Nessun esubero, nessuna chiusura prevista per gli stabilimenti italiani, investimenti per l'automotive del futuro. Sono queste le parole risuonate in occasione del pomeriggio di martedì, a Roma, in occasione dell'incontro convocato dal ministro Giancarlo Giorgetti (titolare del Mise), alla presenza dei vertici di Stellantis, dei sindacati metalmeccanici nazionali, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando e il viceministro Gilberto Pichetto.
Mirafiori resta in seconda fila
Ma sotto i riflettori, in particolare, c'è finita Melfi (più di Mirafiori). Basilicata e non Piemonte, anche se le rassicurazioni possono essere intese su tutto il piano nazionale. Proprio a Melfi, infatti, i responsabili del gruppo nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot hanno esposto piani che prevedo la produzione di quattro nuovi modelli elettrici multibrand a partire dal 2024 e la realizzazione di una cosiddetta "superlinea" produttiva. E sulla collocazione della terza fabbrica di batterie del gruppo (quella cui puntava con forza Torino, Mirafiori in particolare) ancora nessuna decisione.
La politica: "No a brutte sorprese sull'occupazione". Pichetto: "Sostenere i siti italiani"
Al termine dell'incontro, il titolare del dicastero del Mise parla di sida "impegnativa" e aggiunge: "Il governo deve capire come gestire questa fase di transizione in cui alcune filiere saranno privilegiate e altre messe a rischio. È importante che ci siano garanzie sull'occupazione e che non ci siano brutte sorprese". "Abbiamo avuto conferma di un forte segnale positivo dell'impegno in Italia" e di "un dialogo produttivo e costruttivo", ha detto Pichetto, esponente piemontese del governo presente al tavolo. "Stellantis sta lavorando con determinazione e velocità per anticipare e sostenere la transizione energetica di tutti i propri siti industriali italiani con l'obiettivo di garantirne la sostenibilità attraverso il miglioramento delle prestazioni e far ricoprire al Paese un ruolo strategico tra i principali mercati domestici europei del Gruppo".
Sindacati: "No a esuberi". "Ma su Mirafiori e Maserati si è detto troppo poco"
Dopo averlo richiesto a lungo, i sindacati sono soddisfatti dell'avvio del confronto con Stellantis alla presenza del governo. Ma continuano a chiedere "garanzie per tutti i lavoratori italiani". E Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm, insieme al segretario nazionale Gianluca Ficco ribadisce: "Vogliamo un grande patto con Stellantis, che escluda esplicitamente la possibilità di chiusure e di licenziamenti, che sostenga il reddito dei lavoratori e che dia missioni produttive a tutti gli stabilimenti di montaggio e di motori, ai numerosi enti di ricerca e di staff".
Posizione condivisa anche da Fim Cisl, con il segretario generale Roberto Benaglia e il segretario nazionale Ferdinando Uliano: "Non accetteremo decisioni unilaterali su esuberi, faremo una verifica puntuale della coerenza delle dichiarazioni dell'azienda. Abbiamo ribadito la necessità di aprire un tavolo di confronto a livello nazionale".
E se pure da Fiom, con la segretaria generale Francesca Re David e Michele De Palma, responsabile Auto, viene chiesto "un accordo quadro nazionale con la partecipazione dei lavoratori che abbia al centro un piano industriale che salvaguardi la capacità installata e che garantisca la tenuta sociale e la continuità occupazionale per i prossimi 5 anni", non sfugge che su Mirafiori siano state pronunciate molte meno parole rispetto a quanto si potesse sperare. "Sarebbe meglio avere un quadro complessivo dell'impegno dell'azienda per tutti gli stabilimenti italia. In particolare per Torino servono più volumi e la sede a Mirafiori della fabbrica di batterie", dice Giorgio Airaudo, segretario generale della Fiom Piemonte. "Si è discusso solo di Melfi, a noi interessa parlare anche di Stellantis Mirafiori e di Maserati Grugliasco in termini di opportunità e non di ridimensionamento. A Torino servono volumi e, se ci sarà una gigafactory in Italia, Mirafiori si candida a ospitarla. Portarla a Torino non è scontato, serve l'impegno di tutto il territorio, istituzioni, sindacato, sistema dell'impresa e la volontà della presidenza di Stellantis".