Economia e lavoro - 05 novembre 2021, 15:00

Il nuovo profilo del comunicatore professionale: prospettive e nuove sfide

Se ne è discusso ieri sera in un convegno nell'ambito di Alba Capitale della Cultura d’Impresa 2021

Ieri sera, giovedì 4 novembre, l’Osservatorio per la Comunicazione di Impresa di Confindustria Piemonte, nel quadro degli eventi di Alba Capitale della Cultura d’Impresa 2021, ha organizzato un dibattito sul nuovo profilo del comunicatore professionale appena normato da UNI – Ente Italiano di Normazione coinvolgendo l’intera filiera professionale coinvolta: l’Ente stesso, le associazioni professionali che operano nel mondo della Comunicazione, il mondo accademico e il mondo del lavoro.  

Il Presidente dell’Osservatorio, Raoul Romoli Venturi, che ha moderato il dibattito, ha commentato l’iniziativa evidenziando che “solo la forte volontà di tutta la filiera del mondo della Comunicazione di trovare definizioni più precise degli ambiti nei quali opera, con nomenclature comuni, con compiti e responsabilità esplicitate in maniera coerente tra tutti gli attori, darà le auspicate prospettive di crescita ai numerosi professionisti a tutti i livelli che vi operano. I Consigli di Amministrazione fino agli anni novanta erano per larga parte composti da esperti giuridici, dagli anni ottanta hanno preso piede i fiscalisti, negli anni venti del nuovo secolo potrebbero essere accolti i comunicatori professionali, vista l’importanza che ha oggi la comunicazione, ma la professione deve fare un grande sforzo nel dare ordine alle definizioni dei ruoli, delle competenze e delle responsabilità. Nel mondo delle imprese tutti conoscono gli ambiti ricoperti da un CEO, CFO o CMO, pochi sono in grado di rispondere con certezza sulle definizioni delle competenze e del ruolo ricoperti da un CCO”. 

Durante l’evento oltre ai saluti istituzionali del Presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, che ha ospitato l’evento, e del Presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, al quale fa riferimento l’Osservatorio, sono stati molti i temi trattati dai rappresentanti delle Associazioni Professionali, Ferpi e UNA, rappresentate rispettivamente dal Presidente Rossella Sobrero e dal Vice Presidente e Portavoce di PR Hub Andrea Cornelli sugli stimoli di Anna Rita Fioroni, Consigliere UNI e Presidente Confcommercio Professioni.  

“Il tema del riconoscimento della professionalità del comunicatore riguarda da vicino anche le imprese associate a Confindustria Cuneo – afferma Mauro Gola, Presidente di Confindustria Cuneo. In un territorio come il nostro, sappiamo bene quanto sia fondamentale il ruolo del comunicatore d’impresa: se non ci si racconta è come se non si esistesse e per farlo nel modo più corretto ed efficace è necessario definire la professionalità del comunicatore”. 

“In un contesto come Alba Capitale, il profilo del comunicatore ha importanza strategica: siamo in un momento di trasformazione globale e comunicare in modo efficace agli stakeholder ci permette di dare la giusta rappresentanza al tessuto imprenditoriale piemontese. Non si tratta solo di raccontare cosa fa la singola azienda, ma di valorizzare un intero territorio ed è proprio per questo che abbiamo scelto di unirci a livello regionale” ha commentato Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte. 

 “Normare la professione del comunicatore sarà utile allo sviluppo del mercato – ha affermato Rossella Sobrero, Presidente di Ferpi. Per esempio, può aiutare i responsabili HR ad individuare le competenze richieste ai candidati chiamati a gestire l’attività di comunicazione, alla PA quando vengono definiti i contenuti di concorsi e bandi, agli studenti che possono orientare meglio le loro scelte. Oggi nella norma sono stati definiti i compiti comuni a tutti i profili professionali e quindi riferibili a qualsiasi comunicatore; in futuro verranno definiti anche alcuni altri profili specialisti che riguardano attività specifiche come per esempio la comunicazione di prodotto o promo pubblicitaria.” 

