Cure primarie territoriali: è questa la ricetta di Elena Rubatto, medica generale e promotrice della campagna 'Primary healthcare now or never', per risollevare le sorti della sanità pubblica. I presupposti di questo modello si basano sulla Dichiarazione di Alma Ata del 1978, ratificata durante l'omonima conferenza internazionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Medici di base 'abbandonati a se stessi'
Cosa si intende per cure primarie territoriali? Rubatto ne ha parlato durante un incontro organizzato dall'Assemblea 'Riapriamo il Maria Adelaide': “In generale - ha spiegato – le persone riconoscono esclusivamente l'ospedale come luogo di cura, mentre la pandemia di Covid-19 ha dimostrato la necessità di presidi sul territorio non centralizzati. In Italia, le problematiche sono state ancora peggiori perché i medici di base non sono dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale ma liberi professionisti convenzionati e per questo abbandonati a se stessi come fossero corpi estranei: il movimento che promuovo, non costituito in associazione per consentire massima libertà di adesione, ha proprio l'obiettivo di fornire quei servizi essenziali di cui le persone non possono fare a meno”.
Assistenza multisettoriale
Il concetto include un approccio molto strutturato: “Il modello – prosegue – non prevede soltanto cure ma anche assistenza multisettoriale grazie alla sinergia tra diversi operatori sanitari come medico, infermiere, psicologo o fisioterapista da affiancare anche a professionisti del sociale; in un mondo ideale sarebbe auspicabile anche un'integrazione con il mondo del lavoro e quello della scuola. L'obiettivo fissato nel 1978 dall'OMS era quello di raggiungere un livello accettabile di salute per tutti entro il 2000 ma purtroppo le politiche applicate sono andate nella direzione opposta. La necessità di promuovere le cure primarie territoriali è stata ribadita alla conferenza di Astana nel 2018 sulla base di evidenze scientifiche conclamate; peccato che, quando si propongano progetti in questo ambito, le amministrazioni rispondano con superflue sperimentazioni”.