Venticinque anni di storia raccontati con circa 130 opere attinte dal patrimonio della GAM - Galleria civica d'Arte moderna e da alcune opere scelte dalla Galleria Sabauda, che ruotano attorno a selezione di 73 capolavori dalla ricca collezione privata dell’Avvocato Giuseppe Iannaccone di Milano. E' questa la muova, ricchissima offerta espositiva curata da Annamaria Bava, Riccardo Passoni e Rischa Paterlini, ideata per evidenziare il ruolo curativo dell’arte quale veicolo di guarigione, capace di stimolare la salute del corpo come dell’anima. L’evento - realizzato in collaborazione con Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo - sostiene infatti una raccolta fondi a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus in occasione dei suoi 35 anni di attività.
Con questo allestimento si vogliono indagare, attraverso opere di grande qualità artistica, la storia, le idee, i progetti e gli scontri che caratterizzarono gli anni tra le due guerre, che videro nascere, dopo l’Avanguardia, i principi di “Valori Plastici”, di forte influenza sulla retorica di un’arte fascista. Un'arte che prediligeva le impostazioni chiare e sobrie, con riferimento alla purezza delle forme e all'armonia nella composizione.
La collezione Iannaccone rappresenta oggi un unicum nel panorama italiano e internazionale, nato nei primi anni Novanta con la volontà di ricostruire un’alternativa a questa dimensione retorica e ufficiale, riuscendo a rintracciare le opere di un significativo gruppo di artisti che credettero in un’arte dalle molte possibilità espressive, in un arco temporale che va dal 1920 al 1945.
La raccolta riunisce le opere di artisti le cui ricerche hanno sviluppato visioni individuali e collettive controcorrente rispetto alle politiche culturali fasciste di ritorno all'ordine e classicità monumentale novecentista.
Dalla poesia del quotidiano di Ottone Rosai e Filippo De Pisis all'espressionismo della Scuola di via Cavour (Mario Mafai, Scipione, Antonietta Raphaël), dal lavoro di scavo nel reale di Fausto Pirandello, Renato Guttuso e Alberto Ziveri, alle correnti dei Sei di Torino (Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci) e del Chiarismo lombardo (Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni), fino alle forze innovatrici dei pittori e scultori di Corrente (Ernesto Treccani, Renato Birolli, Lucio Fontana, Aligi Sassu, Arnaldo Badodi, Luigi Broggini, Giuseppe Migneco, Italo Valenti, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Emilio Vedova). Un'originale testimonianza di una stagione creativa, complessa e vitale, dell’arte italiana del Novecento.