Uno dei punti fermi dell'amministrazione Appendino è stato, senza ombra di dubbio, quello della riqualificazione delle zone di Borgo Dora e Aurora. La stessa è stata portata avanti non solo con il supporto offerto a iniziative imprenditoriali nella vicina Porta Palazzo come l'ostello Combo o Mercato Centrale, ma anche con decisioni più 'forti': su tutte, lo sgombero dell'ex Asilo Occupato di via Alessandria, quello recentissimo della palazzina di corso Giulio Cesare 45 e lo spostamento del Mercato del Libero Scambio dal Balon all'ex magazzino comunale delle pietre di Via Carcano (quest'ultima definita, a suo tempo, come 'irrevocabile').
Nuove possibilità residenziali in punti strategici dei quartieri
Il modello di sviluppo proposto dalla Città per i quartieri in questione include, però, anche un'altra variabile di fondamentale importanza: l'abitare. In diversi punti del territorio, infatti, sono in fase di ristrutturazione alcune palazzine d'epoca in grado di offrire nuove disponibilità residenziali: tra queste, le più significative sono sicuramente Domus Regia in canale Molassi (in attesa di sorgere sulle ceneri di uno stabile precedentemente occupato), per cui avevano 'messo la faccia' la stessa sindaca Appendino e l'assessore al commercio Sacco, e Brescia 42 (sull'omonimo corso a due passi dall'ex Asilo e dalla Nuvola Lavazza). A tutto questo si aggiungono i vari studentati privati (tra cui The Student Hotel nell'area abbandonata di ponte Mosca) in progetto per soddisfare le esigenze di Campus Luigi Einaudi, Scuola Holden e IAAD, oltre all'ambizioso centro logistico targato Esselunga previsto nell'area delle ex Officine Grandi Motori di corso Vercelli.
I prezzi di Domus Regia e Brescia 42 (fonte Immobiliare.it)
I due esempi citati sono rappresentativi del tentativo di attirare, in quartieri da sempre rappresentati come 'problematici' anche a causa della forte presenza di cittadini stranieri e/o in emergenza abitativa, una tipologia di residenti in grado di investire ingenti risorse economiche. Nel caso di Domus Regia, infatti, per un appartamento di 75 metri quadrati vengono richiesti 202mila 500 euro (2700 al metro), per uno di 66 ne servono 173mila 575 (2630 al metro) mentre per uno di 51 addirittura 142mila 800 (2800 al metro). Per quanto riguarda Brescia 42, invece, si parte dai 240mila euro per un trilocale di 82 metri quadrati (2926 al metro) per arrivare ai 168mila per un bilocale di 65 (2584 al metro) e ai 130mila per una mansarda di 45 (2889 al metro).
Le differenze di valori con l'esistente
A confermare la notevole discrepanza tra i valori appena illustrati e l'effettivo stato dell'arte sono gli ultimi dati messi a disposizione dall'Osservatorio Immobiliare della Città di Torino (istituito in collaborazione con il Politecnico e la Camera di Commercio, ndr) che, per la zona di Porta Palazzo e Borgo Dora, mostrano un costo medio di 1835 euro al metro quadro sul segmento usato (che rappresenta la stragrande maggioranza degli alloggi) e di 2441 sul nuovo; la differenza è ancora più evidente in zona Aurora, dove sull'usato la media è di 1227 euro al metro mentre sul nuovo è di 2518. Questa tendenza è ulteriormente confermata dall'Osservatorio della FIAIP: la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionali, infatti, per gli appartamenti nuovi o ristrutturati fornisce una forbice di valori compresa tra 1300 e 1800 euro al metro quadro, che scende a 900-1150 per quelli in buono stato o abitabili e a 600-800 per quelli da ristrutturare.
Le contraddizioni con Aurora
L'arrivo sul territorio di unità residenziali 'di lusso', pur dimostrandosi apparentemente coerente con la visione fornita dalla narrazione istituzionale, in realtà risulta radicalmente discordante dalla situazione – in particolare - di Aurora. A proposito, il rapporto sviluppato a luglio 2020 da Aurora Lab (progetto di rigenerazione urbana del Politecnico) evidenzia come il 21% degli edifici del quartiere versi in cattivo stato di conservazione (rispetto alla media torinese dell'11,6) e come il 29,5% dei residenti sia in affitto. A questo si aggiungono l'alto numero di sfratti sul totale delle famiglie affittuarie (che in alcune aree supera il 10,5%), l'alta richiesta di case popolari (tra 183 e 300) e il tasso di occupazioni abusive delle stesse (tra 1,4 e 1,5% rispetto allo 0,30-0,40 della città). Tra le famiglie attualmente presenti negli alloggi ATC del borgo, infine, 56 risultano senza reddito, mentre il reddito medio dei restanti 525 nuclei ammonta a 12mila 298 euro.