Politica - 31 agosto 2021, 10:28

Comunali, Pentenero (Pd): "Per rilancio Torino non dimentichi automotive, ma punti anche su turismo e Pmi"

"Bisogna coinvolgere anche l'area metropolitana. La Città deve lavorare per creare le migliori condizioni perché un’azienda venga ad investire qui, a partire dalla sburocratizzazione"

Gianna Pentenero

L’automotive a Torino rappresenta un elemento importante del tessuto imprenditoriale, ma non è più l’unico e va rivisto per lo spazio che oggi può rappresentare. Per rilanciare la città si deve fare leva sul anche su un altro comparto della manifattura dall'enorme potenziale come l'aerospazio, che a Torino ha trovato una delle sue culle a livello internazionale, così come su altri settori come il turismo, soprattutto se abbinato al mondo culturale, quindi l’artigianato, le Pmi e il commercio: la situazione è eterogenea e la “varietà” va considerata una ricchezza”. A parlare è Gianna Pentenero, capolista del Pd alle prossime elezioni comunali, che sui temi dell’occupazione e dell’istruzione come motore di sviluppo cittadino ha le idee chiare. Forte anche di un’esperienza da assessore regionale al lavoro con il presidente Sergio Chiamparino.  

Non solo auto, non solo Torino 

L'invito ad ampliare il punto di vista non riguarda solo l'economia, ma anche la geografia. Perché il capoluogo piemontese - se vuole tornare ad essere considerato strategico da un punto di vista economico a livello nazionale, attirando così investimenti governativi e privati – deve ragionare e lavorare a livello di città metropolitana. Come ha dimostrato, a fine luglio, i dossier finito sulle scrivanie del Mise riguardo l’apertura di  una mega fabbrica di microchip della Intel nel Torinese. “Quando parliamo di questi temi – spiega – non possiamo parlare solo di Torino, ma è necessario coinvolgere anche l’area metropolitana”. E per centrare l'obiettivo il Comune deve giocare un ruolo essenziale. “Per essere attrattivi. La Città deve lavorare per creare le migliori condizioni perché un’azienda venga ad investire qui, a partire dalla sburocratizzazione: non è possibile che un’impresa che decide di insediarsi qui attenda otto mesi una risposta da un’istituzione. Bisogna velocizzare i tempi e mettere in atto tutte quelle azioni che facilitano le imprese ad investire sul nostro territorio”. 

Protagonisti nella gestione dei fondi europei

Una partita importante per chi governerà nei prossimi cinque anni la Città, per Pentenero, è quella del Pnrr. “Sul nostro capo – spiega – pende questa spada di Damocle: se noi non riusciamo a fare una buona programmazione sui fondi strutturali e soprattutto non mettiamo macchina pubblica in grado  di spendere quei soldi, perdiamo un’ occasione importante”.

E queste risorse devono inevitabilmente fare rima con innovazione. Un'innovazione a 360 gradi, quasi a chiudere il cerchio con il discorso iniziato sul futuro dell'auto. "Bisogna fare innovazione vera sul tema automative, gestendolo nella misura che può ancora rappresentare nel tessuto produttivo torinese e locale. Ma non solo. Coinvolgendo i due atenei, ma anche andando oltre il loro contributo, pur eccellente". Un esempio? "Bisogna lavorare molto sul tema dell'alta formazione, anche attraverso attraverso il cosiddetto Dps (documento programmazione settoriale), senza dimenticare il lavoro svolto dal governo, che sta ottenendo buoni risultati a livello occupazionale".  

Obiettivo "ecosistema"

Ecco che il traguardo, dunque, è quello di non concentrarsi su una sola strada, quanto piuttosto di creare una rete di percorsi, in grado di intersecarsi tra loro e di condurre il territorio oltre la crisi economica (che non è solo figlia del Covid, ma ha radici più lontane). "Diventa importante creare un ecosistema, che possa contare su una buona sinergia frutto del dialogo istituzionale, di grandi imprese vengono a investire qui, anche perché qui trovano le risposte alle loro esigenze, vecchie e nuove". 

Infrastrutture, servizi, ricerca. Ma anche nuove emergenze, come la crisi nel trovare materie prime e componenti indispensabili al prodotto finale. Quegli ingranaggi che, se si bloccano, fermano l'intera catena produttiva. "I tempi più recenti dimostrano come nel nostro mercato mancano microchip: produrli potrebbe essere un'occasione per riconvertire per esempio un'area come Mirafiori, mettendo a disposizione le condizioni migliori. Certo, se servono 8 mesi per dare una risposta, diventa un problema. In questo senso bisogna rendere il territorio attrattivo, a livello metropolitano: lavorare insieme per rispondere in tempi rapidi, con valutazioni fatte a diversi livelli istituzionali".

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