Economia e lavoro - 11 aprile 2021, 11:06

L'allarme delle guide turistiche schiacciate dalla pandemia: "Stiamo vivendo un periodo drammatico"

La testimonianza di Alessia Orofino, storica dell'arte e titolare dell'azienda CulturalWay, su uno dei settori più colpiti dalle conseguenze economiche legate al Covid-19

Guide turistiche

Due dei settori più colpiti dalla crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19, se mai ci fosse bisogno di ripeterlo, sono quelli del turismo e della cultura. Al loro interno, però, c'è una categoria professionale che sta vivendo una crisi nella crisi a causa delle chiusure forzate e non solo.

Un periodo drammatico

Stiamo parlando delle guide turistiche, impossibilitate a organizzare tour e visite guidate: “Stiamo vivendo – spiega Alessia Orofino, che oltre a essere una guida abilitata è anche storica dell'arte e titolare dell'azienda CulturalWay un periodo drammatico perché in zona rossa non possiamo lavorare mentre in arancione sì ma solo con i residenti del comune in cui si svolge la visita. È pur vero che noi abbiamo deciso di puntare su un turismo locale e di prossimità, ma la zona gialla permette, almeno, di estendere la partecipazione anche a chi arriva da fuori. Un altro danno è portato dai contingentamenti: in tempi normali, 50 partecipanti sarebbero suddivisi in massimo due gruppi, mentre ora dobbiamo farne almeno quattro con conseguente stravolgimento dei piani economici aziendali”.

Comunicazioni tardive e ambiguità delle norme

La situazione riguarda principalmente le visite guidate all'aperto: “Non vendendo un prodotto materiale – prosegue – non ci basta alzare la saracinesca ma dobbiamo prepararci e organizzarci, dimezzando i tempi di apertura. I cambi di colore, inoltre, vengono comunicati troppo tardi: scoprendo il nostro destino non prima del venerdì sera non facciamo in tempo a programmare l'attività. Un altro fattore critico riguarda l'ambiguità di certe norme: quando eravamo in arancione ho continuato tranquillamente a pubblicizzare e svolgere i miei tour nonostante non ci fossero indicazioni chiare; occorrerebbero regole certe, le decisioni non possono essere suscettibili a variazioni, intendimenti o lasciate alla discrezione del vigile di turno”.

Le problematiche si estendono anche alle attività museali e didattiche, che Orofino gestisce in particolare alla basilica di Superga: “Nonostante – aggiunge – le concessioni fatte in regime di zona gialla, le chiusure imposte nei weekend escludono dalla cultura tutta quella fetta di visitatori abituali che, lavorando durante la settimana, potrebbe frequentare i musei soltanto il sabato o la domenica; a questo si va ad aggiungere l'ormai conclamata assenza di turisti e delle comitive scolastiche, con conseguente crisi delle ditte di trasporti ed esodo di autisti che solo gli investimenti in tecnologia stanno tentando di arginare. Abbiamo provato, come molti altri, a organizzare anche dei tour online ma le persone preferiscono ancora fare queste esperienze dal vivo perché l'emozione che provano è di tutt'altro livello”.

La confusione su codici Ateco e ristori

Come se non bastasse, molte guide sono costrette a vivere nell'incertezza di uno status giuridico poco chiaro, condizione che impedisce a moltissime persone di ottenere i tanto sospirati ristori: “Tra marzo e ottobre 2020 – incalza ancora Orofino – sono stati erogati circa 10mila euro, ma soltanto a chi ha il codice Ateco da guida turistica, condizione non sempre valida. Nel mio caso non è arrivato nulla perché, pur essendo una guida turistica abilitata, la mia azienda è registrata come società di promozione turistica del territorio e quindi ha un codice Ateco diverso. Avendo lavorato solo 4 mesi su 12, ritengo sia necessario che i prossimi ristori colpiscano tutta la filiera senza discriminazioni”.

Le proposte per il presente e le previsioni per il futuro

A fronte di questo quadro preoccupante, vengono anche avanzate delle proposte in vista di un futuro migliore: “Oltre a ristori diffusi – conclude – le tasse dovrebbero essere congelate per almeno un anno e poi scaglionate quando si ripartirà. Bisognerebbe, inoltre, programmare meglio le riaperture in modo da darci il tempo necessario a promuovere in modo adeguato le nostre attività. Come Cna, di cui faccio parte in quanto membro della presidenza nazionale e delegato al turismo per Torino e il Piemonte, prevediamo un vero e proprio boom dell'intero settore nel 2023. Il problema sarà arrivarci: a partire da marzo del 2022 si potranno vedere dei miglioramenti ma nel frattempo dovremo fare la conta dei 'morti economici'; nessuno vuole negare o minimizzare la tragedia sanitaria che stiamo vivendo, ma una gestione scellerata del sistema e il ritardo nell'erogazione dei ristori hanno fatto danni ancora più gravi”.

Marco Berton