Economia e lavoro - 12 marzo 2021, 18:43

La solidarietà di SiCobas Torino ai lavoratori della logistica di Piacenza: “Basta violenze della polizia contro gli operai”

Protesta del sindacato contro le misure messe in campo dopo gli scioperi di gennaio e febbraio, con 5 divieti di dimora, 6 revoche dei permessi di soggiorno, 21 indagati e 2 arresti domiciliari

La sezione torinese del sindacato di base SiCobas ha espresso la propria solidarietà ai lavoratori del settore logistica di Piacenza (ancora in attesa di rinnovo del contratto collettivo nazionale) e del settore tessile di Prato con un presidio andato in scena questa mattina davanti alla Prefettura di Torino. La protesta ha riguardato, principalmente, i provvedimenti di polizia eseguiti mercoledì nella città emiliana con 5 divieti di dimora, 6 avvisi di revoca dei permessi di soggiorno, 21 indagati con possibili misure di sorveglianza speciale, sequestro dei PC, 13.200 euro complessivi di multa per presunta violazione delle misure anti-Covid e due arresti domiciliari.

Chi sciopera non è un delinquente

I fatti contestati risalgono ad alcuni scontri avvenuti durante gli scioperi di questo inizio 2020: “I lavoratori di Piacenza – ha spiegato Pasquale Belluscio, RSA TNT-FedEx di Orbassanoavevano organizzato un presidio permanente di 13 giorni per rivendicare i bonus mensa, un protocollo di sicurezza all'interno delle aziende e il mantenimento degli accordi di terzo livello già firmati ma a rischio per cambi di appalto, come spesso avviene in Italia. Loro malgrado si sono ritrovati ingiustamente protagonisti di un violento attacco da parte della polizia, chiediamo che i lavoratori arrestati vengano immediatamente liberati: non è possibile che chi sciopera per esprimere il proprio dissenso o rivendicare i propri diritti venga perseguito come un delinquente”.

Turni di lavoro 'più umani' per Prato e il tessile

Il campo si allarga anche ai lavoratori del settore tessile di Prato: “Sosteniamo - ha concluso Belluscio – anche il loro sciopero, che dura da più di 60 giorni, per richiedere condizioni di lavoro migliori in uno dei distretti più importanti d'Europa. La richiesta verte su turni più umani, con la riduzione dell'attuale orario e il passaggio da 12 ore per 7 giorni a 8 ore su 5 giorni”.

Marco Berton