Comincia a concretizzarsi il processo di reindustrializzazione alla Mahle.
Il colosso tedesco era entrato in crisi negli stabilimenti piemontesi il 23 ottobre del 2019, dichiarando l’intenzione di chiudere i battenti negli stabilimenti di Saluzzo e La Loggia. L’indomani la multinazionale, la cui casa madre ha sede a Stoccarda, avrebbe poi aperto la procedura di licenziamento collettivo per 453 lavoratori.
Da quel giorno e nei mesi successivi si è protratta una difficile vertenza che era arrivata anche sui tavoli romani al Ministero dello Sviluppo Economico.
Un anno dopo (ottobre 2020) è stato siglato presso l’Unione Industriale di Torino l’accordo sindacale: qui è stata messa nero su bianco l’acquisizione da parte della brianzola Imr dei due stabilimenti piemontesi Mahle.
Un processo di reindustrializzazione che prevede il riassorbimento dei lavoratori ex Mahle (266 tra Saluzzo e La Loggia).
Sulle tempistiche di ripresa della produzione all’interno dello stabilimento di via Grangia Vecchia non erano stati dati, in quell’occasione, tempi certi: il processo di smantellamento, installazione e messa a punto dei nuovi impianti richiede tempi non programmabili. La Imr si era però impegnata a far riprendere le attività produttive nel primo semestre del 2021 con il progressivo rientro dei lavoratori sino al completo assorbimento di tutti gli attuali addetti.
Dal 2 novembre i lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria “per ristrutturazione aziendale”, aperta per 24 mesi, per garantire il processo di reindustrializzazione, ma è probabile che Imr non utilizzerà tutti i mesi a disposizione.
“E’ interesse comune – ha spiegato a Targatocn.it Pierandrea Cavallero, segretario provinciale della Fiom Cgil – che il processo di reindustrializzazione si attui nel più breve tempo possibile Gli impegni presi dall’azienda sono stati al momento rispettati.”
I tempi sembrano essere in linea con gli impegni presi. A Saluzzo, stando a prime notizie sarebbero in via di completamento le operazioni di smantellamento dei vecchi impianti con l’installazione della prima linea produttiva che potrebbe entrare a regime già dal mese di aprile.
Qui si realizzerà componentistica per la carrozzeria (scocche, parafango, parti di portiere e tettucci) per il mercato “alta gamma” o per mezzi pesanti. In particolare la prima commessa sarà destinata ad Iveco, tra i clienti di punta di Imr. Per la società torinese, specializzata nella produzione di veicoli industriali, a Saluzzo si realizzerà la realizzazione dei tettucci dei camion. Non si escludono commesse per la realizzazione di componentistica per brand blasonati come Ferrari e Lamborghini.
Mentre a La Loggia dovrebbe sorgere un “pool logistico” e un centro di produzione pelletteria, cruscotti e interni sembra destinato al mercato “alta gamma” e mezzi pesanti.
Ad aprile potrebbero essere, a Saluzzo, circa 50 i dipendenti ad operare sulla nuova linea a cui potrebbero aggiungersene altri 20 nella seconda fase da settembre circa. Questo in attesa che in via Grangia Vecchia sorga una seconda linea produttiva specializzata in verniciatura.
50 lavoratori dallo stabilimento saluzzese (probabilmente i primi che torneranno in attività in primavera) da giorni sono alle prese con la formazione presso lo stabilimento monregalese di Imr, nella sede della ex Polytech, dove operano più di 200 dipendenti.
Mentre sulla pagina Facebook del comune di La Loggia è stato comunicato il passaggio della proprietà degli immobili della Mahle alla Imr. Oggi, giovedì 11 febbraio, nello stabilimento loggese si sono tenuti i primi incontri con le Rsu di stabilimento. Anche in questo caso i lavoratori dovrebbero partire con una formazione all’interno dello stabilimento monregalese.
“La durata del periodo di formazione è stata ipotizzata in sei mesi – scrive sui social il primo cittadino di La Loggia Romano Domenico - Il rientro in azienda seguirà la logica dei flussi produttivi e delle piorità. Come amministrazione monitoriamo e continueremo a monitorare la situazione.”