"Non ci rispondono, cos'altro dobbiamo fare? Il tempo è finito. Il Paese deve accorgersi di noi e non ci interessa se il governo è cambiato". Da Torino a Belluno, da Riva di Chieri a Mel: non bastano i chilometri di distanza a smorzare un sentimento di frustrazione che ormai si sta facendo sempre più forte, intorno alla vicenda Italcomp. Quella che dovrebbe - con il ruolo chiave di Invitalia e del Mise - scrivere la pagina del futuro per due crisi aziendali come la Ex Embraco (oggi Ventures, in fallimento) e la Acc.
E dopo le tante manifestazioni che anche in provincia di Torino hanno animato gli scorsi mesi, nella mattinata di oggi sono stati gli operati veneti a scendere in strada per manifestare la loro preoccupazione, che li accomuna ai colleghi torinesi.
Se a Riva di Chieri sono 400 le persone coinvolte, alla Acc i numeri si aggirano sui 300 lavoratori (e altrettante famiglie). Due ore di sciopero e blocco stradale, nel corso della mattina, mentre nel pomeriggio è previsto un presidio ai cancelli della fabbrica.
Intanto, ancora nelle scorse ore sia i sindacati di Fim, Fiom e Uilm che l'assessore regionale del Piemonte, Elena Chiorino, hanno sollecitato il Mise a muovere i passi necessari. Lo stesso ha fatto la deputata torinese Jessica Costanzo. Ma il tempo per risolvere la situazione è sempre meno.