Politica - 15 febbraio 2021, 14:16

Pentenero, Lavolta e Boni, candidati sindaci divisi sui 5 Stelle ma uniti dalle primarie: “Si facciano” [VIDEO]

L’appello durante il confronto tra candidati sindaci organizzato dai Moderati e dalla Lista Monviso, mentre il Pd si appresta a sciogliere le riserve sul nome da proporre. L’alleanza con i Cinque Stelle? Posizioni molto differenti

i candidati sindaci del centrosinistra durante il confronto organizzato nelle sede dei Moderati

Idee differenti a confronto, una diversità di pensiero su un’ipotetica alleanza con il M5S e un appello congiunto che risuona come un coro all’unisono e arriva ai vertici della coalizione del centrosinistra: “Si facciano le primarie, abbiamo ancora tempo”.
Lo hanno ribadito a gran voce Gianna Pentenero, Igor Boni ed Enzo Lavolta, intervenuti nel dibattito tra potenziali candidati sindaci organizzato dai Moderati e dalla Lista Civica Monviso.

Il confronto, che segue quello tra Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni, ha evidenziato le differenze soprattutto di approccio più che di temi tra l’ex assessore all’Ambiente della Giunta Fassino, l’ex assessore regionale della Giunta Chiamparino e l’attuale leader dei Radicali.

Igor Boni è l’unico candidato non proveniente dal Partito Democratico: “Torino sta vivendo una situazione economica devastante, bisogna ricostruire la speranza: lo si fa con le alleanze con Milano, l’Europa e la Città Metropolitana: è da questa capacità di mettere insieme le forze che nasce la ripartenza della città”.

Forte dei suoi due mandati da assessore e consigliere comunale, la ricetta di Enzo Lavolta è differente:  “Torino ha tutte le carte in regola per diventare protagonista nel nuovo piano industriale del Paese: qui albergano le migliori competenze, c’è innovazione, capacità di fare sistema e un ecosistema di innovazione tecnologica che credo possa dare un impulso al sistema”.

Gianna Pentenero è invece l’unica donna tra i potenziali candidati sindaci del centrosinistra: “Si cambia marcia alla città cercando di farla ripartire, la forza deve ritrovare la sua giusta strada animando un periodo di grandi progettazioni e interventi che consentano di trasformare Torino. Credo una grande stagione, che ritrovi la forza all’interno della sua macchina comunale”.

Unanime la richiesta che il candidato sindaco arrivi da una scelta democratica, tramite le primarie e non da una scelta di partito: “Le primarie sono un metodo che consente di favorire una coesione attorno al candidato, a oggi non ci sono altri metodi” spiega Lavolta. “E’ l’unico strumento a disposizione, il tempo è una variabile che ci sta con il fiato sul collo: è importante capire quando si svolgeranno le elezioni. Ci sono le condizioni per le primarie miste” è il pensiero di Gianna Pentenero.

Più netto Igor Boni: “Il 6 e 7 febbraio avremmo dovuto fare le primarie, oggi avremo già un candidato sindaco: è stato commesso un errore. Penso che le primarie siano l’unico modo per tenere insieme la coalizione, il Pd non faccia finta di essere lui la coalizione: la mia proposta è di fissare una data nella seconda metà di marzo”.

Divergenze invece su una possibile alleanza allargata, stile Governo Draghi, che apra al Movimento Cinque Stelle. “Il perimetro di coalizione è pronto, è stata firmata una carta di valori. Si parte da qui e da qui si va avanti. Tema ballottaggio pone altri scenari, se si vince al primo turno non ci sono problemi. Al secondo turno occorrerà ragionare: quanto sta accadendo in altre parti del nostro paese potrebbe essere un elemento su curi riflettere” ammette Pentenero. Predica discontinuità con il passato Boni: “Al secondo turno non vorrei accordi, non mi piacciono: è difficile immaginare di fare accordi con chi ha provocato danni alla città, ma questo non vuol dire non chiedere il voto agli elettori. Serve discontinuità sia con I Cinque Stelle che con il ciclo Fassino-Chiamparino-Castellani, appartiene a un’altra era”.

Più aperto ad accogliere i Cinque Stelle Lavolta: “Coalizione e metodo sono un punto di partenza, ma dire che dal primo al secondo turno non dovremmo fare alleanze lo trovo sbagliato: è un limite nella capacità di incidere sul territorio, è facile immaginare convergenze”. “Si avvii un confronto sin da subito, le posizioni non devono essere oggetto di scambio di poltrone o assessorati. Penso che tra tutte le forze politiche al di fuori perimetro, il M5s vedrebbe una percentuale più alta per potenziali alleanze nel secondo turno” conclude Lavolta.

Andrea Parisotto