Andrea Cornelli, Vice Presidente PR Hub ho commentato: “La norma rappresenta una svolta epocale per il nostro mestiere. Prima dell’avvento del digitale, abbiamo vissuto un mondo della comunicazione ben perimetrato: pubblicità e relazioni pubbliche erano distinte e senza commistioni. L’avvento del digitale ha portato un’incredibile ventata di democrazia, che ha avuto come conseguenze principali la disintermediazione e la nascita repentina di nuovi media e nuovi ruoli professionali, con una difficoltà sempre maggiore nella distinzione tra informazione e comunicazione e nella misurazione del Return of investment. La certificazione normativa ci aiuterà a razionalizzare lo sforzo comunicativo, permettendoci di strutturare meglio team complessi composti da tante professionalità diverse.” 

“Le associazioni sono state e continueranno a essere le protagoniste principali nella normazione tecnica che riguarda le figure professionali non organizzate in ordini e collegi, come quella del comunicatore. UNI si è mossa per interpretare le necessità del settore e rispondere al meglio alle richieste del mercato e alla tutela del consumatore, promuovendo una formazione permanente e una certificazione delle competenze del comunicatore, definendone l’identità per rendere il profilo del comunicatore professionale più riconoscibile nel mondo del lavoro.” Ha commentato Anna Rita Fioroni, Consigliere UNI e Presidente Confcommercio Professioni. 

La visione accademica della professione è stata portata da Stefania Romenti e Sergio Scamuzzi, rispettivamente Professore Associato dello IULM di Milano e Presidente della Laurea in Comunicazione dell’Università di Torino, mentre la prospettiva aziendale è affidata a Fabrizio Paschina di Intesa SanPaolo con il supporto di Francesco Tamagni che nella veste di Head Hunter deve trovare il collante di ruoli e competenze tra domanda e offerta di lavoro. 

“La sensibilità sull’importanza della comunicazione si è sviluppata solo negli ultimi anni – ha dichiarato Stefania Romenti, Professore Associato dello IULM di Milano. Il mondo accademico è attualmente molto concentrato sulla definizione di nomenclature precise, dietro le quali ci sono tradizioni di ricerca diverse che vanno valorizzate nelle loro peculiarità senza però escludere una visione di insieme. In futuro, il successo del settore sarà sempre di più legato alla comunicazione sana, di qualità e competente perché le imprese sono diventate dei veri e propri attori sociali.  

“La differenza tra comunicazione d’impresa e comunicazione pubblica-istituzionale è sempre stata identificata in base alle intenzioni: la prima fa gli interessi del privato, mentre la seconda fa gli interessi del cittadino. Ma oggi andiamo verso contaminazioni importanti, perché anche le aziende sono diventate degli attori sociali che devono mostrarsi consapevoli e socialmente sostenibili al cittadino. I comunicatori professionali di entrambi gli ambiti devono sempre più spesso lavorare insieme, avere competenze interdisciplinari ed essere in grado di comprendersi” ha commentato Sergio Scamuzzi, Presidente della Laurea in Comunicazione dell’Università di Torino 

“Il trend generale sta mostrando come la fiducia dei cittadini nell’impresa e nelle istituzioni sia diventata sempre più importante dopo la pandemia: a livello globale i love brands sono stati superati dai trust brands e questo dimostra come la sicurezza sia diventata più importante della passione – ha affermato Fabrizio Paschina, Responsabile Direzione Comunicazione e Immagine di Intesa SanPaolo. Il consiglio che darei al giovane comunicatore che si affaccia al mondo del lavoro è quello di imparare a lavorare in team integrati pur mantenendo la propria competenza verticale. Questa capacità di approccio multidisciplinare è fondamentale per avere una visione a 360 gradi e diventare una figura strategica all’interno dell’impresa.” 

Infine, Francesco Tamagni, Head Hunter ed Equity Partner Key2 People ha concluso: “La sfida dell’head hunter, quando si tratta di ricercare una figura professionale in ambito comunicativo, consiste nell’identificare i candidati adatti alla posizione quando la job description non è chiara. Infatti, l’introduzione dei comunicatori di professione all’interno dell’organico delle realtà imprenditoriali meno strutturate è piuttosto recente e, negli ultimi tempi, il ruolo del Direttore della Comunicazione sta diventando sempre più strategico e integrato con le altre funzioni: corporate social responsibility, sustainability, diversity sono tutti temi diventati centrali per la comunicazione interna ed esterna”.

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