Economia e lavoro - 16 aprile 2021, 12:56

Economia e Canavese: più del Covid, paga un decennio difficile: "La speranza nei progetti Italvolt, ma anche Icona e Ico Valley"

Dati peggiori rispetto alla provincia. Ma imprese e istituzioni puntano sulla gigafactory che produrrà batterie al litio: "Un'opportunità per noi, per il Piemonte, ma anche per tutta l'Europa. Presto incontreremo Cirio e i vertici aziendali"

Cristina Ghiringhello, direttore Confindustria Canavese

Un territorio che fa parte di Torino e della sua provincia, ma anche una fetta di tessuto economico che fa storia a sé. Il Canavese si guarda allo specchio e, riflettendo su andamento del lavoro e delle imprese, scopre che gli ultimi 12 mesi hanno lasciato una sorta di "sospensione" (tra stop ai licenziamenti e ristori). Ma che la tendenza di difficoltà era ormai avviata da almeno dieci anni.
All'orizzonte, però, la speranza si chiama "gigafactory" e i passi avanti sembrano confortanti, in questa direzione.

Un decennio in calo: sia per la popolazione che per le aziende

Si parla di 158 Comuni, con quasi 368mila residenti(il 16,5% di Torino e provincia) e 32.742 sedi d'impresa (il 15% circa del dato provinciale) cui si aggiungono altre 7.826 unità locali. Gli addetti sono 104.318, pari a poco meno del 12% della Città metropolitana. Si spazia dal Ciriacese all'Eporediese, passando per il Chivassese e le valli di Lanzo. Anche se la popolazione residente è diminuita dell'1,2% nel corso dell'ultimo decennio, dal 2011 al 2020. Cala costantemente anche la presenza delle sedi d'impresa (erano 36.408 nel 2011), mentre sono aumentate le unità locali (erano 5.583), probabilmente a seguito dei processi di acquisizione e fusione che hanno portato via l'impresa, ma lasciando gli stabilimenti. 

Un 2020 che fa peggio del resto della provincia di Torino

In particolare, nel 2020 il tasso di natalità è stato del 4,75% (più basso del 5,43 provinciale, mentre quello di mortalità è stato del 5,54%, superiore al 5,27 provinciale). L'effetto è un tasso negativo dello 0,79%, proseguendo una curva avviata ormai dal 2013, mentre la provincia (che nel 2020 cresce dello 0,16%) si muove a livelli più alti.Male in particolare Ivrea, Ciriè, Caluso e San Maurizio Canavese. Mentre hanno tenuto Cuorgné, Leini e Castellamonte. In generale, sono state le imprese di capitale a crescere nell'ultimo triennio, mentre soffrono le società di persone e quelle individuali (che sono il 64% del totale).

A livello di settori, nel manifatturiero il dato complessivo è in calo dello 0,9% (pesano soprattutto metallurgia, legno, tessile e non solo), mentre nei servizi alle imprese il dato è quasi stabile (-0,1%). Stabile anche le attività di alloggio e ristorazione, anche se influiscono gli effetti di take away sui ristoranti e sui bar, così come le difficoltà delle strutture alberghiere (-10,1% contro una crescita di b&b e altre formule emergenti).
Forte la componente artigiana (circa un terzo del territorio), mentre le imprese giovanili e straniere sono meno del 10%.

Su quasi 37mila presenze aziendali, nel 2020 sono stati 6267 i nuovi rapporti di lavoro avviati, in calo di circa 500 unità rispetto al 2019. Si tratta soprattutto di imprese della manifattura, del commercio o dei servizi alle imprese.

Presente e futuro: la "giga" speranza, ma non solo

"La componente manifatturiera è la parte rimasta più ferma, da inizio pandemia - dice Cristina Ghiringhello, direttore Confindustria Canavese - ma è potuta ripartire nella seconda parte dell'anno. Il vero fermo riguarda il settore turistico-alberghiero".

Per quanto riguarda la proiezione sul secondo trimestre dell'anno, però, le attese sono in miglioramento sotto quasi tutti i punti di vista e i parametri economici: occupazione, produzione, ordini ed export. A consuntivo del 2020, invece, quasi un'azienda su due (il 47,6%) prevede un utile a bilancio, nonostante un 42,6% che raccontano di fatturato in calo. La perdita a bilancio riguarda il 16,7%, mentre il 26,2% registra investimenti superiori addirittura a quanto fatto nei due o tre anni precedenti. Sembra sotto controllo l'indebitamento. E anche le previsioni sulla cassa integrazione mostrano segnali confortanti.

"Il Canavese non vive un periodo particolarmente brillante, anche se il 2020 è stato un anno strano e difficile per tutta la provincia. Quasi anestetizzato, come se si aspettasse qualcosa che deve ancora succedere - commenta Guido Bolatto, segretario generale Camera di commercio di Torino -. Ma ci sono tre progetti importanti e significativi che potrebbero cambiare il trend in maniera enorme, facendo del Canavese e della provincia grandi centri di attrazione: Italvolt, Icona e Icovalley".

"Su tutti e tre - aggiunge - noi siamo coinvolti e impegnati dando la massima disponibilità per le collaborazioni necessarie e per agevolare la nascita e la crescita di questi progetti. Ce n'è un gran bisogno, non solo per il Canavese, ma per tutta la provincia di Torino e tutto il Nord Ovest".

"Italvolt lo vediamo molto bene, sia come territorio che come ambito di applicazione - continua Ghiringhello -. E' una necessità per il nostro territorio, ma per il Piemonte e tutta l'Europa nel futuro dell'automotive. L'obiettivo è 100% elettrico e dunque siamo ancora molto lontani da questo dato e dobbiamo impegnarci. Visto che in Italia non esista un'altra Gigafactory, per noi è fondamentale la scelta di Scarmagno. Andiamo avanti come sistema e il 22 incontreremo di nuovo i vertici aziendali, insieme al presidente Alberto Cirio".

"Nei giorni scorsi siamo stati in Valle d'Aosta in alcune aziende legate a questo settore e l'accoglienza della filiera è molto buona. C'è un'intera filiera che ci sta credendo", conclude "e intanto proseguono anche gli insediamenti all'interno di Icona e Ico valley: ci sono sviluppi e per noi è motivo di grande soddisfazione".

"Valorizzare il capitale umano è fondamentale - sottolinea Federica Deyme, direttore Agenzia Piemonte Lavoro - e questo motiva ancora di più chi opera, tra pubblico e privato, con questo obiettivo. C'è grande entusiasmo per il lavoro fatto".
Dal punto di vista delle iniziative messe in campo per l’attività dei Centri per l’impiego - prosegue -, tra le più incisive per favorire l'incontro della domanda e dell'offerta di lavoro, stiamo predisponendo una mappatura capillare delle imprese di tutto il Piemonte e un potenziamento delle attività di scouting e marketing per intercettare tutti i posti al momento vacanti, e fornire alle imprese che necessitano di assumere personale un servizio di preselezione mirato e gratuito dei profili professionali adatti alle loro necessità, e una consulenza sugli sgravi e gli incentivi alle assunzioni dei candidati".

Massimiliano Sciullo