Economia e lavoro - 26 giugno 2021, 11:41

Lavoro, Landini in piazza Castello: "Non è il momento di creare fratture sociali. Embraco esempio di come non si fa politica industriale" [VIDEO]

Il segretario generale della Cgil a Torino per una delle tre manifestazioni sindacali contemporanee: "Basta precarietà: la politica ascolti le nostre proposte". E sul palco salgono anche i lavoratori ex Embraco

"Chiediamo qui oggi che ci sia la proroga del blocco dei licenziamenti. Chiediamo che il Governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro. È il momento di unire non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali". È la sollecitazione che arriva dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini dalla piazza di Torino, dove è in corso una delle tre manifestazioni nazionali (le altre due sono a Firenze e Bari, collegate via maxi-schermo) in difesa del mondo del lavoro. Una piazza gremita di lavoratori, fra cui gli operai della ex Embraco. "Embraco - ha detto Landini - può essere un esempio di come non si fa politica industriale in questo Paese". 

"Ripartiamo, insieme. Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l'Italia di domani" è lo slogan delle manifestazioni unitarie di Cgil, Cisl, Uil che si svolgono in contemporanea. A Firenze e Bari sono previsti gli interventi del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, e del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. A Torino spazio invece a Landini della Cgil, che parlerà sul palco a mezzogiorno.

"Oggi manifestiamo - spiega Landini - per fare una proposta. È la prima cosa importante è cosa ci risponderanno il parlamento e poi il governo. Per noi oggi è soltanto l'inizio di una mobilitazione perché non ci accontentiamo di manifestare ma vogliamo portare a casa dei risultati. Di sicuro noi i lavoratori e le lavoratrici non li vogliamo lasciare da soli di fronte ai problemi che hanno nel vivere ogni giorno. Noi non siamo in piazza oggi per dire che esistiamo e finisce qui, ma perché abbiamo proposte per riformare questo Paese e stiamo rivendicando un coinvolgimento vero".

"Le imprese che non rispettano le regole e che non garantiscono la sicurezza non possono continuare a lavorare e non possono continuare a produrre", ha poi aggiunto il leader della Cgil. "La sicurezza deve diventare non un costo ma un investimento e una carta d'identità di qualità del nostro Paese. Le riforme e gli investimenti che vanno infatti devono creare lavoro stabile. Basta precarietà. E soprattutto è importante che tutte le persone che lavorano abbiano gli stessi diritti e le stesse tutele".

 

Daniele Angi