Economia e lavoro - 25 settembre 2021, 07:27

Dehors, movida e costi. Ma anche filiere e consumo del suolo: ecco cosa chiede al futuro sindaco di Torino il mondo del cibo e del commercio

Al Festival del Giornalismo alimentare l'appello dei massimi rappresentanti di Ascom, Api, Confesercenti, Cna, Coldiretti e Slow food: "Serve una rinnovata attenzione verso il terziario". "Dialogo, non solo quando si parla di tasse"

Il mondo del cibo e del commercio torinese mette sul tavolo le sue proposte e ciò che si attende dal futuro sindaco di Torino

Cibo, turismo (a matrice enogastronomica) e mondo del commercio e dei servizi. C'è una Torino che osserva l'avvicinarsi delle elezioni Comunali attraverso le vetrine dei negozi e delle attività di accoglienza. E che dal futuro sindaco si aspetta decisioni, politiche e iniziative precise per lasciarsi alle spalle un periodo così difficile.

Più attenzione al terziario per il rilancio del territorio nel suo insieme, ragionando su movida, concorrenza leale del commercio online, ma anche di quella della grande distribuzione. E poi taglio sui costi, le burocrazie e potenziamento delle infrastrutture. È questo l'appello emerso dalla prima giornata del Festival del Giornalismo Alimentare, giunto alla sesta edizione e in programma i prossimi 27 e 28 settembre al Circolo dei Lettori di Torino. Attorno allo stesso tavolo, i massimi rappresentanti delle sigle di rappresentanza più importanti a livello torinese.

Dehors, commercio online e movida

Mi aspetto – ha dichiarato Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino – che le nuove amministrazioni comunali dimostrino una rinnovata attenzione verso il mondo del terziario, del commercio di vicinato e all’ambiente urbano in generale. L’enogastronomia, il richiamo del buon cibo, la professionalità e la maestria dei nostri ristoratori è un volano imprescindibile per il rilancio della città. Le amministrazioni passate non hanno mai fatto nulla per l’enogastronomia in generale, hanno lavorato per singoli prodotti, come il cioccolato, ma non hanno mai avuto una strategia collettiva verso il settore. Ci sono alcuni problemi su cui occorre intervenire, ne cito due: la concorrenza scorretta dei grandi dell’e-commerce. L’amministrazione deve farsi sentire su questo tema e impegnarsi per una tassazione più equa. E quello dei dehors che hanno avuto un ruolo sociale fondamentale durante la pandemia e che oggi rimangono luoghi importanti di incontro per una città viva. Per questo, non solo devono rimanere così come sono ma devono anche essere detassati. Anche sulla movida vogliamo essere molto chiari: non va demonizzata ma semmai regolamentata. Se vogliamo una città per i giovani non si possono chiudere i locali. Per esempio, dobbiamo restituire il Valentino e i Murazzi al divertimento notturno delle giovani generazioni”.

Risorse per l'agroalimentare e taglio a costi e  tassazioni

La futura amministrazione locale – ha commentato Gabriele Muzio, segretario UnionAlimentari API Torinodeve impegnarsi sui tavoli nazionali per dare più forza al settore agroalimentare nel PNRR”.  

Dobbiamo mettere le aziende di Torino in condizione di essere competitive – ha dichiarato Giancarlo Banchieri, presidente Confesercenti Torino non considerarle come interlocutori solo al momento della tassazione, soprattutto se vogliamo che ristoranti ed altri esercizi contribuiscano allo sviluppo turistico. Per questo è fondamentale abbassare i costi che gravano su tutte le attività commerciali e potenziare le infrastrutture, come per esempio il collegamento con l’aeroporto, fondamentale per una città che vuole essere turistica”.

Promuovere tutte le filiere, limitare il consumo di suolo

È essenziale promuovere tutte le filiere – ha dichiarato Elena Schina, responsabile settore alimentare CNA Torino –. Vogliamo una città che permetta di avvicinarsi al cibo in modo fisico, oltre che digitale. La digitalizzazione non deve far dimenticare che il cibo è soprattutto percepito attraverso l’esperienza reale. In questo senso se Torino vuole essere e pensarsi come capitale del cibo deve guardare a Lione e a quello che viene fatto oltralpe”.

Ricordiamoci che il futuro sindaco di Torino sarà anche il futuro sindaco della Città metropolitana – ha dichiarato Andrea Repossini, direttore Coldiretti Torino – La campagna è presidiata dagli agricoltori e questo riguarda anche i torinesi. La nostra richiesta al futuro sindaco è, innanzitutto, aiutarci a limitare il consumo di suolo intorno a Torino. Il suolo fertile deve essere destinato all’agricoltura, altrimenti dipenderemo dall’estero per il nostro cibo. Altra grande questione è la regolamentazione della fauna selvatica, nello specifico i cinghiali, compito che ricade sulla città metropolitana".

Chiediamo che venga costruito un luogo di confronto stabile che metta in dialogo tutto il settore alimentare e la nuova amministrazione – ha aggiunto Oliviero Alotto, fiduciario Slow Food Torino – La vocazione turistica, tanto invocata, è stata lasciata in mano ai singoli imprenditori che hanno messo in atto in maniera non coordinata questa trasformazione, il dialogo è stato incostante. Diciamo basta ai grandi centri commerciali: è indispensabile che i terreni agricoli non siano sprecati. Una scelta che tutela anche i piccoli negozi di prossimità che animano i nostri quartieri. Anche noi siamo d’accordo con l’introduzione dei prodotti locali nelle mense scolastiche, è necessario interrompere la logica delle aste a ribasso”.