Si dividono dopo due stagioni le strade di coach Demis Cavina e della Reale Mutua. Il coach chiamato a guidare la nuova formazione torinese in A2 dopo il fallimento Auxilium, lascia la città dopo l’epilogo amaro della finale promozione persa contro Tortona, ma alla fine di un percorso tutt’altro che fallimentare.
Sotto l’amministrazione del coach di Castel San Pietro terme, infatti, la Reale Mutua ha conquistato in entrambe le stagioni il primo posto della regular season e la qualificazione in Coppa Italia, sfiorando da matricola anche una vittoria in Supercoppa.
“È difficile essere lucidi e freddi in un momento così pieno di emozioni, dove lo sport ti esalta o ti condanna nel giro di un punto o per pochi centesimi di secondo. Non esiste la macchina del tempo per tornare indietro, flashback, dettagli, inezie. Ma lo sport non toglie quello che abbiamo creato in questi due fantastici anni, partendo dalle fondamenta, costruendo la nuova casa del Basket Torino giorno per giorno con il lavoro e il sacrificio, lasciando sul tavolo un progetto che andrà rifinito in futuro ma che ha già basi concrete e solide. Parlo al plurale perché ho avuto la fortuna di collaborare con professionisti di alto spessore tecnico e umano, che hanno contribuito alla crescita della società e non posso che ringraziarli di cuore per l’energia profusa", si legge nel saluto del coach a squadra e tifosi.
"Voglio ringraziare allo stesso modo tutti i giocatori che hanno accettato con grande senso di responsabilità e orgoglio, di indossare una maglia storica, prestigiosa, in una città esigente, piena di cultura sportiva. Attraverso le motivazioni e le ambizioni dei singoli abbiamo costruito una squadra. Passando per il loro miglioramento abbiamo creato un’identità e raggiunto risultati importanti fin dalle prime palle a due. Torino merita un grande palcoscenico insieme ai propri splendidi tifosi, quelli veri con cui, a causa di quello che è successo nel mondo negli ultimi quindici mesi, non abbiamo potuto condividere appieno il nostro percorso umano e di squadra. Porterò sempre con me i rapporti sinceri costruiti in questo periodo, li custodirò gelosamente ricordando come tutti insieme abbiamo tracciato una strada che penso possa portare in futuro Torino nel posto che merita. A volte nelle difficoltà e soprattutto dopo un finale così rocambolesco nascono le riflessioni, gli spunti e le idee per raggiungere nuovi e ancora più grandi traguardi. Il nostro motto fin dal principio è stato che il lavoro di oggi ci farà essere meglio domani. Il nostro urlo strozzato in gola per due volte sarà l’urlo che accompagnerà presto il Pala Gianni Asti con tutti i tifosi, che spero di abbracciare in un prossimo futuro”.
Per Cavina adesso si aprono le porte del massimo campionato: manca solo l’ufficialità dell’approdo sulla panchina di Sassari (dove - con ogni probabilità - lo seguirà Ousmane Diop), che ritrova dopo una parentesi dal 2007 al 2009.