- 21 gennaio 2021, 12:57

Gli impollinatori: non solo le api e gli insetti. E se non fosse per le zanzare...

L'impollinazione è un processo indispensabile, ma non sempre ha i protagonisti che ci immaginiamo. Dalla volpe volante al colibrì, passando per piccoli marsupiali

Gli impollinatori: non solo le api e gli insetti. E se non fosse per le zanzare...

 

Buongiorno e bentornati in questa rubrica. Potete trovarci e interagire più facilmente con quesiti e nostre risposte sul nostro gruppo Facebook "Blossom Suite - Orchidee: cura e vendita". Ci occuperemo di dare semplici consigli per gestire le piante che teniamo in casa, sul balcone o in giardino.

L'impollinazione è un processo indispensabile: serve a far sì che il granulo di polline proveniente da un fiore raggiunga la cellula uovo del fiore di un'altra pianta della stessa specie. Solo così avviene la fecondazione cui seguirà la produzione di frutti e di semi. Molte piante superiori, quelle con i fiori, si sono attrezzate con corolle colorate e profumate per attirare gli insetti impollinatori, che conoscono il linguaggio universale della natura e associano questi segnali alla presenza del nettare, una sostanza zuccherina particolarmente energetica. Attirati dai colori e dai profumi, consapevoli della dolce ricompensa, entrano nel fiore e, cercando i nettari (le ghiandole che producono il nettare), si sporcano di polline, la parte maschile del fiore. Visitando un nuovo fiore, depositano poi il polline sullo stigma, la parte femminile del fiore, e da qui parte il magico processo che porta alla fecondazione, al seme che si ricopre del frutto e quindi alla perpetuazione della vita vegetale.

La maggior parte degli insetti impollinatori, chiamati anche pronubi, appartiene alla famiglia degli apoidei e l’ape da miele è la migliore tra di essi. Ma la natura è complessa e non può affidare ad un unico organismo un processo così importante. E infatti oltre alle api, esistono tanti altri insetti e animali che si occupano di smistare i pollini da un fiore all’altro. Alcuni di voi si potranno stupire scoprendo che non solo gli insetti sono artefici dell'impollinazione, ma anche animali decisamente più grandi.

Questo tipo di impollinazione viene chiamata zoogama e può essere svolta da piccoli uccelli come il colibrì, da alcuni pipistrelli, da piccoli marsupiali, da alcune lucertole, gechi, lumache, alcuni molluschi, alcune scimmie e dai lemuri.

Prendiamo ad esempio il ruolo di un piccolo pipistrello, il Pteropodidae o volpe volante.

Questi animali hanno evoluto un muso particolarmente allungato e quindi adatto a penetrare in profondità nei calici dei fiori per trarne il polline e il nettare. L'Anoura fistulata, ad esempio, è dotato di un particolare astuccio che racchiude una lingua che è addirittura il triplo della lunghezza del proprio corpo. Tra le essenze vegetali che dipendono dai pipistrelli, ricordiamo la Agave tequilana, dalla quale si produce la nota bevanda tequila. Ma non è l'unica. Ricordiamo la papaia, il mango, l'albero del pane e il frutto della passione.

Tra i vari fiori, un discorso a parte lo meritano senza dubbio le orchidee, abili ingannatrici molto affascinanti. Tra le varie famiglie di piante sono infatti quelle che offrono la varietà di odori maggiore e lo fanno sempre in modi differenti al fine di attrarre le varie specie di insetti utili alla loro impollinazione.

Ma non sono solo gli insetti ad impollinare le orchidee.

Se pensiamo ad esempio all'Epidendrum ibaguense, orchidea originaria delle foreste di Ibague in Colombia, osserviamo che l'impollinazione avviene sia tramite insetti (la farfalla monarca), sia grazie ad un piccolissimo uccellino, il colibrì.

Il colibrì è l'uccello più piccolo al mondo ma con un grande fascino, inversamente proporzionale alle sue dimensioni.

L'esemplare più piccolo pesa appena 1,6 grammi ed è poco più grande di 5 cm.

La sua rapidità nel volo e la capacità di compiere acrobazie funambolesche lo rendono molto affascinante. Credo sia l'unico a poter volare anche all'indietro e i battiti delle sue ali sono talmente veloci che avvicinandosi producono un suono simile ad un ronzio.

Un particolare aspetto che colpisce sono i magnifici colori. Pensate che questi non sono dovuti ai pigmenti sulle penne, ma all'interferenza dei raggi di sole sulla struttura prismatica delle penne. La luce solare viene scomposta attraverso le lamelle cornee trasparenti nelle piume e riesce a creare effetti metallici meravigliosi. Questo permette loro di confondersi con i colori dei fiori e di fuggire ai predatori, per lo più serpenti.

Questa vita "frenetica" non può che creare un dispendio di energia altissimo. Proprio per questo i colibrì sono nettarivori, cioè sono ghiotti di nettare (quindi zuccheri) che costituisce il 90%della loro dieta. Durante i loro pasti (anche 180 pasti al giorno) quindi, da un fiore all'altro, grazie al loro lungo becco, sono tra i responsabili dell'impollinazione di molte specie.

Per rimanere in tema di "dolcezza" non possiamo non parlare delle zanzare.

Vi starete chiedendo il perché. Beh, le nostre tanto odiate zanzare, in realtà sono utilissime impollinatrici.

L'impollinazione da loro attuata, è per una pianta che dona all’umanità, da sempre, un alimento fuori dagli schemi per il suo valore nutritivo e per il suo gusto talmente squisito da far dimenticare per un attimo i problemi della vita: il cioccolato che si ottiene dai semi della pianta del cacao.

Questa pianta vive nelle foreste umide tropicali, luogo dove le api, figlie del sole, difficilmente riescono ad entrare. Il cacao quindi ha ingaggiato altri insetti che vivono piuttosto bene sommersi dall’umidità e dalla semioscurità della foresta. Osservando i fiori di questa pianta potremmo notare che sono di due tipi: quello rosa è il maschile, mentre quello bianco è femminile. Si aprono sia di giorno e sia di notte e sono di dimensioni decisamente ridotte. Questo tipo di fiore sembra (e lo è) fatto apposta per un insetto che, in un altro contesto, combatteremmo con tutte le nostre forze: si tratta della zanzara, o meglio di un parente strettissimo dal nome di Forcipomyia. I maschi, che non si nutrono di sangue, sono costretti a una dieta a base di zucchero, sostanza che abbonda nei fiori del cacao. Visitandoli, si rendono responsabili della formazione dei grossi frutti colorati che contengono le fave di cacao da cui si ottiene il prezioso alimento. Ed è così che noi, quando assaporiamo una gustosa tavoletta di cioccolato, dobbiamo ringraziare questi insetti, che ci tormentano la vita per altri motivi. Ma non è finita qui: il cacao è una pianta sudamericana che però si adatta benissimo anche ad altri ambienti purché siano tropicali. Spesso però al di fuori del continente americano queste piccole zanzare non esistono, ed è per questo che nelle Hawaii e nel Ghana sono state importate: migliaia di questi piccoli insetti provvedono all’impollinazione del cacao e… disturbano le notti degli esseri umani. Alle volte per gioire è necessario soffrire.

 

Sonia Barone e Domenico Simonetti

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