Il Disordine delle cose è una band piemontese nata nel 2009. Ha all’attivo tre dischi e innumerevoli esibizioni live anche a fianco di artisti come Syria, Marlene Kuntz, Marta sui Tubi, Daniele Silvestri tra gli altri. Il 7 maggio uscirà il loro quarto album Proprio adesso che ci stavamo divertendo, anticipato dal singolo “Sul ramo di un ciliegio” che rappresenta un inno alla primavera.
Come si è formato Il disordine delle cose e perché si chiama così?
Nel lontano 2007 ho iniziato a registrare nella mansarda di Ale (basso e arrangiamenti) alcune idee che avevo nel cassetto. Abbiamo poi chiamato due amici per le parti di chitarra (Ema) e batteria (Vinicio) con l’idea di fare un progetto solista. Siccome odio fare le cose da solo e sono felice solo quando posso condividere, abbiamo deciso di formare una band. Abbiamo chiamato quindi il miglior tastierista in circolazione (Luca). Il nome della band era semplicemente il titolo del disco solista, ma direi che ci rappresenta benissimo.
Come vi descrivereste ad una persona che non vi ha mai ascoltato?
Siamo dei semplici viaggiatori della musica alla ricerca di verità per noi stessi. Cerchiamo spazi in cui perdersi e sonorità da portare nel viaggio, come abiti che meglio possano vestire tutto ciò che incontriamo e che vogliamo raccontare.
Cosa ispira la scrittura dei vostri testi?
Ci basiamo sugli incontri e sulle relazioni che instauriamo con le persone, più o meno profonde. Noi coltiviamo relazioni, anche se non sempre ci riesce bene.
“Il ramo di un ciliegio” è il singolo che anticipa l’album che uscirà a maggio, che storia ci racconta e in che modo è legata al disco?
Il brano è il nostro nuovo viaggio, non ancora iniziato, perché siamo chiusi tra quattro pareti, vere quanto immaginarie. È il nostro sogno di rinascita in un giorno di marzo, come la primavera rappresentata in modo incantevole dai ciliegi in fiore. È il primo singolo del nostro quarto disco, quindi per noi è l’inizio di un nuovo viaggio. Come il volo di una farfalla, come la voglia di perdersi e di ritrovarsi per perdersi ancora. E ancora.
La vostra Torino musicale e non.
Torino per noi ha un significato importante, perché è il luogo in cui abbiamo registrato il nostro primo disco. Tra Rivoli e Collegno, tra sogni e speranze, insieme agli amici Perturbazione, che ci hanno ospitato nel loro Garage Ermetico, a Paolo Benvegnù, Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi, Syria, Marco Notari, Naif, Enrico Allavena dei Blue Beaters. Per noi Torino è sinonimo di aggregazione, di incontri e di, speriamo presto, concerti.
Teatri e cinema chiusi, la musica confinata alle cuffie. Come si vive da artisti questo difficile momento per la musica?
Con la stessa speranza e voglia di sognare che abbiamo prima, durante e dopo la registrazione di un disco. L’arte e la musica ci aiuteranno a uscire da questo difficile momento, come una farfalla che vola sul ramo di un ciliegio.