"Non basta una giornata per ribadire la necessità di lottare contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia", ha scritto su Facebook la sindaca di Torino Chiara Appendino, nella Giornata internazionale contro l'omofobia. "Serve un cambio culturale radicale che permei ogni anfratto della nostra comunità. Che parta dalle istituzioni, dalla scuola e dalle famiglie".
"Servono gesti concreti da parte di chi può farli. Servono firme. Come quelle che ho messo di mio pugno per il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali", ha aggiunto la prima cittadina. "Serve un linguaggio nuovo, che sia realmente inclusivo. Che modelli il nostro modo di vedere il mondo in una direzione quanto più inclusiva possibile. Per questo motivo continueremo a dire Sindaca, Assessora, Ministra e a fare capire da subito, ad ogni bambino o bambina, che quelli ed altri ruoli sono lì, per tutte e tutti, senza barriere se non le capacità di ognuno".
Poi Appendino torna su un concetto che aveva già espresso più di una volta. "Serve una legge per dire che la violenza sulla base di odio omo, lesbo, bi e transfobico è grave e va punito. Questa legge deve essere approvata il prima possibile, e oggi si chiama ddl Zan. Servono tante altre cose, sicuramente. Ma iniziamo da queste. Almeno", ha concluso la sindaca di Torino.