Cultura e spettacoli - 18 aprile 2021, 07:55

World Press Photo, a maggio l'abbraccio di Mads Nissen sarà esposto a Palazzo Madama

Ben tre italiani sul podio del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo

World Press Pghoto of the Year: Mads Nissen, Danimarca, Politiken/Panos Pictures

L’abbraccio tra Rosa Luzia Lunardi, 85 anni, e l'infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura Viva Bem, a San Paolo del Brasile, vince il World Press Photo 2021. Lo scatto è stato realizzato il 5 agosto 2020 dal fotografo danese Mads Nissen, cogliendo l’emozione di un piccolo ritorno alla normalità in una “tenda dell’abbraccio” ideata dagli operatori dell'ospizio per permettere ai pazienti di tornare ad avere contatti umani, non potendo ricevere visite dai parenti. Il Brasile - dove il presidente Jair Bolsonaro aveva ignorato la gravità della pandemia - ha chiuso il 2020 con uno dei peggiori conteggi a livello mondiale: 7,7 milioni di casi riportati e 195.000 di morti. 

La foto sarà esposta - con le altre vincitrici annunciate pochi giorni fa ad Amsterdam - a Palazzo Madama per l'anteprima nazionale della World Press Photo Exhibition 2021, la cui inaugurazione è prevista per il prossimo 7 maggio 2021 (Dpcm permettendo).

La mostra approda così nel capoluogo, per il quinto anno consecutivo, grazie all’impegno di Cime, partner della World Press Photo Foundation di Amsterdam, e della Fondazione Torino Musei

Nel gennaio 2021, la valutazione del concorso fotografico è avvenuta, per la prima volta nella sua storia, online, con sette giurie specializzate presiedute da NayanTara Gurung Kakshapati e MuyiXiao: 4.315 fotografi da 130 paesi hanno presentato ben 74.470 immagini.

E' stata premiata anche la World Press Photo Story of the Year 2021, riconoscimento che va per la prima volta a un italiano, Antonio Faccilongo, di Roma, con un servizio per Getty Reportage dal titolo "Habibi" (“amore mio”). Circa 4.200 palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane, alcuni dei quali con condanne da 20 anni o più:  se le visite coniugali sono negate e il contatto fisico è vietato, fin dai primi anni 2000, i detenuti palestinesi che desiderano avere figli contrabbandano il loro sperma fuori dalla prigione, nascondendolo, ad esempio, nei regali agli altri figli. “Habibi” racconta proprio il coraggio e la perseveranza di queste persone sullo sfondo di uno dei conflitti più lunghi e complicati della storia moderna.

Protagonisti anche altri due italiani. Primo premio, nella sezione "Storie - Notizie Impreviste", per Lorenzo Tugnoli, di Ravenna, dell’agenzia "Contrasto" che ha raccontato l'esplosione, causata da più di 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio ad alta densità, che ha scosso Beirut, in Libano, il 4 agosto 2020. Lo scoppio ha danneggiato o distrutto circa 6.000 edifici, uccidendo almeno 190 persone, ferendone altre 6.000 e lasciandone sfollate almeno 300.000.

Gabriele Galimberti, toscano, originario della Val di Chiana, con un reportage realizzato per National Geographic, ha vinto il primo premio in "Serie di ritratti". Racconta per immagini un dato: secondo lo Small Arms Survey, la metà di tutte le armi da fuoco possedute da privati cittadini nel mondo, per scopi non militari, si trova negli Stati Uniti. Il numero di armi da fuoco è superiore alla popolazione del Paese: 393 milioni di armi contro i 328 milioni di persone.

Manuela Marascio