Freccia, pseudonimo di Nicola Bueti, è un cantautore torinese cresciuto a Mirafiori tra musica e pallone. Dopo aver suonato in giro per i locali di Torino, comincia la collaborazione con l’etichetta Melody Studio Recording pubblicando nel 2014 il primo singolo. Il 2018 è l’anno del primo album ma è nel 2019 che prende vita il progetto Freccia che dà un’impronta e una direzione precisa alla sua musica. L’ultimo singolo di Freccia, pubblicato a gennaio, racconta intimamente la vita del cantautore che si apre totalmente ai suoi ascoltatori.
Qual è il primo ricordo in musica di Freccia e come mai ha scelto di chiamare così il progetto musicale?
Freccia è un nome che mi stuzzicava da tanti anni, ma che non ho mai avuto il coraggio di prendere seriamente in considerazione. Fino a quando nel 2019 dopo l’ennesimo “No” di Sanremo giovani ho deciso di dare una svolta alla mia carriera artistica. Mi sono guardato indietro e mi sono detto che forse era arrivato il momento giusto per dare una nuova impronta alla mia musica, una direzione precisa e quindi ha avuto inizio Freccia. Le mie canzoni parlano di sogni, speranze, obiettivi e, allo stesso tempo, di cadute che ci fanno interrompere la strada intrapresa. Canto la forza di rialzarsi e di arrivare al centro del bersaglio, ecco perché Freccia! Sono poi un grande fan di Luciano Ligabue e da adolescente mi innamorai del suo film Radiofreccia e di “Freccia" personaggio particolare, controverso, forse è nato tutto da lì. Il ricordo più vivo è stato l’esordio con la pubblicazione del primo singolo, “Il sì più bello che avrò”.
“Non fermarti mai”, il tuo nuovo singolo, racconta parte della tua vita.
È stato difficile parlare così intimamente di te?
Non è stato difficile, ma un’esigenza. Avevo bisogno di parlare di me più intimamente. Volevo che chi mi ascoltasse capisse la mia storia e si potesse immedesimare nella mia voglia di farcela e di non mollare mai!Scrivo canzoni per la maggior parte autobiografiche e non mi pesa farlo. Anzi aiuta a liberarmi di emozioni che senza la musica tratterrei dentro, trasformandole in un grande macigno.
Cosa ispira la scrittura dei tuoi brani?
Scrivo quello che vivo e sento giorno per giorno sulla mia pelle. Scrivo e idealizzo cose che magari vorrei cambiassero nella mia vita. Parlo di sogni, di speranze e della voglia di farcela. Vorrei che chi mi ascolta potesse trarre qualcosa dalle mie parole riuscendo a trovare la forza nelle proprie paure.
Stai lavorando a nuovi brani?
Si, in cantiere ho altre canzoni e in prospettiva un album. Sto lavorando sodo per dare un senso ad ogni canzone che pubblicherò. Ne vedrete e sentirete tante.
Teatri e cinema chiusi, la musica confinata alle cuffie. Come vivi da artista questo difficile momento per la musica?
Lo vivo male. Per un cantante la cosa più importante è il contatto con il proprio pubblico, solo lì capisci realmente sei hai fatto un buon lavoro o no. Per me il live è fondamentale, ho bisogno degli occhi di chi mi ascolta, mi manca l’emozione di chi sta dall’altra parte e manca emozionarmi, spero di ritornare presto a farlo!