8 maggio. Giornata mondiale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa.
Una ricorrenza che, per il secondo anno consecutivo, assume una valenza ancor più significativa, dopo un anno di impegno straordinario, che ha visto la Croce Rossa Italiana in prima linea nella lotta al Covid -19 ma anche nel sociale, in tante altre piccole e grandi emergenze e attività quotidiane.
Se n’è parlato stamane (7 maggio), nell’aula del Consiglio regionale del Piemonte. La Croce rossa è il primo Ente che torna ad essere riammesso “in presenza” a Palazzo Lascaris, dopo il lungo stop dettato dal lockdown.
"Onore al lavoro e all'impegno dei moltissimi volontari"
Ad accogliere i volontari, il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia.
“Aderiamo alla Giornata mondiale – ha detto – per onorare il lavoro e l’impegno che svolgono i moltissimi volontari, in Piemonte e nel resto del mondo. Numeri impressionanti, anche solo quelli che riguardano il nostro territorio piemontese. La Croce rossa è simbolo del soccorso per eccellenza, grazie a tutte le persone che quotidianamente impegnano parte del loro tempo per dare sostegno al prossimo. Un vero e proprio esercito del bene che con dedizione, professionalità e capillarità, da sempre, è al servizio dell’intera comunità”.
Allasia ha poi parlato nello specifico dell’impegno della CRI durante la grave emergenza pandemica.
“Avete svolto un lavoro prezioso e indispensabile. Con coraggio siete stati determinanti soprattutto nella prima fase dell’emergenza sanitaria, quando si conosceva ancora poco del virus. Eppure, voi siete andati a soccorrere moltissimi contagiati, mettendo in pericolo la vostra stessa vita”.
CRI e Covid: "I nostri operatori sono stati inarrestabili. Hanno dimostrato di esserci"
Vittorio Ferrero, presidente del Comitato regionale della Croce rossa del Piemonte, ricorda nitidamente quei momenti.
“Era il 21 febbraio – ha detto – un venerdì sera: una nostra ambulanza della Croce rossa di Torino trasportava il primo paziente piemontese contagiato dal Covid all’Amedeo di Savoia.
Da allora, ci siamo vestiti con tute bianche, mascherine, occhiali, guanti e abbiamo iniziato a soccorrere tantissime persone, sempre di più. Abbiamo decuplicato la presenza di ambulanze sul territorio.
Questo perché i nostri operatori, volontari e dipendenti, ci sono stati: sono stati inarrestabili. Persone che disinteressatamente hanno dimostrato di esserci. All’epoca tutti speravamo che la pandemia fosse più corta: è stato invece un anno difficile, in cui a tratti l’emergenza sanitaria è stata sostituita dall’emergenza sociale: abbiamo portato spesa e farmaci nelle case, abbiamo supportato persone in difficoltà economica. La Croce rossa anche in quel momento c’è stata, con uno slancio importante di umanità.
Tantissime persone hanno deciso di diventare volontari temporanei, per l’emergenza Covid. Per poi decidere di frequentare il corso e diventare permanenti. Un grandissimo segnale. Grazie”.
"Siamo moltiplicatori di gentilezza e umanità"
Ferrero ha poi voluto tracciare un quadro a tutto tondo delle attività e dell’impegno che la Croce rossa, quotidianamente, mette in campo.
“Siamo moltiplicatori di gentilezza e umanità – ha detto – e di tutti i Sette Principi della Croce rossa.
L’8 maggio per noi è una giornata importantissima. Henry Dunant, il nostro fondatore, oltre 150 anni fa ebbe un’intuizione fantastica: eravamo a Solferino, in Lombardia, e volle creare un’organizzazione umanitaria neutrale che potesse essere al servizio delle persone indistintamente da provenienza, razza, credo politico o religioso. Da lì nacque la Croce rossa. Che oggi è presente in ogni paese del mondo”.
La CRI Piemonte in numeri
Alcuni numeri: la Croce rossa, con 98milioni di iscritti, è il più grande movimento umanitario su scala mondiale.
Il Comitato Regionale della Croce Rossa in Piemonte è il più grande d’Italia per numero di volontari: ben 22mila sui 150mila italiani.
In Piemonte, in un’area concessa in comodato dalla Città di Settimo Torinese, si trova il Centro polifunzionale “Teobaldo Fenoglio”. All’interno della struttura, oltre alla presenza costante di un centro di accoglienza per persone migranti e di un hub per gli arrivi in Piemonte, è presente il Centro operativo emergenze: in questi mesi è stato punto di riferimento per il coordinamento operativo e il supporto logistico di tutto il nord-ovest dell’Italia.
