/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 22 maggio 2021, 19:50

"Stop in Piemonte agli allevamenti in gabbia": battaglia del M4O per il benessere di galline e conigli

La nostra regione è già virtuosa, con una filiera corta dal produttore al consumatore. Ramello (Coldiretti Piemonte):"L'80% delle galline ovaiole cresce già a terra".

"L'80% delle galline ovaiole piemontesi cresce già a terra"

"L'80% delle galline ovaiole piemontesi cresce già a terra"

Stop alle gabbie negli allevamenti piemontesi. È questa la richiesta contenuta nell’ordine del giorno presentata dalla consigliera regionale del Movimento 4 Ottobre Francesca Frediani, sulla scia di quanto avvenuto in Emilia Romagna.

La Regione guidata da Stefano Bonaccini è stata la prima in Italia, su proposta di Europa Verde e Pd, ad approvare un atto che impegna la Giunta a sostenere la transizione verso allevamenti che non facciano uso di gabbie e rispettino il benessere degli animali. Una proposta sull’onda d’urto generata da “End the Cage Age”, un’iniziativa portata avanti da migliaia di cittadini di tutta Europa che lo scorso ottobre è stata presentata davanti alla Commissione Europea con ben 1.4 milioni di firme per chiedere lo stop alla crescita di polli, conigli e vitelli in spazi ristretti.

Frediani (M4O):"Allevamento in gabbia fa soffrire animali e favorisce diffusione virus"

Un sistema – come spiega Frediani – che oltre a far soffrire “gli animali”, “favorisce la diffusione di virus e batteri che possono essere trasmissibili all’uomo, originando così epidemie”. Da qui la richiesta alla giunta Cirio di promuovere anche azioni di sensibilizzazione “dei consumatori e di intervenire presso il Governo”.

Ramello (Coldiretti Piemonte):"80% della galline non è più allevato in gabbia"

Principalmente sono allevati in gabbia vitelli, conigli e soprattutto polli, sia per le carni che per le uova. In quest’ultimo ambito però la nostra regione si dimostra virtuosa, come spiega Franco Ramello, responsabile economico di Coldiretti Piemonte e Cuneo.

L’80% delle galline- sottolinea – non è più allevato in gabbia, ma a terra: lo si vede anche sugli scaffali dei supermercati”. E a spingere verso questa riconversione per il benessere dell’animale è stato lo stesso consumatore, che ha iniziato a preferire prodotti più sostenibili.

Altra particolarità è che la nostra regione ha una filiera corta, cioè che la “quasi totalità delle circa 120 aziende che allevano galline per le uova ha un centro di imballaggio e un suo mercato” di riferimento. Questo vuol dire che di tendenza mangiamo un prodotto che è nato e cresciuto nella nostra provincia. Per quanto riguarda i conigli, difficili da allevare fuori dalle gabbie, “ora vengono cresciuti in strutture arricchite, consentite dai regolamenti comunitari”.  In questo scenario c’è poi la nicchia del biologico, che rappresenta il 10%-12% del mercato, che punta su allevamenti all’aria aperta con mangimi bio.

Leader in provincia di Torino del comparto uova è Fantolino. Dal primo allevamento nel 1970 aperto a Fiano, il gruppo ora gestisce spazi per la crescita dell’animale in tutto il Piemonte, tra cui per il biologico a Venaria Reale.

Gabriella Fantolino:"Uovo di galline all'aperto più caro del 40% di quello in gabbia"

E dietro le confezioni di carta da sei che troviamo sugli scaffali esiste un mondo, come spiega Gabriella Fantolino. Un uovo generato da galline allevate all’aperto – chiarisce - costa indicativamente il 40 % in più rispetto ad uno di animali cresciuti in gabbia. La differenza di proporzione tra gabbia, terra, aperto e bio è quella che si riflette di fatto sul prezzo di vendita. Fantolino nel 2010 ha avviato il processo di conversione a favore del benessere animale, offrendo dal 2013 esclusivamente allevamenti di galline a terra all’aperto e da agricoltura biologica”. E tramite i codici sul guscio si può rintracciare la storia dell’uovo, “come provincia e comune dell’allevamento, ma prima di tutto la nazione (IT) per Italia”

"Quando il consumatore acquista un prodotto con un prezzo basso, deve sapere che a qualcosa deve rinunciare"

Spesso tra i vari tipi di uova esiste una differenza di prezzo molto grande, determinata dal benessere in cui cresce l’animale: costo maggiore determina materie prime per il nutrimento di valore, così come qualità degli allevamenti. “Ogni volta che il consumatore acquista un prodotto -spiega Gabriella Fantolino - con un prezzo particolarmente basso deve essere consapevole del fatto che a qualcosa deve rinunciare. Se si preferisce avere allevamenti che offrano agli animali gli spazi necessari a una crescita sana, nel rispetto dell’ambiente e materie prime per l’alimentazione altamente selezionate, il prezzo rappresenterà il valore del prodotto. L’uovo è un prodotto fresco e deve essere anche, con sicurezza, un prodotto genuino”.

Cinzia Gatti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium