Cultura e spettacoli - 28 febbraio 2021, 10:00

Un detective improvvisato e un rom ecologista: dalla Valle di Susa, il thriller che scardina i pregiudizi

E' uscito il primo libro di Flavio Troisi, "Ogni luogo un delitto", edito da Autori Uniti

La copertina di "Ogni luogo un delitto"

Un ex manager romano approdato nella Valle di Susa per curare l'eredità di un senatore, morto in circostanze misteriose. Accanto a lui, un eccentrico rom ambientalista, che crede fortemente nella concordia tra l'uomo e la natura. Odio razziale, violenti omicidi, un groviglio di misteri intriso di tagliente ironia, che affonda le radici in una terra atavica: ecco (quasi) tutti gli ingredienti che hanno dato vita a Ogni luogo un delitto, il primo thriller di Flavio Troisi (48 anni, di Givoletto), appena pubblicato da Autori Uniti.

Dove la suspence si fende con un coltello e i conflitti riemergono dal sottosuolo, non senza una pungente venatura di critica sociale, questo romanzo unisce i destini di due anime sole, escluse: Fabio Castiglione, personalità ultra sensibile alle emanazioni dei singoli posti che attraversa, e Costel, abitante di un eco-villaggio che incarna l'utopia di un paradiso terrestre, dove non esistono il male e lo sfruttamento, e le persone raggiungono l'autosufficienza con le risorse a loro disposizione.

"Sono detective improvvisati: li definisco degli emarginati, dei disadattati - spiega Troisi -. Non solo devono affrontare la scia terribile di sangue lasciata nei boschi da un serial killer, ma anche tutte le maldicenze che una simile accoppiata può generare".

Ed è qui che si inserisce il cotrocanto propositivo a ogni forma di istigazione razziale: "Nel mio libro voglio esporre un punto di vista diverso. I due protagonisti si punzecchiano spesso proprio giocando sul concetto di etnia, di diverso. Si ride anche molto, leggendo. Ma è proprio la loro anormalità, non accettata dai cliché sociali, a renderli unici".

Ghostwriter da circa sei anni, Troisi ha scelto ora di cimentarsi la narrativa mettendoci la firma e la faccia. E partendo dal raccontare un territorio che conosce molto bene, crocevia di incontri culturali e teatro di battaglie ancora non esaurite.

"Spesso si è parlato dei No Tav come di una comunità fantastica, riunita in una sorta di villaggio immaginario - racconta ancora l'autore -. Io ho trasferito queste suggestioni nel gruppo rom con cui Fabio entra in contatto. Come un uomo vergine, da istruire e iniziare a un nuovo modo di vivere insieme e di concepire il mondo. Ecco, è questo il mio villaggio di No Tav ideale. Ma l'ho capito solo dopo averlo scritto". 

Per far immergere il lettore fin da subito nell'atmosfera emozionale e sensoriale del romanzo, ecco due epigrafi antitetiche e potentissime: una citazione dagli Ossi di seppia di Eugenio Montale, che dipinge in versi il fuoco scoppiettante di un camino, e una frase tristemente nota di Matteo Salvini, anno 2019: la minaccia della ruspa rivolta a una "zingaraccia". 

"Tra questi estremi prende forma il libro", conclude Troisi, accostato alle penne di maestri quali Joe R. Lansdale, Elmore Leonard e Stephen King. Una scrittura scorrevole e intensa, accattivante e scioccante il giusto. Per chi ama l'insolito e la sovversione degli schemi. 

Manuela Marascio