L'operato durante l'emergenza Covid
E sono proprio i numeri del Piemonte e dare la misura della generosità e del grande impegno che ha coinvolto l’intera Regione, i 95 comitati sul territorio in 173 comuni, durante la pandemia.
Da febbraio a dicembre 2020 si sono contate complessivamente 145mila giornate di lavoro, 727 mezzi attivati che hanno coperto il 95% dei trasporti sanitari, decine di migliaia le iniziative del “Tempo della Gentilezza” (consegna pacchi e farmaci, buoni spesa).
Durante la pandemia i volontari della Croce rossa hanno dato supporto al Sistema sanitario regionale con servizi di trasporto sanitario e dimissioni dagli ospedali di pazienti Covid.
La Cri del Piemonte ha poi partecipato all’allestimento dell’Ospedale temporaneo Valentino, insieme alla Regione Piemonte, fornendo in quella prima fase sei tensostrutture pensate per ospitare reparti per la degenza di pazienti Covid a bassa intensità. Nelle settimane di operatività della struttura sanitaria, la Croce rossa ha fornito decine di volontari a supporto del personale sanitario della struttura, compreso nei turni delle festività natalizie e di capodanno.
“L’emblema della Croce rossa – ha rimarcato Ferrero – è simbolo di protezione, aiuto alle persone in ogni parte del mondo. Se qualcuno ha una difficoltà e vede la Croce rossa sa che, bussando a quella porta certamente sarà aiutato”.
Ma non c'è solo la pandemia
Ma non c’è solo la pandemia. Oggi la CRI, in Piemonte è impegnata in tante attività, anche grazie al Corpo delle infermiere volontarie e al Corpo militare volontario, da sempre al fianco di tanti partner: Protezione civile, Regione e Comuni.
Con attenzione e rispetto, denominatore comune di azioni che non hanno razza, genere o colore ma in tutto il mondo si ispirano a Sette principi fondamentali: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità.
“Siamo una delle realtà più grandi in termini di incidenza sulla popolazione regionale – ha aggiunto Ferreo – segno che il seme della CRI e dei suoi valori, in questa terra ha attecchito bene. Con i nostri 22mila volontari siamo lo 0,5% della popolazione piemontese: se fossimo anche solo l’1% raddoppieremmo: da qui nasce un appello a chi vuole dedicare un po’ di tempo per gli altri”.
La sinergia con le Istituzioni
In questi giorni, su molti Municipi del Piemonte campeggia la bandiera della Croce rossa: “Rafforziamo così la sinergia con le pubbliche Istituzioni – le parole di Ferrero –. Possiamo essere ancora più d’aiuto alla comunità, possiamo fare ancora più del bene se siamo in sinergia. Grazie a tutti i volontari, esempio stupendo di persone che hanno messo a disp loro stessi. Grazie ai nostri dipendenti, alla Regione, alle Istituzioni e soprattutto ai nostri donatori: credono nella nostra azione e ci sostengono ogni giorno.
Senza questo insieme di attori intorno al nostro mondo non potremmo portare il nostro aiuto.
È il più importante lascito del nostro passato, che portiamo avanti con estremo orgoglio e passione umanitaria”.
"Insegnate al mondo che i feriti non hanno bandiera"
Parole di viva gratitudine per i volontari CRI sono giunte anche dal consigliere Gianluca Gavazza, che ha creato il sodalizio tra la Croce rossa del Piemonte e il Consiglio regionale.
“Grazie a Henry Dunant – ha detto – colui che ha insegnato al mondo che i feriti sono feriti e non hanno bandiera. I bambini, quando finiscono di dire ‘mamma’ dicono ‘Croce rossa’: quando siamo in difficoltà, anche piccola, oggi abbiamo la CRI. E io sono fiero di questo
La guerra al fronte oggi è il Covid. Un anno fa eravate impreparati, ma pronti. Pronti a buttarvi. Perché quando si parte preparati si hanno le corazze. Voi, invece, senza corazze, senza conoscere a cosa andavate in contro, vi siete buttati”.
Le prossime sfide
Quali le sfide che ora attendono la Croce rossa? A breve termine, l’obiettivo è sicuramente quello di continuare le attività già in essere, cercando di avere sempre più operatori possibili. Ma nel futuro, come ha rimarcato Ferrero, la “sfida sarà intensificare il lavoro che facciamo, tutti i giorni, nel campo del sociale”.
Un impegno ad implementare ancora la rete di assistenza sociale per essere sempre più capillari sul territorio, anche in partnership con aziende pubbliche e private.
Come fare a entrare in Croce rossa? Ci si può iscrivere, dai 14 anni in poi, prendendo contatti con una sede CRI, oppure sul portale www.gaia.cri.it.