Attualità | 25 febbraio 2021, 20:25

In arrivo un conguaglio 2020 da 266mila euro per la Tari a Pinerolo

Il sindaco rimanda al Consiglio comunale la decisione se farlo pagare in un’unica tranche o spalmarlo su tre anni

Municipio di Pinerolo

La cifra da versare è di 266mila euro. Ma il Consiglio comunale stabilirà se andrà versata in un colpo solo o verrà spalmata su tre anni. Il sindaco Luca Salvai, nella commissione consigliare di ieri sera, ha fatto il punto sulla Tari 2020. Il costo totale ammonterebbe a 6.586.215 euro, tra costi dell’Acea pinerolese industriale (Api), che svolge il servizio, e i costi del Comune per servizi come la bollettazione. I pinerolesi, però, verseranno di meno, perché nel 2019 il piano economico finanziario ammontava a 5.966.640,21 euro e con il nuovo metodo di calcolo per la bolletta dei rifiuti, elaborato da Arera, l’importo può salire al massimo del 6,6%, rispetto all’anno precedente, questo a fronte di un investimento o di una rivoluzione nel servizio di raccolta.

Nel caso di Pinerolo si tratta di 6.360.438 euro, ma il Comune ha deciso di ribaltare sui cittadini solo 266mila euro in più, facendosi carico della parte di costi comunali.

Il nodo però è in quante soluzioni verrà conguagliata questa cifra: “Lo deciderà il Consiglio comunale. Attualmente il nostro bilancio non ci consente di anticipare questi soldi ad Acea e recuperare in tre anni i soldi dai cittadini – entra nel merito Salvai –. Ma se il Consiglio decide di far leva sui fondi Covid possiamo provarci”.

L’anno scorso il Comune ha ricevuto dei fondi dallo Stato per fronteggiare l’emergenza e tappare le falle che i bilanci comunali hanno mostrato. I soldi servono sia per far fronte alle maggiori spese, ma anche alle minori entrate: “Non è detto, però, che si possa far rientrare tutto quello che speriamo, come, per esempio, la compensazione del calo degli introiti dell’addizionale Irpef. Quindi anticipare soldi ad Acea potrebbe creare un problema di bilancio nella seconda parte dell’anno”.
Salvai chiede quindi una soluzione condivisa, visto che quest’anno si vota e, se non venisse riconfermata l’attuale Amministrazione, il problema passerebbe ad altri.

Salvai ha anche detto che intende stoppare per il 2021 l’aumento del 6,6% che il metodo Arera consente, anche se a fronte di precisi investimenti, e ha polemizzato con Api, perché non ha ancora fornito i dati del 2019 su cui elaborare i nuovi calcoli. L’azienda dal canto suo ha assicurato che consegnerà tutto in queste ore.

Ma restano dei nodi da chiarire. Il 2020, infatti, è stato il primo del metodo Arera, dal nome dell’Autorità incaricata dal Governo di uniformare il calcolo della bolletta dei rifiuti e favorire una miglior gestione di questo settore, a vantaggio dell’ambiente e del cittadino, seguendo il principio “chi inquina paga”.

La novità, nel Pinerolese, a differenza di altri territori del Torinese, ha aperto un confronto serrato tra il Consorzio dei Comuni ed Api, che ha sollevato perplessità sui costi dell’azienda. Malgrado l’intesa di due mesi fa, restano delle questioni da chiarire, come la sorte dei 225mila euro di differenza tra i costi del 2020 (6.586.215 euro) imputati a Pinerolo e quanto prevede il metodo Arera a carico dei cittadini (6.360.438 euro): “Noi daremo all’azienda quello che Arera prevede. Non di più” è incrollabile Salvai. Ma bisognerà vedere se questa cifra si tradurrà in minori utili per i Comuni del Pinerolese e quali saranno le eventuali reazioni. In quanto Api è di proprietà dei Comuni e parte dei suoi guadagni vengono assegnati di anno in anno ai vari municipi.

Marco Bertello

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