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Attualità | 12 maggio 2021, 19:38

Ecosistema urbano, Torino bocciata sul trasporto pubblico ma promossa sulla mobilità attiva

Il rapporto di Legambiente mostra dati poco incoraggianti sulla flotta di bus e tram. Positiva, invece, la valutazione sulla politica cittadina riguardante biciclette, aree pedonali e monopattini

mobilità e pista ciclabile

Ecosistema urbano, Torino bocciata sul trasporto pubblico ma promossa sulla mobilità attiva

Torino bocciata sul trasporto pubblico e promossa sulla mobilità attiva: è questo il quadro fornito dal 1° rapporto di Legambiente sull'ecosistema urbano della città, iniziativa nata dall'esperienza analoga portata avanti a livello nazionale da oltre 25 anni. 

I dati e l'analisi 

Secondo i dati analizzati dall'associazione, il numero di viaggi annui pro capite fatti a bordo dei mezzi pubblici è in lieve aumento (241 nel 2019 rispetto ai 204 del 2014 e ai 153 del 2009) ma si mantiene lontano dai livelli di Milano (468), avvicinandosi a quelli di città molto più piccole come Brescia (221) o Cagliari (199). Il numero di chilometri annui pro capite, inoltre, è in diminuzione (54 nel 2009, 46 nel 2014 e 38 nel 2019), così come la velocità media dei bus (18,2 km/h nel 2009, 16,8 nel 2014 e 16,7 nel 2019), mentre l'età media della flotta si mantiene elevata assestandosi a 11 anni. Discorso più o meno simile per quanto riguarda i tram, con una netta diminuzione del chilometraggio delle linee (passato dai 108 del 1998 ai 73 attuali) non sufficientemente compensata dallo sviluppo della metropolitana, arrivata a toccare quota 13,8. 

Discorso opposto, invece, quello relativo alla mobilità attiva, con indicatori in miglioramento in tutti gli ambiti: i metri quadrati di isola pedonale pro capite (0,52 nel 2009 e 0,58 nel 2019), i metri di infrastruttura ciclabile ogni 100 abitanti (6,77 nel 2009 e 8,46 nel 2019), i chilometri totali di piste ciclabili (135 nel 2009 e 157 nel 2019) e i chilometri totali di zone 30 (85,5 nel 2009 e addirittura 380,5 nel 2019). La situazione appena illustrata, però, non è sufficiente a migliorare in modo significativo la qualità dell'aria, preoccupante anche a causa di un numero di auto circolanti ogni 100 abitanti ancora stabile e troppo elevato (62 nel 2009 e 64 nel 2019) 

Legambiente ha avanzato alcune proposte, tra cui la revisione del tpl attraverso il potenziamento della rete tranviaria, il ridisegno dell'intera rete limitando la circolazione dei bus extraurbani ai punti di interscambio gomma-ferro, la riattivazione delle linee sospese e il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano, una nuova governance che promuova studi comparativi e il coinvolgimento di tutti i comuni dell'area metropolitana, oltre alla separazione tra programmazione del servizio (da assegnare all'Agenzia per la Mobilità) ed erogazione (a Gtt). 

I problemi di un trasporto obsoleto

Il trasporto pubblico locale torinese – ha spiegato il responsabile scientifico del rapporto Mirko Laurenti – è in generale obsoleto, la rete su ferro non viene valorizzata adeguatamente favorendo il ricorso al mezzo mezzo privato, non esiste una governance chiara in grado di elaborare un'alternativa valida e utilizzabile da tutti, il sistema è caratterizzato da una scarsa intermodalità e l'attività di informazione e comunicazione resta bassa. Al contrario, già prima dell'emergenza Covid la città aveva attivato un positivo lavoro sulla mobilità sostenibile, non solo quella ciclistica e pedonale ma anche sperimentando – tra le prime in Italia – mezzi innovativi come i monopattini”. 

L'impegno di Torino sulla mobilità attiva 

L'assessora ai trasporti della Città di Torino Maria Lapietra ha confermato, a proposito, l'intenzione di proseguire con l'attuale linea politica: “Abbiamo chiesto – ha commentato – 15,5 milioni di euro, nell'ambito dei fondi ReactEU, per realizzare nuove piste ciclabili e nuove pedonalizzazioni con l'obiettivo di dare ulteriore spazio ai cittadini e proseguire il percorso già intrapreso in questi anni. In futuro lavoreremo su progetti ancora più impattanti di mobilità al servizio del cittadino, in ottica MaaS, grazie alle risorse in arrivo dal Ministero dell'Ambiente: tra questi ci saranno l'app per valutare in tempo reale la presenza di mezzi alternativi all'auto e i buoni mobilità per utilizzare i mezzi collettivi e in sharing. In cantiere abbiamo anche la retribuzione del tempo impiegato dai dipendenti pubblici per spostarsi tra casa e luogo di lavoro se scelgono di muoversi in modo attivo”. 

I progetti della Regione Piemonte 

Sono molti anche i progetti arrivati sul banco della Regione Piemonte: “Le proposte - ha assicurato l'assessore all'ambiente Matteo Marnati – sono circa 3mila: il 42% riguarda l'efficientamento energetico e il rinnovamento degli edifici, il 21% le energie rinnovabili e la mobilità sostenibile, il 5% l'alta velocità ferroviaria e le strade sicure e la restante percentuale altre tematiche come il digitale. Le risorse ci sono, occorrerà solo valutare quando e come presentare le richieste: se in autunno all'interno del Pnrr, entro il giugno del 2022 attraverso la programmazione europea o grazie al fondo complementare di 30 miliardi di euro".

"Il nostro obiettivo è quello di costruire un percorso sulla mobilità green e sull'azzeramento delle emissioni: uno dei passi più importanti sarà rappresentato dal raggiungimento della quota del 30% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030”, ha concluso Marnati.

Marco Berton

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