Il generatore d’ossigeno della Maxiemergenza 118 piemontese è pronto. Sulla tettoia che lo ripara sventola il drappo dell’Emergency medical team della Regione Piemonte.
E, come annuncia Mario Raviolo, direttore della “Maxi”, da domani fornirà “ossigeno italiano per i nostri amici indiani”. Il team italiano in India è composto da dodici professionisti: tre medici specializzati, due infermieri, un anestesista, un infettivologo, un urgentista e quattro tecnici.
A guidare la missione, lo stesso dottor Raviolo, direttore della Maxiemergenza e del Dipartimento di emergenza sanitaria 118 della Regione Piemonte. Sanitari e tecnici sono decollati a bordo di un C130 dell’Aeronautica militare domenica (2 maggio) da Caselle, grazie al supporto offerto dal Ministero della Difesa nelle attività di contrasto alla pandemia, disposte dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e dirette dal Comando Operativo di vertice interforze.
Destinazione, dopo tre scali tecnici, l’ITBP Hospital di Greater Noida, Delhi. L’India è stata messa in ginocchio dall’emergenza pandemica da Covid-19. E proprio in questo contesto si inserisce l’opera dell’Emergency medical team della Regione Piemonte (l’unico in Italia ad aver ottenuto la certificazione di secondo livello dall’Oms.
La squadra è infatti composta prevalentemente dalla Maxiemergenza del Piemonte e da un medico dell’Areu, l’Azienda regionale emergenza urgenza, della Lombardia.
Arrivati in India, l’equipe si è subito messa al lavoro per il montaggio dell’apparato che è in grado di autoprodurre ossigeno 61.800 litri di ossigeno all’ora, con la capacità di rifornire in continua 68 pazienti intubati, oppure 17 pazienti in caschi Cpap ad alto flusso, oppure 103 pazienti che necessitino di ossigenoterapia. Si tratta dell’apparato che era stato montato e allestito in occasione della creazione dell’ospedale da campo alle Officine grandi riparazioni di Torino, nel corso della prima ondata di contagi da Covid-19, oltre un anno fa.
Un supporto enorme in un Paese dove serve ossigeno per curare centinaia di persone. E dove l’Italia, inoltre, ha portato venti respiratori polmonari donati dalla Struttura del Commissario straordinario per l’Emergenza coronavirus.
Terminata la fase di installazione del sistema di autoproduzione, il team sarà poi impegnato nella formazione deli operatori locali alla gestione e al funzionamento dell’apparato. Poi, potrà fare rientro in patria.