Economia e lavoro - 25 marzo 2021, 15:00

Primo intervento al mondo di asportazione di un tumore maligno effettuato da un robot chirurgico. Ettore Sansavini (GVM Care & Research): "Gli sviluppi nel settore healthcare sono già realtà"

Il 17 febbraio, presso il reparto di Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è stato eseguito un intervento da un robot chirurgico per asportare un tumore maligno a un rene su una paziente che non poteva essere sedata con anestesia.

Il 17 febbraio, presso il reparto di Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è stato eseguito un intervento da un robot chirurgico per asportare un tumore maligno a un rene su una paziente che non poteva essere sedata con anestesia. Si tratta di un’operazione unica nel suo genere, ha commentato l’equipe chirurgica che ha guidato l’intervento, resa possibile grazie all’uso della tecnica robotica assistita con il sistema Da Vinci e all’impiego di tecnologie di ricostruzioni tridimensionali delle immagini altamente innovative.

Abbiamo intervistato a tal proposito Ettore Sansavini, Presidente di GVM Care & Research, uno dei più prestigiosi gruppi italiani attivi nella Sanità privata e tra i leader mondiali nel settore della ricerca e delle nuove tecnologie applicate alla medicina.

Dottor Sansavini, che momento storico stiamo vivendo rispetto alle nuove tecnologie applicate alla medicina?

“Posto che il fattore umano rimane fondamentale, e che senza professionisti capaci e continuamente aggiornati la tecnologia serve assai a poco, stiamo passando da una società dell'informazione a una società della conoscenza ubiqua, in cui le macchine intelligenti influenzeranno ogni aspetto della vita lavorativa, dell’ambito domestico e della salute personale e collettiva, aumentando l'efficienza e i livelli di sicurezza, assicurando livelli di servizio più elevati e creando nuova occupazione. Dopo una prima fase di applicazione nel mondo industriale, oggi la robotica e l'intelligenza artificiale stanno facendo il loro ingresso nell'industria militare, nei servizi di sicurezza, nella sanità, nei trasporti e nella logistica, nell'assistenza ai clienti e perfino nella manutenzione domestica. Gli sviluppi nel settore healthcare sono già realtà, soprattutto sul versante della robotica chirurgica e delle applicazioni più centrate sulle persone”.

Qual è l’obiettivo del Gruppo e in cosa consistono tali sviluppi?

“GVM Care & Research da sempre si pone l’obiettivo di un superamento costante delle frontiere della tecnologia corrente, alla ricerca di nuove metodiche e di innovativi sistemi di ingegnerizzazione clinica e di innovazione dei processi produttivi.

L’introduzione del robot Da Vinci, del Navio e della tecnologia ibrida Artis Zeego/Theno nelle sale operatorie nell’ambito della chirurgia cardiovascolare, bariatrica e urologica, ha portato con sé una rivoluzione nell’approccio chirurgico e negli outcomes clinici.

Con lo sguardo rivolto al futuro, il Gruppo si sta orientando verso una maggiore e più dinamica robotizzazione dell’area cardiovascolare anche attraverso la futura introduzione del sistema Corindus, un sistema robotico che consente ai medici di controllare a distanza, e quindi con una minor esposizione alle radiazioni, le procedure angiografiche mini-invasive, come stent e palloncini, grazie all’aiuto di imaging integrato.

Sempre nel campo della robotica, stiamo introducendo in una delle nostre strutture pilota (Ospedale San Carlo di Nancy) il primo robot umanoide da compagnia al mondo in grado di riconoscere i volti e le principali emozioni umane, ottimizzato per l'interazione umana ed è in grado di interagire con le persone attraverso la conversazione e il suo touch screen.

Questo sistema è stato introdotto come progetto di facilitazione dell’accesso dei pazienti alla struttura. Oltre 2.000 imprese in tutto il mondo hanno già adottato Pepper come assistente per accogliere, informare e orientare i visitatori in modo innovativo”.

Quali saranno le nuove frontiere della tecnologia diagnostica e dei dispositivi medici?

Per quanto riguarda la tecnologia diagnostica, da sempre GVM Care & Research punta sul continuo aggiornamento della propria piattaforma tecnologica.

Tra le tante tecnologie, giova ricordare la TAC Somaton Force, che consente di svolgere qualsiasi indagine radiologica con una ricostruzione 3D, in tempi rapidissimi, con un’altissima fedeltà di imaging e con una dose minima di radiazioni.

Il centro dove è stata installata, Maria Cecilia Hospital, diventerà centro di riferimento italiano per tutte le procedure diagnostiche, con particolare riguardo alla CardioTC.

Nel settore della produzione industriale, GVM Care & Research dal 1998 è impegnata attraverso la società Eurosets nella progettazione e realizzazione di dispositivi medici innovativi nell’ambito della circolazione extracorporea in cardiochirurgia e nell’intensive care. È recente l’immissione sul mercato di un dispositivo portatile (ECOMO LIFE) in grado di sostituire temporaneamente la funzione cardiaca e/o polmonare nei pazienti affetti da shock cardiaco o affetti da gravi patologie polmonari (ad esempio Covid-19)”.

In ambito sanitario, su quali innovazioni sarebbe opportuno investire strategicamente? E cosa possiamo aspettarci dal futuro?

“Le sfide per i prossimi anni, in una proiezione temporale ampia, saranno probabilmente focalizzate sulle cure mediche personalizzate, sul potenziamento dell’impiego delle cellule staminali e sulla nanomedicina.

Abbiamo già da tempo avviato una collaborazione con un centro di genetica nato come spin off dell’Università di Salerno e crediamo fortemente che in un futuro non troppo remoto sempre maggiore spazio prenderà la terapia genica e l’editing del genoma.

Nei prossimi anni, la terapia con le cellule staminali troverà sempre maggiore diffusione grazie alla riproduzione degli organi in laboratorio, riducendo il rischio di rigetto e vi sarà un ancora maggiore sviluppo della chirurgia tradizionale abbinata alle cellule staminali.

Si assisterà ad un impressionante sviluppo della nanomedicina che porterà indubbi benefici nella lotta contro patologie debilitanti spesso associate all’età avanzata quali cancro, malattie cardiovascolari, Alzheimer, Parkinson e diabete offrendo rimedi più efficaci e ad un minor costo.

Infine l’invecchiamento della popolazione pone già oggi una sfida non solo per la ricerca di una migliore qualità della vita ma anche una sfida per la sostenibilità dei costi imposti dall’allungamento dell’aspettativa di vita per il Sistema Sanitario Nazionale. Il progressivo invecchiamento e la diminuzione della percentuale di persone in età lavorativa nell’UE pongono il problema della gestione della long term assistance. La nanomedicina fornirà una risposta mirata, personalizzata e con minor impatto economico e determinerà effetti positivi sulla qualità della vita, grazie all’impiego di farmaci che agiranno solo su specifiche cellule”.