"Una consegna in tre minuti è un'eresia". Bastano poche parole per sintetizzare il senso della protesta che ha portato questa mattina i corrieri che, tramite aziende di trasporti in appalto, effettuano la distribuzione dei pacchi Amazon.
"La vita di un corriere di Amazon, soprattutto in periodo di Covid, è fatto di carichi di lavoro sempre più pesanti, con sempre più consegne da effettuare e questo mette a rischio anche le leggi del codice della strada - dicono alcuni dei lavoratori presenti al presidio -. Anzi, a volte l'algoritmo non è compatibile con le regole al volante".
Facile immaginare il perché: tra parcheggio da trovare, magari in centro, cliente da attendere, soprattutto se anziano e con tempi più lunghi. "Si rischiano tragedie, perché soprattutto i ragazzi più giovani corrono o quantomeno si rischia di bruciare punti della propria patente", raccontano alcuni dei manifestanti. In tutta Italia i furgoni sono 14mila. "E se sei in ritardo rispetto all'algoritmo ti chiamano per chiedere spiegazioni. Con l'estrema conseguenza di ricevere lettere di contestazione, che abbiamo sempre impugnato. Chi ha un contratto a tempo determinato poi, è sottoposto a una pressione psicologica ancora peggiore, pur di sperare nella conferma". E ancora: "Spesso non si riesce nemmeno a fare la pausa pranzo, pur di recuperare tempo. E con il Covid e i bar chiusi, anche solo andare in bagno era diventata un'impresa. Soprattutto per le donne".
Gli stipendi vanno dai 1.200 euro dei part time ai 1.900 dei full time. In tutta la regione, si stima che le persone coinvolte siano circa 700. Ma la questione, in questo caso, non è retributiva. "Sono guidati da un algoritmo voluto da Amazon, che però richiede un lavoro eccessivo, con 140 fermate e 160 pacchi di media. Questo porta anche a trasgredire le regole della strada, i limiti di velocità e tutto ciò che si può fare alla guida", dice Gerardo Migliaccio, Uiltrasporti. "Le persone che sono qui oggi chiedono di ridurre i numeri delle consegne e aumentare il numero dei lavoratori, magari trasformando anche i part time in contratti full time".
“I corrieri Amazon in sciopero ci ricordano delle condizioni e dei carichi di lavoro insostenibili, che li costringono a violare il codice della strada esponendosi al rischio di incidenti e infrazioni", commenta il consigliere regionale Marco Grimaldi (Luv). "I colossi dell’economia del web vogliono correre veloce ma gli unici a farlo sono i lavoratori di queste multinazionali".
L'adesione media allo sciopero è stata del 70 per cento. Oltre al presidio di questa mattina a Brandizzo, cui hanno preso parte oltre 250 autisti provenienti anche dalla sede di Marene (provincia di Cuneo), si è aggiunto anche il presidio organizzato presso la sede di Fubine (nell'Alessandrino), cui hanno partecipato circa 70 lavoratori.