/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 23 maggio 2021, 07:30

Lavoro: basta fabbrica, ormai assume solo il terziario. Ma mancano la formazione e l'esperienza necessarie

Lo svela uno studio di Mauro Zangola per Rotary Club: "Bisogna superare il paradosso che vede le aziende non trovare candidati e sempre più persone cercare un impiego. Altrimenti il problema non potrà che aggravarsi"

Resiste il rebus di chi cerca lavoro e non lo trova e chi offre lavoro, senza candidati

Resiste il rebus di chi cerca lavoro e non lo trova e chi offre lavoro, senza candidati

Il mancato incontro tra offerta e domanda di lavoro come paradosso. L'effetto? Tante persone che non trovano un impiego, mentre tante aziende hanno posti vacanti e non trovano candidati adatti.
In media sono un terzo le figure professionali che le aziende non riescono a trovare e il tessuto produttivo di Torino conosce bene questo fenomeno. Una ferita ancora più dolorosa, in tempi in cui il rebus dell'occupazione fatica sempre di più a trovare soluzioni (la disoccupazione giovanile sfiora il 33%).
"Uno stallo che evidenzia come la scuola produca ancora profili "generalisti", mentre le aziende sono sempre più a caccia di profili "specializzati". E a fronte di un'Università a volte ancora troppo "accademica", sono invece gli ITS a fornire super-tecnici, più evoluti rispetto alla scuola professionale classica", commenta Michelangelo De Biasio, governatore Rotary Distretto 2031.

Lo scenario viene raccontato nella ricerca dell'economista Mauro Zangola, diventata un libro in collaborazione con una robusta squadra di ricercatori ed esperti e intitolato proprio “Il divario fra domanda e offerta di lavoro. Un problema insolubile?", realizzato su impulso del Rotary Club Torino Sud Est.

Chi offre lavoro: il terziario "assume" in due casi su tre

"Per la prima volta abbiamo provato a misurare l'impatto di questo divario in una realtà sviluppata come quella torinese - spiega Zangola -. Allo stato attuale si nota come il 64% degli occupati oggi è impiegato nei servizi, contro un 30,5% nell'industria. La quota sale all'81,3% per le donne impiegate nel terziario, ambito dove il 21,5% ha meno di 34 anni, mentre il 4,6% ne ha meno di 24. Quindi un'età media che si sta alzando, ma con una qualifica che solo nel 46,8% è presente con un diploma, mentre il 22,3% ha una laurea".
E' il settore terziario dunque quello che assorbe più di tutti gli altri, in Piemonte, anche per quanto riguarda i nuovi ingressi. "Nel 2019 i servizi hanno assorbito l'81,6% dei nuovi assunti, mentre l'industria solo il 13%. Il 72% di chi ha un'età tra 15 e 29 anni ha trovato sbocco lavorativo nel terziario e poco più del 40% ha una specializzazione medio alta. In particolare, nella città metropolitana di Torino, sono 127mila le persone che lavorano nel settore pubblico e la scuola e la Sanità ne occupano 6 su 10".

Che impiego, dopo la laurea?

Sempre dai dati emerge che quasi 8 laureati su 10, all'Università di Torino, dopo un anno trovano lavoro, ancora una volta nei servizi. Una quota che sale di qualche frazione percentuale nei primi tre anni, mentre scende al 75,5% dopo 5 anni dalla laurea.
Diverso il discorso del Politecnico: a tre anni dalla laurea, quasi 6 ingegneri su 10 trovano lavoro nell'industria, mentre il 35% nei servizi. Rasenta lo zero l'impiego in agricoltura. Mentre per gli architetti gioca un ruolo importante l'edilizia, che assorbe il 42% dei professionisti mentre il 47% trova posto nei servizi.

Chi cerca lavoro: mancano esperienza e formazione

A fine 2020 coloro che cercavano lavoro in Piemonte erano 144mila. Di questi, spiccano caratteristiche che vedono oltre un profilo su due (54%) come ex occupati, mentre circa uno su quattro (25,7%) sono inattivi che hanno ripreso a cercare lavoro. Pesa la mancanza di esperienza: non ne ha oltre il 20%, mentre il 42% ha meno di 34 anni e ben il 43% ha al massimo la licenza media.

Le professioni "fantasma": mancano candidati, ma anche la necessaria preparazione

Le professioni tecniche a elevata specializzazione, soprattutto nell'industria, sono quelle che faticano di più a trovare interpreti. "Mancano candidati, ma anche l'esperienza che spesso è specificatamente ricercata", dice Zangola. E lo stesso si può dire per gli operai specializzati e i conduttori di impianti metalmeccanici: "anche qui, mancano i candidati, ma spesso è la preparazione a risultare inadeguata".

Il gap da riempire: cosa serve ai servizi?

Restano però dei dati che mancano. E loro assenza pesa parecchio: "Bisogna sapere di più sui fabbisogni del settore dei servizi, che come abbiamo visto assorbono i due terzi dei nuovi assunti. Che tipo di formazione e di competenza servono? E cosa fanno le imprese per sopperire a queste carenze di professionalità?", dice Zangola. "Ma poi bisogna capire se esiste coerenza tra la formazione impartita dai centri didattici e gli sbocchi occupazionali: sono dati su cui bisogna lavorare in maniera più approfondita".

"ll problema esiste e rischia di aggravarsi, visto che la domanda di lavoro cambia anche in presenza di una forte e rapida innovazione tecnologica", conclude Zangola.

Marsiaj: "Perdiamo in competitività e quindi in export"

Secondo il presidente dell'Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiaj, "Il mancato incontro tra domanda e offerta colpisce ormai da troppo tempo il nostro territorio. Rischiamo di perdere il 6% della nostra produttività, quindi la competitività sul mercato soprattutto per aziende che vivono di export". E poi pesa l'innovazione, "che comporta mutazioni continue nel mondo del lavoro. Posti di lavoro saranno distrutti, ma altri saranno creati, ma è proprio qui che bisogna insistere sull'allineamento delle competenze. Una carenza che colpisce il nostro territorio, il nostro Paese, ma soprattutto le pmi".Che fare? "Bisogna rivedere gli strumenti a supporto di chi cerca lavoro. Politiche attive, che prevedano nuovi percorsi di formazione professionale, invece di politiche passive. Le risorse del Pnrr sembrano andare nella direzione giusta, tra formazione, ricerca e proprio le figure degli ITS". 

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium