Attualità - 20 ottobre 2021, 07:05

Borgo Vittoria, astensionismo e indifferenza la fanno da padroni: "La sinistra? Il male minore"

Nel quartiere della periferia nord la campagna elettorale non ha colto nel segno. Pochi hanno votato e chi lo ha fatto non era entusiasta dei candidati

Borgo Vittoria, astensionismo e indifferenza la fanno da padroni: "La sinistra? Il male minore"

Una giornata come tante altre in Borgo Vittoria, anche se è la prima dopo l'elezione del nuovo sindaco. Dalle prime luci dell'alba, un continuo andirivieni si protrae nella trafficata via Chiesa della Salute fino a Piazza della Vittoria. Al mercato rionale si parla di tanti argomenti, ai bar adiacenti anche.

"Ma esiste ancora la politica?"

Tutto liscio, niente fuori posto. Non sembrano neanche le ore successive al termine di una lunghissima campagna elettorale. Non se ne parla. Argomento quasi tabù. Tanto che, domande sull’argomento, paiono quasi dare fastidio. "Perché parli di politica? Esiste ancora?". La disaffezione va oltre il dato di fatto. La si respira, ma non fa alcun odore. Non c’è neanche voglia di sfogarsi. “Per la prima volta, a 53 anni, ho annullato la scheda”, confida un edicolante di via Chiesa. “Prima votavo sempre a sinistra, ma oggi non mi riconosco in nessuno”.

Un sentore a dir poco comune visto i dati preoccupanti sull’astensionismo. La scelta di non presentarsi alle urne è comunque in contrasto con il passato: “Se non vai a votare è come se ritenessi che la politica non sia importante per il territorio. Una volta almeno, per protesta, si votava Bossi, i Cinque Stelle… ora non si premia neanche l’antipolitica”. La sfiducia si è così rannicchiata in sé stessa. “Come si pretende di voler cambiare le cose se non ci si presenta a votare?” si chiede con una parvenza di fiducia nel cittadino una panettiera.

Il silenzio e l’indifferenza hanno vinto. “Per la generazione dei miei genitori non andare a votare è un peccato, oggi non c’è informazione”, sostiene la proprietaria di una cartoleria. “Provengo da un’educazione socialista e per me e la mia famiglia la politica ha sempre rappresentato qualcosa di importante. Ad oggi nelle case non si parla più di politica, quindi non mi sorprende né l’astensionismo né che al ballottaggio Borgo Vittoria abbia sostenuto Lo Russo”.

Tra delusione e non voto

Poi c’è chi si è perso un po’ di episodi, ma in qualche modo sente di aver compreso com’è il finale. “Mi sono sentito sballottato dagli avvenimenti. Non ho capito come in poco tempo si sia passati dall’ansia per il Covid alla presenza incessante della campagna elettorale. Ho sempre avuto simpatie di destra, ma nessuno è riuscito realmente a convincermi, e dunque non ho votato”, dice un pescivendolo dietro il bancone del mercato. C’è chi invece, come una commerciante di via Breglio, ritiene che “questo quartiere merita di più. Viviamo ormai in una zona malfamata. È come se Barriera si fosse spostata da queste parti”.

Non a caso la parola che ripete più volte è: “Sicurezza”, forse per questo nel precedente turno i comunque pochi tra gli aventi diritto al voto si sono affidati al centrodestra? Una signora anziana che ha lasciato la Puglia all’età di 24 anni risponde sicura: “Ho votato Damilano, perché lui guarda alle periferie”. La signora è preoccupata per le sorti di un nipote che secondo lei viene sfruttato dalla multinazionale per cui lavora. Oltre a questo, ha deciso alle urne di voltare alle spalle alle radici familiari di sinistra. “Ho votato sempre comunista. Nel 2016 ho dato fiducia a Fassino, ma oggi sono più incline alle idee di Matteo Salvini e Giorgia Meloni”.

"La sinistra il male minore"

C’è chi invece ritiene che il voto a destra sia stato dettato da una sfiducia verso l’ultima giunta Cinque stelle e dal governo a tinte rosse delle circoscrizioni. “Io ho votato a sinistra, come sempre”, afferma un’ex impiegata del settore scolastico, oggi in pensione. “Questa volta non mi ha convinto più di tanto il candidato del Partito Democratico, più che altro trovavo al limite del ridicolo certe promesse di Damilano, come ad esempio quella della riduzione del prezzo del biglietto dei bus”.

Sull’astensionismo si è detta sicura: “La pandemia ha contribuito: ha fatto tabula rasa di sentimenti”. Votare a sinistra, dunque, è stato per molti un ripiego. “Ho votato Lo Russo, perché scelgo il male minore” sostiene una signora, che critica il modus operandi delle destre: “I loro messaggi non mi piacciono: hanno influenza negativa sulla gente meno istruita”. La politica, comunque, qui non fa più breccia.