olanda, Portogallo, Francia ed Italia. Inizialmente il suo utilizzo era per lo più di tipo medicinale, era considerato infatti un buon lassativo. Fu merito dell'Inghilterra se la bevanda del tè invertí la propria rotta verso il successo. Caterina di Braganza, moglie di Carlo I, diffuse la moda del tè a corte. Nei primi decenni del settecento era ancora una bevanda per poche persone facoltose, ma diffuso anche nei ceti meno abbienti tramite il contrabbando. Nell'Ottocento, in piena epoca vittoriana, nacque un'usanza tipicamente inglese, lo "afternoon tea", cioè il tè pomeridiano delle signore inglesi.

Ma se volessimo coltivare a casa questa pianta, sarebbe possibile? Certamente sì.

La Camelia sinensis può essere coltivata in terra o in vaso. Predilige terreni acidi, privi di ristagni d'acqua. Consiglio di mettere sul fondo del vaso qualche tappo di sughero o dell'argilla espansa che possono aiutare ad evitare ristagni. La coltivazione in vaso può essere comoda perché ci permette di spostare facilmente la pianta. In estate meglio trovare una posizione semi-ombreggiata e mantenere il terreno sempre umido. In inverno va spostata all'interno, davanti a una finestra.

La temperatura ideale per la sua coltivazione è compresa tra i 10° e i 30°. Una temperatura troppo fredda può compromettere la salute della pianta. Ma anche una temperatura troppo alta richiede alcune accortezze, cioè maggiori bagnature che permettano al terreno di rimanere sempre umido. Le piante che appartengono al genere Camelia sono originarie delle zone tropicali del continente asiatico. Oggi però è possibile coltivarla in varie zone della Terra.

Non tutti sanno che proprio in Italia, precisamente a Premosello Chiovenda in Val d'Ossola, alle pendici delle Alpi, sorge la seconda piantagione del tè più estesa d'Europa (la prima si trova nelle isole Azzorre).

Una bella soddisfazione per il titolare, il signor Paolo Zacchera, che dopo molto studio e vari viaggi ha fatto partire la sua piantagione nel 2019. Al momento sono 24mila le piantine che compongono la piantagione. Sembrerebbe che il clima, la temperatura e l'acqua acida ossolana favoriscano la crescita di queste piante. Un primo riconoscimento è arrivato a dicembre 2019, quando il tè nero dell'Ossola si è classificato per primo all'International Black Tea Tasting Competition in Cina.

E dopo questa bella chiacchierata, non vi è venuta voglia di una bella tazza di tè fumante? A presto.

Sonia Barone e Domenico Simonetti

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