“Quando lo vedevo in giro con i suoi capelli lunghi, scherzosamente gli dicevo in piemontese di tagliarseli. Sembrava un’artista dei secoli scorsi”. Domenico Consolati ricorda così l’amico Guido Calliero, scomparso ieri sera all’ospedale di Pinerolo in seguito a una malattia che l’aveva colpito nei mesi scorsi. Calliero avrebbe compiuto 74 anni a settembre ed era un personaggio molto conosciuto in città. Fotografo di professione, aveva dedicato la sua vita all’arte sotto varie forme, dal teatro alla musica. Tra le sue passioni c’era anche il calcio: era un tifoso sfegatato del Torino.
Calliero è stato fondatore della Badia Corale Val Chisone nel 1967 e poi direttore. “Quella è un’esperienza che ha riguardato tutta la nostra famiglia – racconta il nipote Giovanni Battaglino, cantautore che ha fatto parte della Badia –. Ma a lui mi sono avvicinato particolarmente negli ultimi 5 o 6 anni. Anche se ne avevamo 20 di differenza, lui era molto giovanile e abbiamo messo in piedi il progetto Vietraverse per riscoprire le canzoni popolari”. Battaglino e Calliero hanno anche fatto un lavoro con le scuole di San Germano Chisone, insegnando agli allievi le canzoni occitane e vincendo un premio.
“Poche persone al mondo avrebbero potuto fare un disco come il suo ultimo, ‘Musica in me’, un album vocale, registrato con sovraincisioni della sua voce – sottolinea –. In lui, però, c’era una tendenza a non valutare a pieno quello che era in grado di fare, forse anche per la sua ‘piemontesità’”.
Prima di aprire il negozio da fotografo in Val Chisone, la sua gioventù è stata legata a Pinerolo e al suo centro storico: “Eravamo due ragazzi in via del Duomo, con i negozi di famiglia vicini e i nostri genitori venivano a cercarci l’uno nel negozio dell’altro – ricorda il fotografo Sergio Godino –. Abbiamo condiviso gli anni della gioventù in un centro molto diverso da oggi, dove ci si conosceva tutti. Era una persona estremamente gradevole e di compagnia”.
“Era un artista istrionico e un uomo molto disponibile” conferma Maurizio Trombotto, presidente di Italia nostra, che ha collaborato con lui per alcune iniziative.
“Mi capitava di incontrarlo in giro per Pinerolo e parlavamo di diverse cose, dalla Maschera di ferro (dove è stato figurante e inventore del personaggio del medico dei monatti, ndr) all’hockey prato Val Chisone, di cui è stato dirigente – conclude Consolati –. Era critico quando doveva dare dei giudizi, ma era una persona squisita, che non usava mai parole sopra le righe”.